E’ stata una giornata che ha portato a Milano più di un migliaio di operatori sanitari da tutta Italia, che hanno manifestato, uniti, guardandosi negli occhi, la loro rabbia, verso una classe politica cieca, indifferente, capace solo di parole a vuoto. Ed incapace, purtroppo, sempre di più, di riconoscere finalmente alla categoria, quel contratto autonomo che gli infermieri chiedono da tempo immemore. Nonché quell’aumento di stipendio atteso da anni ma rimasto fin ora pura utopia.
«Dov’erano i politici mentre noi sabato scorso manifestavamo a Milano, riempiendo Piazza Duomo con i nostri cori?», esordisce con rabbia Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, Sindacato Infermieri Italiani.
Dov’erano coloro che ci avevano promesso di stare al nostro fianco, come il Viceministro alla Salute Sileri, o quelli che avevano pubblicamente dato ragione alle nostre proteste, come il Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, bravo solo ad elogiare gli infermieri sui social, ma poi abile a bastonarci alle spalle escludendo noi e altri sindacati dal dialogo, con accordi che la stessa Conferenza firma solo con la triplice?
La manifestazione generale di Milano, con i suoi numeri incredibili di presenze, ci ha dato un mandato chiaro: andare avanti a tutti i costi, perché gli infermieri italiani sono più forti, più agguerriti e soprattutto più arrabbiati di prima. Io, ho sperato – dice De Palma – che chi aveva detto che sarebbe stato al nostro fianco (vero Sileri? Te lo ricordi cosa mi avevi detto quando ci eravamo incontrati pochi giorni or sono…) tenesse fede ai suoi impegni, anche se dentro di me nutrivo qualche dubbio.
E allora basta!
Agli “uomini in giacca e cravatta”, sulle loro “poltrone dorate” con i loro posti d’onore che contano, noi diciamo, una volta per tutte, smettetela di giocare con le nostre vite.
Perché, se non lo avete capito, ve lo diciamo noi e ve lo diciamo adesso: il perno di questo sistema sanitario sfasciato dal punto di vista organizzativo, di questo carrozzone sgangherato sotto il profilo contrattuale, di questa barca che fa acqua da tutte le parti, siamo noi, si proprio noi.
Noi che abbiamo difeso decine di migliaia di vite umane contro il “mostro Covid/19”, noi che in un solo giorno abbiamo avuto il coraggio di guardare la morte in faccia anche venti volte: come potete pensare che ci fermeremo adesso? Come potete pensare che da settembre ce ne staremo affacciati alla finestra a guardare voi camminare sulle nostre vite con la vostra indifferenza e le vostre prese in giro?
Se volete continuare a fare orecchie da mercante, se volete continuare a voltarci le spalle, fate pure. Ma noi da questo momento, da questo 4 luglio, ripartiamo più forti che mai, più uniti che mai, il mandato della piazza di Milano è stato chiaro: da settembre avanti tutta fino allo sciopero ed oltre.
Si mettano in testa, i Signori della Politica, che la realtà non è data dalla vetusta equazione ‘medici = sistema sanitario nazionale’. Oggi non è più così, perché sono gli infermieri a stare in trincea h24. Basta con il dare solo ai medici privilegi e con l’ignorare sistematicamente le nostre istanze.
Ai colleghi della FNOPI, di cui facciamo parte, vogliamo guardare negli occhi e dire: siamo sulla stessa barca, e siamo fatti della stessa sostanza, infermieri voi, infermieri noi!
Non vi chiediamo di fare attività sindacale, ma smettetela con il buonismo di facciata, perché
proprio non ci pare che il vostro essere un “Ente sussidiario dello Stato” vi impedisca di tutelare la dignità professionale dei vs iscritti sostenendone, solo per esempio, le richieste inoltrate e che, peraltro, sono analoghe a quelle che voi stessi avete inoltrato al Governo!
Rivolgo ora un accorato appello – dice De Palma – ai colleghi di tutte le sigle sindacali, di tutti i gruppi, di tutti i movimenti ed associazioni: chiamateci, contattateci, fatelo presto! Fatelo già oggi! Scendiamo in piazza tutti, uniti, fianco a fianco, perché qualcuno sta giocando con le nostre vite e quindi dobbiamo essere compatti più che mai contro il “vero nemico”, quello più pericoloso.
Insomma, finora abbiamo cercato il dialogo, il confronto con la politica. Ora promuoveremo la lotta nelle piazze. Siamo pronti a fermare tutto se necessario, siamo pronti allo sciopero nazionale se non avremo alternative. E voi in questo momento, CARI SIGNORI, le alternative non ce le state dando in alcun modo, sbotta De Palma