Da Milano a Bari passando per Roma, Napoli e Firenze, cento città hanno detto “no” ad una legge liberticida.
E no all’istituzione di un nuovo reato, quello di omotransfobia, appunto, che non viene definito dal legislatore,
lasciando così enormi spazi a interpretazioni e derive liberticide che colpiranno tutti
coloro che si esprimeranno pubblicamente in modo non allineato al mainstream.
In caso di approvazione del testo, sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare, ad un uomo che si “si sente donna”, l’ingresso nello spogliatoio delle donne?
Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità se sono realtà che gravitano nel mondo cosiddetto Lgbt?
Sarà ancora possibile per un sacerdote insegnare la visione cristiana del matrimonio?
Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alla legge sulle unioni civili?
Per tutte queste domande il ddl sull’omofobia
ha una sola risposta, NO.
Ecco perché scendiamo in piazza. Per la libertà di espressione, per la libertà di educazione, per la libertà di stampa, per la libertà di associazione, per la libertà religiosa.
Domani, Venerdì 31 luglio alle ore 19.30, Emiciclo Garibaldi scenderemo in piazza anche a Sassari.
Lo faremo in silenzio, a distanza di due metri l’uno dall’altro, chi leggendo un libro e chi con un bavaglio sulla bocca, a simboleggiare la portata liberticida di questo progetto e la volontà di zittirci.
Non risponderemo ad alcuna provocazione poiché siamo in piazza per la libertà di tutti, anche di chi ci contesta e non comprende la portata liberticida di questo testo.
Tutte le piazze su www.restiamoliberi.it