Nelle piazzole, di 50 metri quadri ciascuna, si potranno coltivare ortaggi, piccole piante da frutto o piante officinali.
Seicento metri quadri di area pubblica destinata allo sviluppo degli orti urbani, un progetto dalle finalità sociali e ambientali.
L’area individuata dall’amministrazione comunale in via Dante Alighieri (tra via Lussu e via Croce) sarà presto trasformata e dedicata alle coltivazioni curate direttamente dai cittadini.
Il bando è aperto ai maggiorenni e residenti a Porto Torres che non sono proprietari né hanno il possesso o la disponibilità di terre coltivabili, né sono imprenditori agricoli.
Dovranno inoltre essere in grado di provvedere direttamente, anche con l’aiuto dei propri familiari, alla coltivazione dell’orto, che sarà assegnato a fronte di un pagamento del canone di concessione di 60 euro l’anno.
Le domande dovranno essere trasmesse entro le ore 12 del 17 settembre 2020, a mezzo raccomandata o via pec.
La graduatoria rimarrà valida per tre anni e potrà essere utilizzata per nuovi assegnazioni derivanti da rinunce o per l’assegnazione di nuove aree eventualmente disponibili.
Maggiori informazioni sui requisiti, sulla modalità di assegnazione e sul regolamento si possono trovare nella home page del sito web del Comune di Porto Torres, nella sezione “Bandi, concorsi e selezioni”, o direttamente a questo link: https://www.comune.porto-torres.ss.it/Servizi/Bandi-Concorsi-e-selezioni/avviso-pubblico-per-lassegnazione-di-orti-urbani
«Il progetto degli orti urbani entra nel vivo – commenta l’assessore all’Ambiente Cristina Biancu – si tratta di un’idea ampiamente condivisa dall’amministrazione e dal consiglio comunale e che ha tantissime finalità.
Oltre a quelle sociali, l’intenzione è favorire la socialità, la cura del patrimonio ambientale e pubblico e fornire un sostegno alle famiglie.
Devo ricordare che la tradizione della Sardegna, e anche quella di Porto Torres prima dell’arrivo della zona industriale, è prettamente agricola.
Torniamo quindi alle origini, dando alle persone che non hanno la possibilità di coltivare i propri ortaggi e i propri frutti a chilometro zero».