Originario della Siria, il carrubo è un albero sempreverde della famiglia delle Fabaceae, diffuso soprattutto nel bacino del Mediterraneo.
Si presenta spesso con più tronchi e una ramificazione abbondante alla base; le lunghe foglie lucide, dalla tonalità verde scuro, sono composte da 2 a 5 coppie di foglioline ovali.
Non è un albero di grandi dimensioni e solo di rado supera i 15 metri di altezza.
Da agosto a settembre compaiono dei fiorellini a grappolo, dall’odore poco gradevole, e poi arrivano i frutti: baccelli commestibili simili ai fagioli, lunghi circa 20 cm, appesi ai vecchi rami.
A livello popolare, la pianta è conosciuta con il nome di “pane di San Giovanni”; in inglese mantiene la medesima nominazione ed è volgarmente chiamata “carob tree” o “St. John’s bread”.
L’appellativo di pane di San Giovanni deriva da antiche scritture, in cui viene raccontato che San Giovanni si avventurò nel deserto e, in mancanza di cibo, riuscì a nutrirsi e a mantenersi in vita mangiando i frutti di un carrubo che incontrò lungo il cammino.
A proposito di San Giovanni, vi rimandiamo alla lettura dell’articolo: “La notte di San Giovanni e le erbe magiche“.
La pozione della settimana
Nella carruba tutto è buono! I semi macinati e trasformati in farina costituiscono l’ingrediente di molte ricette prelibate.
In Germania vengono tostati e utilizzati per preparare una sorta di caffè; la polpa essiccata e polverizzata è un valido sostituto del cacao, in quanto il suo aroma ricorda il cioccolato al latte.
Utilizziamola quindi per una saporitissima pozione:
- portiamo ad ebollizione 50 cL di latte di mandorle, poi togliamo dal fuoco;
- aggiungiamo 4 cucchiaini di polvere di carruba, uno di cannella in polvere e mezzo di zenzero;
- se si preferisce, dolcificare con zucchero ai fiori di cocco;
- mescolare e gustare.
Aneddoto magico sul Carrubo
In Medio Oriente si trovavano, tempo fa, diverse cappelle costruite all’ombra dei carrubi in onore di San Giorgio.
L’albero, venerato da tutte le religioni, era quindi sotto la protezione del santo.
In Sicilia, invece, veniva maledetto, poiché rappresentava l’albero scelto da Giuda per impiccarsi.
Alessandra Leo