organizzato dal Teatro del Segno con il patrocinio e il sostegno del Comune di Allai – e inserito nel progetto “Intersezioni”/ rete di festival senza rete a cura di Fed.It.Art. Sardegna.
Una fantastica ouverture con “Yes Land” di OnArts – originale e coinvolgente “solo” del clown-acrobata Giulio Lanzafame in programma sabato 8 agosto alle 22 in piazza Santo Isidoro ad Allai (OR),
un poetico racconto per immagini, per una vertiginosa sequenza di “numeri” spettacolari e gags per il divertimento di grandi e piccini.
Il clown Giulio, “eterno viaggiatore”, cerca di (ri)mettere ordine nel caos: un’impresa ardua, per un «personaggio semplice e complesso al tempo stesso,
che trasforma tutto ciò che è ordinario in comico ed immaginifico, obbligandoci a fare i conti con il sentimento di inadeguatezza che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita».
L’arte della clownerie e le tecniche circensi – dall’acrobatica alla giocoleria, l’equilibrismo e la manipolazione di oggetti – s’intrecciano nella drammaturgia dello spettacolo dove
«il gesto, il movimento e l’interazione con il pubblico si rivelano sempre come esplorazione di sentimenti, permettendo al virtuosismo della tecnica di rimanere al servizio della storia».
Il protagonista è «un vagabondo alla continua ricerca di una dimensione esistenziale, in lotta tra l’insieme e la solitudine
, due dimensioni che si configurano tra il pubblico e la scena, creando così un continuo gioco onirico tra due mondi».
«“Yes Land” – si legge nelle note – esplora il progressivo adattamento del clown Giulio ad un ambiente, seppur conosciuto, impossibile da dominare».
Il progetto solista di Giulio Lanzafame racconta lo smarrirsi nell’orizzonte del conosciuto,
la perdita di equilibrio (e la necessità di riconquistarlo) in una vita sospesa tra realtà e sogno,
la forma “concreta” e tangibile degli oggetti e le loro metamorfosi in una visione differente, buffa e straniante come quella del protagonista che conserva lo sguardo puro e innocente di un fanciullo,
per cui tutto è nuovo e ancora da scoprire, in un’indagine minuziosa e insieme casuale, con effetti tragicomici.
Una performance sul senso della meraviglia, dove un personaggio un po’ goffo e imbranato, sempre sul punto di provocare una catastrofe,
cerca di conquistare l’attenzione ma soprattutto “l’approvazione” del pubblico scardinando involontariamente tutte le regole, perfino la legge di gravità.
Una pièce in cui si fondono teatro e danza, acrobazie, mimo e clownerie con la cifra del nouveau cirque,
per una serata a misura di bambini e famiglie – ma adatta a un pubblico di tutte le età – nel paese della “casa sull’albero” nella regione del Barigadu.
Il nouveau cirque – nato dall’incontro tra le diverse arti della scena – teatro e musica, danza e tecniche circensi, dall’acrobatica alla giocoleria,
l’illusionismo e la clownerie – si afferma alla fine del Novecento.
Tra le compagnie storiche emerse negli anni settanta, il Circo Bidone, Archaos, Zingaro, e, più tardi, il Cirque Plume,
Cirque Baobab, il Cirque Oz e il celeberrimo Cirque du Soleil e altre ancora in diverse regioni del pianeta, tutte impegnate a sperimentare nuovi intrecci e contaminazioni tra i diversi linguaggi per dar vita al circo contemporaneo.
Una “rivoluzione culturale” che trasforma la crisi del circo tradizionale nell’opportunità per reinventarsi offrendo alle nuove generazioni di artisti una formazione,
anche attraverso le accademie, che permetta loro di spaziare nei diversi generi, come la recitazione, il canto e la capacità di suonare differenti strumenti musicali,
l’arte coreutica, fino a trasformare il gesto atletico e ogni “numero” acrobatico, nell’elemento significante – e sicuramente spettacolare – di una narrazione fatta di suggestioni, effetti di luci e ombre, suoni e visioni tra ironia e poesia.
