“Liste d’attesa oramai chilometriche, visite specialistiche ancora bloccate e medici ospedalieri di fronte a un bivio: aprire alle visite ambulatoriali o garantire la sicurezza dei pazienti?
È questo quanto si sta verificando in tutti gli ospedali della Sardegna che, ancora oggi, nonostante l’ordinanza emanata dalla Regione che ha dato il via libera alla riapertura delle agende,
sono privi di dispositivi personali di sicurezza e quindi di fatto impossibilitati, loro malgrado, a mettere in pratica le misure anti-Covid.
Negli ospedali sardi mancano mascherine, tute, reagenti, ma soprattutto i locali e gli spazi atti a consentire la creazione di corridoi di sicurezza e di sale d’attesa isolate dal resto della struttura.
Ricordiamo che ci sono molti pazienti oncologici in attesa di visite urgenti che dovrebbe rientrare in ospedale: davvero vogliamo rischiare che lo facciano in queste condizioni?
Questo l’intervento della capogruppo del M5S Desirè Manca al termine di diversi sopralluoghi effettuati in questi giorni negli ospedali dell’isola.
“Nel frattempo stupisce notare come il Presidente del Consiglio Michele Pais stia chiedendo a gran voce la ripartenza delle visite ambulatoriali quando a non garantire le condizioni affinché ciò possa avvenire in totale sicurezza è il governo guidato dal suo stesso partito.
Chi dovrebbe mettere a disposizione tutto ciò che ancora manca è la Regione, Presidente.
È quindi evidente che si stia prodigando in vuoti proclami acchiappa-consensi di cui i cittadini in questo momento non hanno alcun bisogno”.
“La realtà è soltanto una – sottolinea Desirè Manca – le indicazioni della Regione non possono essere rispettate.
Riaprire le agende in questo momento significa rischiare situazioni di affollamento e mettere a repentaglio la salute dei cittadini.
Una soluzione valida condivisa da molti medici potrebbe essere quella di effettuare dei test rapidi ai pazienti, strada che risulta sbarrata purtroppo, poiché pur essendoci le macchine per poterli effettuare mancano i reagenti”.
“Quindi, la Regione anziché lanciare proclami contro il suo stesso operato, pensi piuttosto a garantire agli ospedali sardi le forniture essenziali per poter riaprire le agende e garantire al contempo la sicurezza.
Su un punto siamo d’accordo: i cittadini non possono aspettare”.