“Between two crossing” é stato selezionato dalla giuria tecnica e dal pubblico come miglior Film.
Il premio è stato consegnato nel corso dell’ultima serata, sabato 22 agosto, nel centro culturale Lazzaretto. Quest’anno il voto della giuria ha coinciso con il voto del pubblico che ha potuto esprimere le proprie preferenze attraverso la App Telegram.
“Between Two Crossings” è un’opera di un regista promettente, ucciso da un cecchino israeliano durante le manifestazioni della Marcia del Ritorno, quando ne aveva appena concluso la lavorazione, durata due anni. “Un film maturo sotto tutti gli aspetti, dalla fotografia all’efficacia narrativa – si legge nelle motivazioni della giuria— che porta in primo piano la lotta di una giovane studentessa per uscire da Gaza e raggiungere un’università degli Stati Uniti dando una rappresentazione di cosa significhi vivere sotto l’assedio imposto alla Striscia di Gaza”.
Il Premio Premio miglior documentario sulla Palestina é andato invece a “On the Doorstep”, di Sahera Dirbas, che tocca l’aspetto dell’espulsione della popolazione autoctona di Gerusalemme sostituita da un popolo di coloni stranieri.
Il Premio Regista Emergente é stato assegnato a Zelda Edmunds per “Imprisoning a Generation” che intreccia le storie individuali e familiari di quattro minorenni palestinesi, incarcerati dalle forze israeliane d’occupazione, mettendo in evidenza la crescente vastità del fenomeno e la riduzione dell’età degli arrestati scesa in alcuni casi a 5 anni.
L’Associazione Sardegna – Palestina ha premiato “The Walls of Dheisheh” delle due giovani registe Clémence Lehec e Tamara Abu Laban che guida lo spettatore in un viaggio all’interno del campo profughi attraverso i suoi graffitti. Infine il Premio Eco del Campo é andato ad “Ambience” di Wisam Al-Jafari e il Premio Handala a “Memory of the Land” di Samira Badran.
La giuria tecnica del Festival è composta dalla Presidente Monica Maurer (regista); Patrizia Manduchi (Università di Cagliari); Franca Gabriella Piras (ex docente dell’Università di Cagliari); Andrea Mura (regista); Ibrahim Nasrallah (scrittore e poeta);Wasim Dahmash (editore).
AL Ard [DOC] Film Festival ha confermato anche nell’edizione 2020, il gradimento di un pubblico che ha seguito con grande attenzione film e documentari proiettati nell’arco di una settimana. Un festival longevo, che in 17 anni è riuscito a rimanere saldo e fedele all’obiettivo di coniugare arte e cinematografia con l’esigenza di mettere al centro i diritti legittimi della comunità palestinese, di sottolineare le difficoltà quotidiane del vivere sotto assedio, di vedere la propria vita svolgersi all’interno di un campo profughi che diventa, allo stesso tempo, simbolo di oppressione ma anche di identità e solidarietà. E lo fa con gli l’occhi di registi e giovani registe del mondo arabo: uno sguardo spesso duro, capace di raccontare attraverso il documentario la vita in tutte le sue sfaccettature, trattando i temi più svariati dall’ambiente allo sport, e in tutte le età, dall’infanzia negata alla senilità che porta le tracce dell’oppressione e dell`occupazione sionista.
La serata si é conclusa tra le note intense di “Raushana”, concerto del musicista palestinese Marwan Abado.
Il Festival si sposta ora il 24 agosto a Bosa per uno spin off in collaborazione con la Casa del Popolo e la Proloco (qui tutte le info https://www.facebook.com/events/1964545747015390/) e a Gavoi il 28 agosto (https://www.facebook.com/events/499981204174516/event_time_id=499981227507847)