Dopo la diffusione in streaming del primo spettacolo rieditato digitalmente, il progetto RAM Theatre – Teatro Immateriale rilancia con una nuovo appuntamento, tenendo fede al suo intento di mantenere viva la proposta teatrale e culturale, nonostante i tempi difficili che questo settore sta attraversando.
Già nei mesi scorsi la compagnia Formediterre ha voluto dare un segno di forza e creatività con la nascita del canale web Formevisive, proponendo clip teatrali ispirate al tempo attuale, per continuare ad agire concretamente, per proseguire la sua ricerca di rinnovamento della forma teatrale.
Il passo successivo, relativo alle restrizioni anti-Covid19 riguardanti lo spettacolo dal vivo e al conseguente distanziamento sociale, è stato quello di creare la proposta RAM Theatre, che utilizzando il web come strumento di diffusione attraverso il sito web www.formediterre.it/formevisive/ramtheatre permette di avvicinare, di muovere verso il pubblico, senza distanze o limiti territoriali.
Il direttore artistico del progetto Antonio Minelli ha voluto dare un’ulteriore senso di rinnovamento registrando nuovamente gli spettacoli di Formediterre, presentati nella rassegna Admoveo, rieditandoli in forma digitale, e inserendo gli attori in scenografie virtuali. Due realtà distinte ma connesse: partendo dalla quella concreta dell’atto artistico realizzato se ne crea un’altra, dematerializzata nella sua rappresentazione virtuale.
Martedì 7 luglio 2020 alle ore 21:30 e fino a domenica 12 luglio 2020 sarà la volta di GIOBBE, testo scritto dall’oncologo italiano residente negli Stati Uniti Lodovico Balducci, con Silvia Mastrangelo, per la regia, in questo caso anche digitale, di Antonio Minelli.
La programmazione prevede anche 3 diverse trasmissioni streaming, ogni giorno, alle ore 20:00 nelle fasce orarie statunitensi: Eastern Time – Central Time – Pacific Time.
In uno spazio scarno ed evocativo, apparentemente immobile, suoni stranianti e musiche intime e intense guidano Giobbe in un percorso attraverso il “proprio tempo”. La protagonista, una donna borghese malata terminale, si trascina, si ribella, si racconta, in un continuo alternarsi di passato e presente, all’interno di una scacchiera teatrale in cui ella stessa muove le pedine dei propri ricordi.
Le presenze più significative del suo vissuto si animano attraverso la voce di una donna dilaniata, non tanto dal cancro e dalla morte imminente, quanto da un costante senso di colpevolezza, dall’ipocrisia, dalla compassione, dai giudizi del mondo che la circonda.
Giobbe è sola, ma è ancora viva, non importa per quanto. Rivendica il diritto di essere ascoltata alla stregua di chiunque altro. Si riconosce tra quei reietti confinati ai margini della società e disperata interpella Dio, tra dolore e rabbia, aggrappandosi, sempre, seppur in un atteggiamento critico, a quella confortevole fede che l’aveva accompagnata sin da bambina.
Pensieri sepolti, sotto la coltre fittizia di una vita ordinata e ordinaria, dedita agli altri, si rivelano. Una crescente consapevolezza ed un’amara lucidità concedono a Giobbe una visione nuova di sé, del mondo, tanto aspra quanto, forse, pacificante.
Nel 2017 l’opera è stata riconosciuta quale Miglior Testo Teatrale al Premio Attore Artemisia di Bari.
La visione è gratuita. Chi vuole contribuire può effettuare una donazione sulla stessa pagina del sito.