Altra giornata densa di eventi domani per Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu,
che fino a domenica vive la sua la trentatreesima edizione tra Berchidda e gli altri centri del nord Sardegna che aderiscono quest’anno al suo circuito.
La musica prende il via alle 11 alla chiesa di San Giovanni a Mores con il batterista Stefano Bagnoli, già in scena martedì scorso con il Devil Quartet di Paolo Fresu,questa volta alla guida del suo We Kids Trio, una formazione in cui, con un naturale istinto da talent scout, coinvolge periodicamente giovani fuoriclasse:
ad affiancarlo sono infatti Giuseppe Vitale al pianoforte (reduce dall’esibizione in solo di due giorni prima a Bulzi) e Stefano Zambon al contrabbasso,
per un viaggio musicale sulle note di “Dalì”,
l’album targato Tǔk Music uscito lo scorso novembre, che omaggia il grande artista catalano nella sua genialità e follia, con lo spirito di creare un vero e proprio “bozzetto musicale”.
Nel pomeriggio, il festival fa tappa a Ploaghe, nel convento dei Cappuccini (ore 18) in compagnia di un altro trio, quello guidato dal contrabbassista salentino Marco Bardoscia,
insieme al pianista William Greco e al batterista Dario Congedo, suoi conterranei, con cui ha creato da diversi anni un’affiatata collaborazione.
I tre proporranno brani tratti da “The Future is a Tree”, esordio di Bardoscia come leader e primo album di questa formazione, pubblicato lo scorso febbraio per la scuderia Tǔk Music:
un progetto in cui si fondono unjazz “cameristico” ricco di influenze provenienti dalla musica colta, dalle songs e dalla folk music,
alternato a momenti di lirismo a tessiture più squisitamente jazzistiche a forte vocazione ritmica.
Di rientro a Berchidda, dopo la trascinante street parade della Funky Jazz Orkestra (alle 19.45) per le vie del paese,
il concerto serale (ore 21.30) vede sul palco di piazza del Popolo il quartetto di Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani,
due grandi interpreti del jazz italiano, rispettivamente alla tromba e al sassofono, con Alberto Gurrisi all’organo Hammond e Marco Valeri alla batteria nel progetto “Connections”,
alle prese con un repertorio che spazia tra standard e composizioni originali, fortemente connotato dal punto di vista ritmico e impreziosito dall’incontro tra la tecnica sopraffina del trombettista torinese,
considerato uno dei migliori a livello internazionale per la sua tecnica sopraffina e per il feeling che caratterizza i suoi assoli, e il fraseggio fluido del sassofonista di Terracina.
Poi ancora musica, sotto l’insegna “Time after Time”, per l’ultimo appuntamento nello spazio dopoconcerto,
sotto la guida del batterista Giovanni Gaias e della sua trascinante band, con Jim Solinas all’organo hammond e Giuseppe Spanu alla chitarra,
che domani ospiteranno le atmosfere dub e reggae portate in dote da Forelock,
uno dei pilastri isolani del ritmo in levare e voce della band Arawak,
balzato dalla Sardegna sulle scene nazionali ed europee, fino a esibirsi accanto alle stelle del firmamento giamaicano.
Altri appuntamenti Accanto ai concerti, come sempre, vari altri appuntamenti completano il palinsesto della giornata di domani (venerdì 14).
Tre diversi laboratori completano il programma didattico di Time to Children,
la sezione del festival dedicata ai bambini e all’educazione musicale.
Alle 10, nella pineta dell’asilo “Sacro Cuore”, il percussionista Danilo Mineo conduce “Ecoritmia”, un laboratorio per bambini di età compresa tra i 6 e i 13 anni,
che prende spunto dalla lettura del Libro dei perché di Gianni Rodari e dalle tante storie che vi sono contenute:
Perché piove? Perché abbiamo il giorno e la notte? Perché le piante crescono? Perché crescono i capelli?
Domande che diventano spunti per riflettere sul rapporto che intercorre tra processo musicale e processi naturali e sull’idea di ritmo ciclico.
Attraverso vari giochi musicali, l’improvvisazione collettiva e la conduzione musicale,
il laboratorio ha come obiettivo quello di suonare insieme ed eseguire una composizione musicale che trovi una risposta al Perché?
e, nello stesso tempo, evochi quello che in natura si manifesta ciclicamente, il Ritmo.
