Patrizia Cirulli, cantautrice milanese dalla voce “insolita e straordinaria” (la definizione è di Lucio Dalla) reinterpreta uno dei brani più intimisti di Lauro, contenuto nell’album 1969 (Sony Music), affiancata alla chitarra da Simone Pavia (già chitarrista di Ermal Meta).
La post-produzione del brano è stata curata dal produttore Salvatore Papotto.
Questa rilettura è stata una sorpresa anche per me- racconta Patrizia Cirulli.
Apprezzo molto Achille Lauro per la sua creatività e per il suo stile artistico, ma apparteniamo a mondi musicali diversi e non avrei mai pensato di poter cantare una sua canzone.
Invece “C’est la vie” mi ha colpita intimamente.
C’è una profondità emotiva nel testo che ha catturato la mia attenzione…ma c’è anche una sorta di leggerezza che va a creare un equilibrio tra la sofferenza e il suo superamento.
Ho preso la chitarra e, per gioco, ho provato a cantare il pezzo. Sono rimasta incantata.
Ho scoperto un brano che, misteriosamente, mi stava bene addosso; l’ho percepito, da subito, quasi scritto per la mia voce.
Con Simone Pavia abbiamo realizzato una registrazione in presa diretta, solo voce e chitarra classica.
E’ stato un momento magico, una fotografia del brano e della sua essenza in un solo respiro.
Talvolta, linguaggi diversi possono incontrasi in una terra di confine che è abitata dalla sensibilità, dalla poesia e da una delicatezza interiore che si traduce in musica, azzerando qualunque distanza apparente, nel nome della bellezza.
Da Qualcosa che vale-rilettura in chiave acustica dell’album E già di Lucio Battisti-fino al recente videoclip di E più facile ancora, poesia di Alda Merini musicata e trasposta in forma canzone (e già inserita nell’album Mille Baci, Egea Music, 2016), Patrizia Cirulli si è sempre mossa, con coerenza e potenza fascinatoria, nel segno dell’essenzialità delle forme.
In C’est la vie, ancora una volta, la cantautrice mette in atto un procedere per sottrazione che scarnifica la trama sonora ed enfatizza l’intenzione interpretativa, rivelando inedite costellazioni semantiche.
Il videoclip, volutamente minimale, ha una doppia anima, rurale con inserti urban.
I saliscendi emozionali del cantato, in bilico sulla linea di confine presenza/assenza, si riproducono specularmente in una sapiente alternanza delle cromie, laddove vivide ed energetiche sovrasaturazioni cedono il passo a colori freddi e toni desaturati.
Credits video
Riprese di Sofia Renzoni
Montaggio di Gianpaolo Stangoni
Credits brano
Autore del testo: Lauro De Marinis
Compositore: Fabrizio Ferraguzzo
Chitarra: Simone Pavia
Post-produzione: Salvatore Papotto
BIO
Patrizia Cirulli, tre volte vincitrice del Premio Lunezia, tre volte finalista al Premio Tenco, collaborazioni-tra gli altri- con Sergio Cammariere, Mario Venuti, Pacifico, Mario Lavezzi, Pino Mango, Paolo Bonfanti, Carlo Marrale, Luigi Schiavone, Giorgio Cordini e Vince Tempera, ha attualmente all’attivo tre album: “Qualcosa che vale” (2012), “Mille baci” (Egea Music, 2016) e “Sanremo d’autore”(Egea Music, 2018).
Sito ufficiale:http://www.patriziacirulli.com/
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