La misura è conseguenza delle perseveranti indagini svolte dal Nucleo Operativo della Compagnia di Ottana iniziate a seguito del tentato omicidio ai danni di un altro allevatore 40enne di Orani avvenuto il 15 marzo 2020 in località “Nurdole” di quel comune.
L’uomo al crepuscolo, a bordo del suo fuoristrada mentre era intento a far rientro dal proprio ovile al paese,
percorrendo una strada sterrata che costeggia la SS 131 DCN, era stato fatto oggetto di tre colpi di fucile a pallettoni che avevano attinto il veicolo ed uno di essi aveva attraversato il parabrezza passando a pochi centimetri dal volto della vittima che solo per fortuna restava illesa.
Negli accurati riscontri e sopralluoghi svolti sulla scena del crimine da parte dei militari operanti, esperiti anche con l’utilizzo di metal detector, era stato possibile rinvenire e repertare un bossolo calibro 12 esploso durante l’attentato.
Il 30 aprile 2020, indirizzati dalle risultanze delle indagini, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Ottana,
con il supporto dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna e delle loro unità cinofile, svolgevano mirate perquisizioni e rastrellamenti su vaste aree rurali e boscate della zona in cui era stato commesso il predetto delitto,
ed in particolare nelle proprietà dei Sedda, che portavano al rinvenimento ed al sequestro di due fucili calibro 12, un semiautomatico ed un sovrapposto, con matricola abrasa ed all’arresto di SEDDA Angelo, fratello del SEDDA Andrea.
Nella circostanza il SEDDA Angelo era stato sorpreso dai carabinieri intento ad occultare nella vegetazione, portandoli al di fuori dei confini dell’azienda di famiglia, i due fucili per sottrarli alle attività di perquisizione che si stavano svolgendo nei loro terreni.
Nel medesimo contesto erano state anche rinvenute diverse munizioni a pallettoni del calibro delle armi sequestrate.
Predette armi venivano successivamente inviate ai Carabinieri del R.I.S. di Cagliari per le verifiche balistiche al fine di stabilire se fossero state utilizzate per commettere gravi reati.
Ad esito del prezioso ed accurato accertamento, uno dei fucili risultava essere l’arma che aveva sparato nell’attentato all’allevatore di Orani, a conferma delle risultanze d’indagine.
È stato altresì individuato il presunto movente, verosimilmente riconducibile a vecchie liti giudiziarie e a questioni attinenti terreni e pascoli nella disponibilità della vittima ed appetibili per i Sedda.Il G.I.P Dott.ssa Teresa Castagna del Tribunale di Nuoro,
su richiesta del P.m. Dott. Giorgio Bocciarelli, accogliendo le risultanze d’indagine del Nucleo Operativo della Compagnia di Ottana e ritenendo esistenti gravi indizi di colpevolezza,
emetteva la misura cautelare in carcere nei confronti di Sedda Andrea per i reati di tentato omicidio, detenzione e porto di arma clandestina nonché possesso illegale di munizioni.
Sedda Andrea al termine delle operazioni di rito è stato associato al carcere di Bade e Carros di Nuoro a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Mentre Sedda Angelo, tratto in arresto il 30 aprile scorso sempre dai Carabinieri di Ottana, per il possesso illegale di armi clandestine, tra cui il fucile utilizzato per il tentato omicidio, si trova ancora in regime di arresti domiciliari ad Orani.