“Il senatore PD Zanda oggi in un’intervista su un quotidiano sardo afferma testualmente che “la giunta regionale dovrebbe puntare i piedi sulla continuità territoriale e curare i trasporti interni”.
Ricordo al senatore Zanda che chi avrebbe dovuto e dovrebbe puntare i piedi nei confronti dell’Europa per tutelare il sacrosanto diritto alla mobilità dei sardi è il governo nazionale.
Da anni subiamo i diktat della Commissione Europea che decide sulle spalle dei sardi imponendo regole che di fatto rendono impossibile poter contare su una reale continuità territoriale da e per la Sardegna.
Questo ha ovviamente ripercussioni gravi sotto tutti i punti di vista, compreso ovviamente quello economico.
È da qui che nasce la battaglia sul riconoscimento dell’insularità.
È da qui che parte quella che orgogliosamente chiamiamo la nuova questione sarda: una profonda riforma istituzionale della Regione in senso federale, rivedendo e rinnovando i rapporti esterni con lo Stato nazionale e con l’Unione Europea.
Sono certo che se avessimo concretamente l’autonomia per gestire questioni come la continuità territoriale, senza esser costretti ad accettare passivamente le decisioni dei burocrati europei e senza la colpevole assenza del governo e del parlamento ora questo problema sarebbe già risolto.
Noi in Regione stiamo iniziando a compiere i primi passi in questa direzione con la Riforma degli Enti Locali che tende a dare maggiori funzioni e competenze ai vari territori.”
Lo afferma in una nota il consigliere regionale del gruppo Cambiamo! UDC Antonello Peru.
“Dal governo e dai parlamentari ci aspettiamo che questa annosa vertenza venga vissuta non come un problema dei sardi ma come una questione nazionale da risolvere facendo valere in Europa il peso di uno Stato membro.
Non mi aspetto certamente che un parlamentare, tra l’altro di un partito che in questo momento è al governo, derubrichi la questione continuità territoriale ad un problema irrisolto dalla giunta regionale.
A ottobre scadrà la proroga dell’attuale regime, quindi a strettissimo giro ci troveremo di nuovo di fronte ad una vera e propria emergenza.
Vorrei che da parte di tutti, ma soprattutto di chi è ora al governo, ci fosse la giusta determinazione ed il giusto impegno per imporre all’Europa di individuare una soluzione definitiva che dia il giusto riconoscimento dei diritti dei sardi.
Questo almeno fino a quando non ci sarà quella auspicabile riforma federalista dello Stato che ci consentirebbe di essere padroni del nostro destino.
Quello di cui invece possiamo fare a meno sono le lezioncine e gli inviti come quelli rivolti oggi dai sardi.
Faccio notare infine che anche sui trasporti interni paghiamo sulla nostra pelle i mancati investimenti per il rifacimento di tutta la rete ferroviaria sarda.
Possiamo continuare ad acquistare e ad inaugurare treni veloci, come accaduto nello scorso mandato con la giunta Pigliaru, ma finché avremo ancora una rete ferroviaria e infrastrutturale nelle condizioni di quella attuale i tempi di percorrenza saranno sempre pressoché gli stessi.”