Le elezioni comunali si terranno il 25 e il 26 ottobre. In quei due giorni anche la popolazione di Santa Teresa sarà chiamata a recarsi alle urne per il rinnovo del Consiglio Comunale.
La domanda che i teresini si pongono con insistenza, è la seguente: quante saranno le liste a scendere in campo per contendersi i 16 seggi (oltre la carica di sindaco)? Al momento non è dato sapere. Finora, di ufficiale, c’è solo una civica di centrodestra capeggiata da Giuseppe Poggi.
È da tener presente, comunque, che anche Angelo Murineddu sta gettando le basi per la nascita di una lista, pare con connotazioni di centrodestra, Sembra, tra l’altro, che abbia ottenuto l’adesione di qualche consigliere della minoranza attuale. Nomi, per il momento, top secret.
Non è da escludere, però, che a rompere le uova nel paniere, all’ultimo minuto ci pensi Gianni Usai, che, a dire il vero, dopo l’intervista apparsa sulla “Nuova Sardegna”, sta ricevendo continue sollecitazioni per la formazione di una lista civica con lui candidato sindaco. Nei prossimi giorni, comunque, conosceremo qualche dettaglio in più sulla sua possibile discesa in campo.
Giuseppe Poggi, intanto, sta lavorando sodo, da un lato per chiudere la lista e, dall’altro, per la stesura del programma. A suo modo di vedere sarà un programma basato sulla concretezza, tenendo presente, soprattutto, la realtà socio economica di Santa Teresa, la cui situazione, a parere della popolazione, è piuttosto precaria e richiede di una profonda svolta programmatica in tutti i settori.
Quali proposte, al momento, ti senti di enunciare?
“E’ necessaria una diversa visione della politica, che nel corso degli ultimi decenni ha generato tra i cittadini una profonda crisi di sfiducia”.
Ed allora, per imprimere una svolta a questa tendenza, cosa proponi?
“Un primo aspetto dal quale non si può prescindere, è quello di prendere atto che è giunto il momento storico di un cambiamento radicale, se si vuole evitare l’implosione del sistema”.
“Non si può continuare ad andare avanti senza un chiaro processo politico ed economico, in grado di offrire nuove opportunità di lavoro, soprattutto ai giovani e consolidare le attese dei tanti imprenditori ed operatori commerciali che, anch’essi, puntano a compiere un salto di qualità, sia nell’offerta dei servizi, sia nell’ampliamento e nella ristrutturazione della propria azienda”.
Certo, quel che proponi è particolarmente interessante, ma come ripartire?
“Oggi, detto per inciso, serve riaffermare i principi che stanno a tutela del diritto di tutta la società ad avere un sapere, un insegnamento, per ricostruire insieme il nostro modello di organizzazione sociale. Serve una scelta di campo precisa, capace di ricucire dal basso quello che resiste come forte critica”.
Ed, allora, in merito cosa proponi?
“Per quanto mi riguarda, sottolineo che siamo già agli inizi nell’anno 2020 e, pertanto, sento la necessità di costituire un “gruppo civico” che deve avere un obiettivo chiaro: “Lavorare per la rinascita economica e politica del Comune di Santa Teresa Gallura”.
E attraverso quale percorso pensi di raggiungere quest’obiettivo?
“Si deve partire tenendo conto che la crisi economica sembra un fenomeno irreversibile e, pertanto, deve rappresentare il punto di partenza di tutti i nostri sforzi. Ovviamente si deve tener conto che si è di fronte ad un processo difficile da attuare. Naturalmente per essere risolto è indispensabile fronteggiarlo con un pacchetto d’interventi mirati e specifici, tali da poter affrontare alla radice le vere cause della lunga crisi”.
Una missione quasi impossibile?
“In apparenza sì. Ma per l’elaborazione di un programma credibile e attuabile, la prima domanda che ci dovremo porre è la seguente: è possibile esorcizzare la catastrofe economica che stiamo subendo”?
Come uscire, quindi, dal cono d’ombra, fatto di rassegnazione e abitudine alla sopravvivenza, nel quale Santa Teresa è precipitata?
“Si può uscire con un’azione comune, con la popolazione coinvolta nelle scelte che si andranno a compiere, fermo restando che essa non sia tenuta ai margini della vita politica, bensì diventi protagonista e non comprimaria”.
Si può cercare di dare una forma e non solo un impulso, a questa speranza?
“Certamente è possibile, considerato che la risoluzione di questo problema rappresenta il primo obiettivo del programma, che richiede un percorso semplice per realizzarla”.
Sicuramente ti sarai reso conto che a Santa Teresa tutti avvertono un gran bisogno di cambiamento, non legato esclusivamente ad una banale sostituzione di governanti.
“Tutti a Santa Teresa sanno che in realtà la popolazione non è articolata in militanti agguerriti di Centrosinistra o di Centrodestra”.
“Piuttosto, se vi è un’articolazione rilevabile, è tra gli “attivi” e i “rassegnati”. Bisogna unire gli “attivi” e ridare speranza ai “rassegnati”.
E, allora, elenca alcuni punti attraverso i quali rigenerare uno spirito nuovo nella comunità teresina.
“Bisogna rendere visibile lo spirito di una comunità che si adopera per produrre nuova ricchezza, nuova istruzione, nuova formazione e nuove opportunità”.
“Prima ancora che un programma, è indispensabile “costruire” uno “spirito” e questo non può che essere uno “spirito civico”, nel quale il collante è dato unicamente dall’urgenza del cambiamento, dalla cultura dell’impegno e del lavoro e dal comune obiettivo: un innalzamento rapido della qualità della vita e della bellezza del paese”.
E, allora, secondo te quali sono le tappe da perseguire?
“In questa direzione si delineano alcune tappe:
– una verifica dell’effettiva sussistenza e consistenza di questo campo.
- un progetto non può avanzare se non si raggiunge una compagine minima di persone disposte ad impegnarsi, diciamo in termini simbolici cento persone per iniziare questo percorso.
- è necessario organizzare un incontro a breve per ragionare su politiche radicalmente alternative in fatto di visione del futuro, tempi e forme di produzione del sapere, partecipazione, reclutamento e organizzazione.
Va da sé che in prospettiva, poco prima o direttamente nel mese di campagna elettorale, sia indispensabile realizzare iniziative-incontri con esperti di Ambiente, Turismo, Agricoltura, Urbanistica, Lavori Pubblici, Decoro urbano, Assistenza sociale, Trasporti.
Non si può prescindere, però, dal coinvolgere gli imprenditori che da questi settori traggono sostentamento per le loro aziende, le loro famiglie e i loro collaboratori.
(1^ parte)