IL PROTAGONISTA – Giulio Lanzafame – (1984, a Catania) Nel 2004 si trasferisce a Torino dove frequenta il P.A.U.T di Philip Radice e la Flic Scuola di Circo, diplomandosi nel 2006.
Sempre nel 2006 si trasferisce in Canada per frequentare l’Ecole National du Cirque de Montreal e laurearsi a pieni voti nel 2009 con l’esibizione di un numero di giocoleria acrobatico.
Nel 2011 crea la compagnia di circo internazionale Circo Syzygy con cui si esibisce in giro per il mondo e nel 2012 incontra Michel Dellaire,
Emmanuel Sembley ed Oliver Dalemare che diventano suoi nuovi mentori e con i quali si forma come artista clown.
Segue un intenso periodo di formazione in cui Giulio approfondisce discipline complementari al circo come la danza e il teatro, sviluppando ulteriormente il suo rapporto col pubblico.
Il percorso di ricerca sul personaggio del clown in ambito circense lo porta a trovare “la sua voce” e a dare forma alla sua poetica combinando in scena le tecniche di giocoleria, la corda molle e l’acrobatica.
Nel 2015 inizia la creazione dello spettacolo “Yes Land”
Il II Festival “Palcoscenici d’Estate” ad Allai prosegue tra parole e musica domenica 9 agosto alle 22 con “Baroni in Laguna” ovvero “Appunti sul Medioevo in un angolo d’Italia a metà del XX secolo” del Teatro del Segno,
liberamente tratto dal saggio-inchiesta di Giuseppe Fiori con drammaturgia e regia di Stefano Ledda,
protagonista sulle note della chitarra di Andrea Congia e del sax di Juri Deidda di un’avvincente e amara cronaca della lotta dei pescatori di Cabras
per conquistare una nuova dignità e liberarsi del retaggio e dei vincoli di una società feudale a metà del Novecento.
Un’Isola fuori dal tempo tra paesaggi arcaici e avanzi di Feudalesimo nella pièce che mescola cronaca,
atti giudiziari e immagini d’epoca (rielaborate da Paolo Trebini) per raccontare la rivolta dei pescatori del paese del Campidano di Oristano sulle rive dello stagno conosciuto come Mari Pontis
(diventato famoso in tutto il mondo grazie al ritrovamento delle statue dei “giganti” di Mont’e Prama) contro l’anacronistico regime feudale che sanciva come immutabile un diritto di proprietà ormai superato dalla Storia e dalle leggi.
Una rivoluzione culturale che nasce da una rinnovata coscienza della propria dignità, ma anche sulla spinta della miseria e della fame,
e diventa però un processo inarrestabile in cui le donne assumono – accanto ai loro uomini, mariti, padri, fratelli e figli – un ruolo fondamentale.
Lo sguardo femminile anticipa e illumina il cambiamento: dove era la paura insorge la rabbia, l’indignazione e perfino il disprezzo,
ed è in questa forza segreta uno dei fascini di una narrazione sapiente, ritmata e via via più incalzante in un crescendo che tocca e coinvolge gli spettatori.
Partendo da un fatto di cronaca – un assassinio apparentemente senza movente –
Giuseppe Fiori si inoltra nel terreno insidioso delle norme implicitamente imposte e accettate su cui si regge un sistema di equilibri antico e apparentemente immutabile:
la verità affiora a brandelli, in un silenzio assordante si scopre come l’origine del male sia, come spesso, in un’ingiustizia che contrappone ricchezza e potere a indigenza e disperazione.
Lo stupore del cronista, improvvisamente proiettato in un nuovo Feudalesimo tra gli Anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, quando l’Italia viveva il sogno inebriante del boom economico,
diventa quello del lettore e del pubblico e la dura lotta dei pescatori;
dapprima quasi esitanti, poi sempre più convinti delle proprie ragioni, si trasforma nella lotta di tutti – uomini e donne – in difesa dei diritti inalienabili:
alla vita e alla dignità di cittadini, al nutrimento, all’uso del territorio, alla condivisione delle risorse per il bene comune.
Battaglie di ieri e di oggi su temi ancora scottanti e assolutamente attuali, su cui anche si misura il grado di civiltà di un popolo e di una società.