Alle 11.30, negli stessi spazi della pineta dell’asilo, Davide Madeddu tiene invece “TimeInAfrica – Kakilambe percussion”, un laboratorio rivolto a bambini e ragazzini tra i dieci e i quattordici anni,
incentrato sul Kakilambe, una danza diffusa nell’Africa occidentale, in particolare nel Mali, ma anche in Guinea e Senegal.
Per le popolazioni Baga si tratta di un ritmo molto importante: viene suonato infatti per celebrare il passaggio dall’adolescenza alla pubertà.
I ragazzi del villaggio per compiere questo rituale d’iniziazione devono trascorrere un mese da soli nella foresta e poi fare ritorno più consapevoli,
coi segni nel corpo e nella mente della crescita avvenuta.
Il laboratorio di Davide Madeddu proverà a far trascorrere ai suoi giovanissimi allievi, non un mese, ma qualche ora,
in compagnia degli alberi, della musica, dei racconti, alla ricerca del proprio spirito guida all’interno della foresta dei ritmi africani.
Dedicato non solo ai giovanissimi, completa il quadro delle attività didattico-musicali l’ultimo appuntamento, alle 17 (sempre alla pineta dell’asilo) con il “Drum Circle” di Stefano Baroni:
una coinvolgente attività in cui un gruppo di persone si trova insieme a suonare tamburi e percussioni,
sperimentando ed espandendo il senso di unicità e di unità tramite il sostegno del facilitatore, che attraverso semplici tecniche,
il linguaggio del corpo e la mimica rende facile e immediato per tutti essere a ritmo e creare musicalità coinvolgenti.
Accessibile a persone di ogni età e cultura,
“Drum Circle” sta conoscendo sempre più espansione e applicazione in ambito aziendale, sociale, terapeutico, clinico, ricreativo, formativo e pedagogico.
Proseguono poi le presentazioni editoriali nel cortile della casa di Time in Jazz a Berchidda, Sa Casara: domani (venerdì 14), alle 19, è la volta di “Perigeo.
Una storia tra innovazione e sperimentazione” (edito da Stampa Alternativa), il saggio del giornalista musicale Luigi Onori dedicato al gruppo jazz-rock italiano di culto negli anni Settanta.
Nel volume si ripercorre la storia dei Perigeo e dei suoi componenti – Giovanni Tommaso, Franco D’Andrea,
Bruno Biriaco, Claudio Fasoli e Tony Sidney -, sullo sfondo dei movimenti giovanili dell’epoca, in un periodo di crescita e trasformazione sociale, culturale, sonora e discografica.
Il gruppo si sciolse all’apice del successo, nazionale e internazionale, nell’autunno del 1977,
lasciando nei suoi tantissimi fan un legame duraturo, alimentato da varie reunion (l’ultima il 23 luglio dello scorso anno a Firenze).
Oltre alle presentazioni editoriali, Sa Casara ospita al suo interno le varie mostre allestite per questa edizione di Time in Jazz, dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 21.30.
“10 Years of Tǔk Music” celebra il decennale dell’etichetta discografica fondata da Paolo Fresu, ripercorrendone la storia attraverso gli artwork degli album e i video clip prodotti da artisti,
grafici e designer di fama nazionale e internazionale, tra cui Alessandro Gottardo, Anna Godeassi, Barbara Valsecchi, Oscar Diodoro, Mario Dondero, Francesco Bongiorni e Malala Andrialavidrazana.
Il racconto della passata edizione del festival, con i suoi volti, le sue emozioni e le sue suggestioni,
si può rivivere invece attraverso le fotografie di Roberto Sanna e Daniele Franchi, mentre “CasArt – Casa d’Arte Time in Jazz”, propone le opere della Collezione di Arte contemporanea,
nata in seno al progetto PAV – Progetto Arti Visive nel 1997, grazie al generoso contributo degli artisti che negli anni hanno partecipato alle iniziative del festival.
Alla Casara sono presenti anche le installazioni dell’artista Betty Casula, i “Cerchi diVini”, ispirati alla Fiber Art di Maria Lai,
e in collaborazione con Madriche, la mostra “Animas – Labirinti memografici” di Filippo Franco Boe:
attraverso 114 dipinti in acrilico su tavola, l’artista sardo ripercorre il ricordo di centinaia di volti e ritratti, in un viaggio immaginario dalla memoria al cuore.
