Per tali ragioni, l’ONU supporta gli Stati membri nell’attuazione delle misure previste dalla Strategia globale contro il Terrorismo, adottata all’unanimità nel 2006, secondo la quale è opportuno rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite e assicurare la tutela dei Diritti Umani.
E’ fondamentale, quindi, che la comunità internazionale celebri la nascente ricorrenza perché allo stato attuale la lotta al Terrorismo rimane una grande e complessa sfida globale che continua a provocare danni alle singole persone e all’intera società.
Secondo il rapporto Global Terrorism Index 2019 il numero di vittime del Terrorismo su scala mondiale è calato del 15,2% nel 2018 rispetto all’anno precedente, anche se il fenomeno continua a espandersi interessando un numero via via crescente di Stati. Lo studio definisce il Terrorismo “la minaccia o l’uso illegale della forza e della violenza da parte di un attore non statale, per conseguire vantaggi a livello politico, sociale, economico, o religioso attraverso l’uso della forza, della coercizione o dell’intimidazione”. Una definizione che identifica movimenti terroristici che in termini militari hanno carattere insurrezionale come l’Isis, i Talebani o le milizie qaediste.
Sempre secondo il rapporto GTI 2019 rispetto al massimo storico di 33.555 morti per Terrorismo registrato nel 2014, quando lo Stato islamico proclamò il Califfato nei territori dell’Iraq settentrionale e della Siria orientale, il numero è più che dimezzato nel 2018. Nonostante questo dato incoraggiante i primi cinque Paesi dove il fenomeno ancora dilaga in modo atroce e inarrestabile sono: Afghanistan, Iraq, Nigeria, Siria e Pakistan. In Europa il numero delle vittime negli ultimi due anni è certamente calato, ma non si può abbassare la guardia perché il quadro generale è caratterizzato da tensioni e conflitti internazionali.
La prevenzione deve essere, quindi, un imperativo categorico e una costante per tutti i Paesi. Ma altrettanto importante ed efficace deve essere la vicinanza delle istituzioni verso le vittime e i sopravvissuti in tutto il mondo. Guterres, il Segretario Generale dell’ONU, lo scorso anno in occasione della Giornata Mondiale 2019 ha affermato che “Supportare le vittime del Terrorismo è uno dei modi per onorare la nostra responsabilità di difendere i loro diritti e la nostra umanità comune”. Guterres ha anche parlato di “cicatrici profonde” che restano, di “danni permanenti a persone, famiglie e comunità”.
Ed è per questo che ogni anno il 21 agosto deve diventare un obbligo morale per tutti gli Stati. In primis per chi è stato devastato da questo male, ma anche per chi è meno esposto a certi rischi e pensa di essere più al sicuro dal pericolo. I recenti fatti di cronaca hanno dimostrato che nessuno è al sicuro.
Il Terrorismo negli ultimi anni ha sconvolto la vita di molti Paesi. Senza faccia, senza nome e senza biglietto da visita è arrivato nelle piazze, nei teatri, nei centri urbani anche di un’Europa che sembrava lontana da ogni male: Bruxelles, Nizza, Rouen, Berlino (2016); Stoccolma, Parigi, Manchester, Londra (2017); Strasburgo (2018); Londra (2019). Solo in queste stragi, solo dal 2016 a oggi, sono morte centosessantotto persone e quasi mille sono stati i feriti. Non possiamo dimenticare nessuno di loro. Onorare i martiri e aiutare i superstiti deve essere importante come è importante prevenire le stragi terroristiche.
Il CNDDU sottolinea con grande dolore che il Nostro Paese il Terrorismo, mafioso e politico, l’ha conosciuto. Gli attentati e le stragi hanno certamente segnato la nostra storia recente e il nostro modo di vivere e di rapportarci in comunità. Ecco perché l’Italia deve essere in prima linea nella lotta e nella prevenzione al Terrorismo internazionale di qualsiasi forma esso sia.
Ci rivolgiamo soprattutto ai colleghi docenti della scuola italiana affinché contribuiscano alla divulgazione e alla crescita della neonata e solenne giornata celebrativa. Creiamo occasioni di dibattito con i nostri studenti, accogliamo nelle nostre aule i fatti di cronaca attraverso la storia delle vittime le quali possono aiutare a comprendere in modo più empatico la violenza gratuita e ingiustificata del Terrorismo.
Noi oggi scegliamo di ricordare Antonio Megalizzi a nome di tutti gli altri martiri italiani e internazionali vittime del Terrorismo. Antonio, giovane giornalista originario di Trieste, fu ucciso nell’attentato di Strasburgo nel 2018. Morì lì, non lontano dal Parlamento europeo, nel cuore di quell’Europa che tanto amava e che raccontava con l’entusiasmo dei suoi anni belli alla radio Europhonica. Abbiamo scelto di onorare la memoria di tutte le vittime attraverso la figura di Antonio Megalizzi per molti motivi. Questo giovane ragazzo, strappato alla vita ad appena 28 anni, era appassionato di giornalismo, di radio, ma soprattutto dell’Europa. E i suoi sogni somigliavano tanto a quelli che palpitano nel cuore dei nostri studenti.
Ma al Terrorismo interessano i sabotaggi, gli omicidi, le stragi, gli attentati, la paura, il panico, non i sogni, non gli anni belli dei giovani, non la vita. Scegliamo la vita, scegliamola insieme. Contrastiamo la violenza del Terrorismo ricordando Antonio e tutte le vittime innocenti strappate alla vita senza motivo. E anche attraverso la celebrazione di questa giornata, nel nostro piccolo, diamo il nostro contributo affinché la Strategia globale dell’ONU possa migliorare le azioni per contrastare il Terrorismo a livello nazionale e internazionale.