Il consigliere dem traccia la strada: “Bisogna capire che le amministrazioni pubbliche, e quindi anche quelle locali, hanno due nature: una politica e una economica. Le questioni politiche vanno affrontate con equilibrio perché nessuna zona deve sopravanzare le altre, ci vuole una corretta rappresentazione, sia delle volontà che dei rapporti reciproci tra le Sardegne; mentre le questioni economiche riguardano la possibilità che hanno le amministrazioni di orientare la spesa pubblica. Le amministrazioni, anche locali, sono il veicolo della spesa pubblica.
Quindi – prosegue Deriu – se la Sardegna si fa trovare impreparata a gestire progettazioni, affidamenti e liquidazioni, si rischia di bloccare la spesa dei 9 miliardi europei in arrivo per il post Covid. Così facendo, l’Isola entrerebbe subito in un grave ritardo rispetto al resto d’Italia e sarebbe penalizzata nella ripresa”.
Una situazione che rischia di compromettere seriamente il futuro della Sardegna: “Toccare oggi il meccanismo di funzionamento delle amministrazioni pubbliche, con grandi trasformazioni e spostamento di dipendenti da una provincia all’altra, con aperture e chiusure di nuove sedi, con insediamento di nuovi amministratori, provoca dei ritardi e una diminuzione della capacità di lavoro delle stesse amministrazioni.
Il che significa – aggiunge il consigliere del PD – una spesa pubblica rallentata, quindi un’economia più debole. Noi ci stiamo battendo per fare una buona legge, perché l’attuale testo può procurare dei danni che la maggioranza non sta considerando. Questa è la riforma Covid 2, perché farà più danni del virus. Ecco perché – conclude Deriu – il nostro non è un atteggiamento ostruzionistico, ma è l’atteggiamento responsabile che serve alla maggioranza per chiarire dentro di sé alcuni nodi e consegnare alla Sardegna una riforma che sia sopra la decenza”.