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I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Invito all’opera lunedì 10 agosto alle 22 con “Le nozze di Figaro” di Wolfgang Amadeus Mozart:
un’antologia di celebri arie nell’interpretazione del soprano Federica Cubeddu e dell’Orchestra da Camera “Johann Nepomuk Wendt”
diretta da Raimondo Mameli tra raffinate trascrizioni strumentali e virtuosistici assoli per dar “voce” ai diversi personaggi –
dalla Contessa d’Almaviva a Susanna e l’adolescente Cherubino accanto all’ineffabile Figaro e allo spregiudicato Conte.
Omaggio all’eclettico talento di Dino Buzzati – giovedì 13 agosto alle 22 con “Spogliarello”, intenso monologo al femminile interpretato da Marta Proietti Orzella con Alessandra Leo,
per la regia di Marco Nateri, che firma anche scene e costumi della nuova produzione del Teatro del Segno:
la pièce descrive la breve ascesa sociale e la “caduta” di Velia, donna affascinante e bellissima ma terribilmente fragile, alla disperata ricerca di una “sicurezza” che sembra sfuggirle fino all’ultimo…
Ritratto d’artista venerdì 14 agosto alle 22 con “L’Ultima Sciamana.
Il Messico di Chavela Vargas”, intrigante spettacolo-concerto di OfficinAcustica con Anna Lisa Mameli (voce),
e Corrado Aragoni (pianoforte) dedicato alla cantante dalla vita movimentata, il cui nome s’intreccia a quelli di Frida Kahlo, Diego Rivera e Luis Echeverría:
«Dico in ogni frase ciò che sento: parlo della notte perché la sto vivendo» – diceva l’artista, icona della musica ranchera – «racconto una storia d’amore ogni notte che canto».
Infine chiude in bellezza “Palcoscenici d’Estate” – lunedì 17 agosto alle 22 – “Son tutte belle le mamme del mondo?”
de L’Effimero Meraviglioso con Miana Merisi e Luigi Tontoranelli che interpretano monologhi,
dialoghi, versi e melodie sulle note del pianoforte di Corrado Aragoni, con la regia di Maria Assunta Calvisi,
per affrontare le diverse sfumature e gradazioni dell’affetto materno, dalla dolcezza alla severità, dalla dedizione al dominio, fra teatro, musica e poesia.
Palcoscenici d’Estate 2020 ad Allai si inserisce nel progetto Intersezioni / rete di festival senza rete a cura di Fed.It.Art Sardegna, che riunisce sei compagnie isolane –
oltre al Teatro del Segno , Abaco Teatro (Monserrato), Bocheteatro (Nuoro), L’Effimero Meraviglioso (Sinnai), Teatro d’Inverno (Alghero) e Teatro Tragodia (Mogoro) –
e i rispettivi festivals con spirito di solidarietà sul modello de “s’agiudu torrau” – sotto l’egida della rete nazionale di Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti).
Intersezioni traccia i suoi itinerari culturali legando in un unico ordito le “trame” originali di “Libertà d’Espressione” a Mogoro e “Giardini Aperti” tra Sanluri,
Donori, Quartucciu, Monserrato e Torre delle Stelle (Maracalagonis), “NUR” ad Alghero e “Il colore rosa” a Sinnai, “Palcoscenici d’Estate” ad Allai e “Percorsi Teatrali” a Santu Lussurgiu e Cagliari, “Note a Margine” e “Patapum Festival” a Nuoro.
Il Festival “Palcoscenici d’Estate” ad Allai è organizzato dal Teatro del Segno con il patrocinio e il sostegno del Comune di Allai
e con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e del MiBACT/ Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e fa parte del “circuito virtuoso” di Intersezioni 2020.
L’edizione 2020 sarà realizzata nel rispetto delle regole e delle distanze di sicurezza, per rendere possibile la fruizione di spettacoli, films e concerti e garantire la tutela della salute.
INGRESSO GRATUITO (per assistere agli spettacoli è necessario prenotare)
INFO & prenotazioni: e-mail: [email protected] – cell. 391.4867955
www.teatrodelsegno.com – www.comune.allai.or.it