Nell’ambito delle quotidiane attività di polizia economico – finanziaria e di monitoraggio delle coste della Sardegna Nord occidentale, i finanzieri hanno controllato nel porto di Alghero due a vela di circa venti metri e l’altra a motore di oltre trenta metri.
Dagli accertamenti approfonditi della documentazione di bordo, nonché dall’analisi dei dati
acquisiti dalle banche dati in uso al Corpo, è emerso che i tre proprietari, residenti
nell’hinterland milanese, hanno omesso di dichiarare i beni di lusso, il primo per oltre 1
milione di euro mentre gli altri due comproprietari per oltre 2 milioni di euro.
L’operazione, coordinata dalla Stazione Navale di Cagliari, che ha visto impegnato
l’equipaggio di un mezzo navale del Corpo nella corretta applicazione della normativa sul
monitoraggio fiscale, conferma ancora una volta l’esistenza di condotte evasive da parte di
proprietari di imbarcazioni da diporto che, pur avendo immatricolato le stesse presso porti
esteri, avevano comunque l’obbligo di dichiarare i beni al Fisco italiano, in quanto cittadini
residenti in Italia. Solo negli ultimi due anni il Reparto navale di Alghero ha segnalato decine e decine di posizioni fiscali irregolari all’Agenzia delle Entrate che, a sua volta, vigila
costantemente sui patrimoni esteri dei soggetti residenti in Italia.
Le sanzioni che verranno applicate ai contribuenti distratti, previste tra il 3% e il 15% del
valore del singolo bene non dichiarato, superano di gran lunga, complessivamente, il mezzo
milione di euro.
Dalle indagini, inoltre, è emersa la totale inesistenza del valore di mercato delle due
imbarcazioni di lusso e, di conseguenza, veniva nascosta al Fisco la reale capacità
contributiva dei rispettivi proprietari.
L’attività svolta dalle fiamme gialle del comparto aeronavale, rientra nell’ambito della
strategia messa in atto dal Reparto Operativo Aeronavale di Cagliari, mirata al contrasto
dell’evasione fiscale internazionale che, oltre ad essere indicativa dell’occultamento di
ricchezza all’erario, sottende, a volte, fenomeni ben più gravi e insidiosi come il riciclaggio e
il reinvestimento di proventi illeciti all’estero.