Al via giovedì 27 agosto a Baradili (OR) la venticinquesima edizione del Festival Cantiere. Protagonisti della prima giornata Giuseppe Semeraro (premiato con il massimo riconoscimento per le opere di teatro civile), Agostino Cacciabue e Francesco Morittu.
Con il Festival Cantiere grande musica nel paese più piccolo della Sardegna. La storica rassegna, organizzata come sempre da Progetti Carpe Diem per la direzione artistica e organizzativa di Aurora Aru e Franco Marzocchi, animerà il cuore della Marmilla sino a domenica 30 agosto. Grande attesa poi, sabato 29, per l’unica tappa sarda del tour di Bobo Rondelli.
Ma il festival parte forte già dalla prima giornata, grazie a uno dei più importanti testimoni del teatro di narrazione italiano, Giuseppe Semeraro, che lo scorso luglio ha ricevuto il Premio Museo Cervi-Teatro per la Memoria: il massimo riconoscimento per le opere di teatro civile conseguito grazie allo spettacolo “Digiunando davanti al Mare“. La pièce, per la prima volta rappresentata in Sardegna, sarà in scena giovedì 27 agosto alle21,15 a Casa Usai, una delle splendide case a corte nel borgo medioevale di Baradili. Al centro della ricerca di Semeraro c’è la figura di Danilo Dolci: poeta, intellettuale e pedagogo che ha speso la vita a schierarsi dalla parte degli ultimi. Il suo attivismo, nella Sicilia degli anni ’50, gli è valso due candidature al premio Nobel per la pace.
«Quello che più mi interessa in questa figura – spiega Semeraro – sono le sue qualità umane, il suo grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno a sé. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati Siciliani, ricordare all’Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un’utilità pubblica. Dalle vicende umane di questo gigante dimenticato abbiamo creato un pezzo teatrale che tenta non solo di raccontarne i momenti più importanti ma di evocarli con il corpo nudo del teatro».
Ma il Cantiere di Carpe Diem si apre alle 19, a Casa Zedda, con il viaggio in musica di Francesco Morittu, che in Giogu de Contus trasporta il pubblico in un concerto solista di musiche per chitarra classica e chitarra sardo-campidanese.
Completano il cartellone della prima giornata le marionette di Agostino Cacciabue e Rita Xaxa. Alle 20, a Casa della Vite, appuntamento con “Appesi a un filo“, un mosaico composto da momenti di vita del marionettista che si intrecciano con le storie delle sue figure. Le marionette di Cacciabue ballano, soffrono, sperano, ridono, con lo stesso spirito che muove gli esseri umani. Anche per loro, per i pupazzi che calcano il palcoscenico, il destino è sempre appeso a un filo. Lo spettacolo è stato presentato nei principali festival internazionali in Italia e in tournée all’estero: in Senegal, Pakistan, India, Ucraina, Messico, Colombia, Singapore, Svizzera, Slovenia, Francia e Spagna.
I lavori del Cantiere di Carpe Diem proseguono poi sino a domenica 30 agosto con i principali esponenti del teatro italiano di ricerca, da Fabrizio Saccomanno a Giusi Merli (la “Santa” nel film da Oscar di Sorrentino), da Andrea Macaluso a Alessandro Baldinotti. E poi la grande musica, con il già citato Bobo Rondelli, Luca Mannutza e infine il duo composto da Redi Hasa, maestoso violoncellista che da molti anni gira il mondo con Ludovico Enaudi, e Rocco Nigro, giovane protagonista del “Rinascimento salentino”. La venticinquesima edizione del Festival Cantiere – che quest’anno riflette sul tema “Ritratto di un Paese” inteso come indagine sul senso di isolamento e di collettività – è finanziata dalla Regione Sardegna e dal ministero per i Beni Culturali, e sostenuta dai comuni di Baradili e Villa Verde e dal consorzio Due Giare.