Anche le strade di Berchidda quest’anno raccontano lo spirito del festival, grazie agli allestimenti di arte urbana ideati da Gianni Melis e Claudia Spina, tra giochi di luci e tessuti.
Anticipazioni sulla giornata di Ferragosto
Nel rispetto delle misure anti-covid, quest’anno non ci sarà il tradizionale pranzo di Ferragosto nelle chiesette della campagna intorno a Berchidda,
un momento immancabile di ogni edizione di Time in Jazz.
Ma il festival riserva comunque diversi appuntamenti “extra moenia” per la giornata di sabato, tutti in programma nella chiesetta campestre di Santa Caterina,
a pochi chilometri dal paese. Dedicato ai bambini (ma non solo) lo spettacolo in agenda alle 10:
il regista, attore e autore Giancarlo Biffi – con la partecipazione di Sonia Peana, Catia Gori e Paolo Fresu –
ritorna al festival per proseguire il suo racconto delle avventure dell’intrepido e coraggioso gufetto Rosmarino, protagonista del racconto “Cuore di nonna”.
Si parla dello stato di salute della cultura in Italia in questi tempi segnati dal coronavirus nell’incontro proposto in collaborazione con la Federazione Nazionale il Jazz Italiano IJI:
intervengono Emiliano Deiana, Presidente dell’ANCI Sardegna, e Severino Salvemini, Professore ordinario dell’Università Bocconi di Milano, economista d’impresa e delle istituzioni culturali.
Al termine dell’incontro, una esibizione in solo di Guglielmo Pagnozzi, il sassofonista e clarinettista bolognese che il pubblico del festival ritroverà poi,
in serata, sul palco centrale in Piazza del Popolo alla testa del suo Voodoo Sound System.
Ancora due appuntamenti in scaletta a Santa Caterina nel pomeriggio. Alle 17 Rosa Maria Meloni, insegnante e dottore di ricerca in Scienze Sociali dell’Università di Sassari,
presenta il suo studio “La Tribù sonora – Time in Jazz tra identità, turismo e territorio” (edizioni CISU),
in cui ha ricostruito lo stretto legame tra l’identità culturale del festival e quella dei luoghi in cui si svolge.
Chiusura del pomeriggio campestre all’insegna della musica tradizionale sarda con Giacomo Vardeu, giovanissimo virtuoso dell’organetto diatonico.
Al rientro in paese, un concerto della banda musicale Bernardo De Muro, autentica istituzione locale e fucina di talenti
(nelle sue fila ha mosso i primi passi tra le note, da giovanissimo, lo stesso Paolo Fresu),
alle 20 nella piazzetta Riu Zocculu, farà da prologo gustoso all’ultimo concerto di quelli in programma sul palco di Piazza del Popolo:
al centro dei riflettori a partire dalle 21.30 il gruppo Voodoo Sound System di Guglielmo Pagnozzi con un ospite speciale del calibro di Roy Paci.
Biglietti e abbonamenti
L’ingresso è a pagamento per i concerti in programma in piazza del Popolo a Berchidda: il biglietto intero costa 25 euro, 22 il ridotto.
Riduzioni previste per gli over 65, gli studenti universitari e i soci Time in Jazz.
I posti sono limitati, per garantire il distanziamento tra gli spettatori previsto dalle misure anticontagio.
Si può accedere all’area concerti solo con biglietti o abbonamenti digitali, scaricabili su smartphone e da esibire all’ingresso:
una modalità che permette di evitare gli assembramenti e il contatto fisico con il biglietto cartaceo.
Prevendite online su Vivaticket dove è possibile effettuare anche le prenotazioni obbligatorie per l’ingresso a tutti gli altri concerti a ingresso gratuito,
in programma nei diversi centri che aderiscono a questa edizione del festival.
Anche in questo caso, i posti sono limitati, e si potrà accedere solo esibendo all’ingresso la prenotazione su smartphone o supporto cartaceo.
La trentatreesima edizione del festival Time in Jazz è organizzata dall’omonima
La segreteria di Time in Jazz risponde al numero 079703007 e all’indirizzo di posta elettronica [email protected].
Aggiornamenti e altre notizie sono disponibili sul sito www.timeinjazz.it e alla pagina www.facebook.com/timeinjazz.