Raid e violenze sui Testimoni di Geova in Russia
In occasione della seduta del 23 luglio del Consiglio permanente dell’OSCE, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno pubblicato dichiarazioni ufficiali di condanna contro la Russia per la continua violazione dei diritti umani ai danni dei Testimoni di Geova.
Tali prese di posizione fanno seguito ai 110 raid e alle violenze perpetrate il 13 luglio da forze dell’ordine russe contro centinaia di testimoni di Geova nella regione di Voronezh (clicca qui per leggere la notizia).
Le dichiarazioni di USA, UK e UE
Gli Stati Uniti hanno definito “scioccante” la repressione in atto, come pure il comunicato stampa delle autorità di Voronezh, che “si vantavano” dei 110 raid effettuati contro Testimoni inermi il 13 luglio.
Le giustificazioni addotte dalle autorità russe sono state definite “assurde e vergognose”. Sulla stessa linea il Regno Unito, che si è detto profondamente preoccupato per quella che sembra una vera e propria “campagna organizzata contro i testimoni di Geova”.
Anche l’Unione Europea, a nome di tutti gli Stati membri fra cui l’Italia, si è detta “preoccupata per la situazione dei Testimoni di Geova nella Federazione russa, che continuano a subire una persecuzione sistematica”, e ha ricordato che “tutti, inclusi i testimoni di Geova, devono poter godere in pace dei propri diritti umani, incluso il diritto alla libertà religiosa, […] senza discriminazioni”.
Il rapporto USCIRF
Queste dichiarazioni seguono il rapporto del 17 luglio dell’USCIRF, una commissione americana indipendente sulla libertà religiosa, che ha stabilito un nesso diretto tra la persecuzione subita dai testimoni di Geova in Russia e le attività di gruppi “anti-sette” come la FECRIS (European Federation of Research and Information Centers on Sectarianism), che promuoverebbero una “continua ed efficace campagna di disinformazione contro le minoranze religiose”.
Secondo il CESNUR, è “la prima volta” che “l’ideologia del movimento anti-sette e la sua aggressione alla libertà religiosa […] è denunciata da un documento ufficiale degli Stati Uniti”.