Dal 9 settembre prenderà infatti vita quello che possiamo definire un trittico di concerti, che partirà da Trinità d’Agultu e Vignola, l’11 farà tappa a Orune e si concluderà a Dolianova il 13 settembre, sempre alle ore 22.
Alessio Ninu ha appena concluso, il 4 settembre, il progetto “Setterane e tutti i gradi di un passaggio” portando in scena uno spettacolo multidisciplinare profondamente toccante e in grado di cristallizzare la bellezza di luoghi come il sito archeologico di sant’Efis a Orune, la cattedrale romanica di San Pantaleo a Dolianova e la Torre Aragonese di Isola Rossa.
IL CONCERTO E LA SUA STORIA. Alessio Ninu, artista poliedrico, autore di testi, musiche, scenografie, coreografie, regia luci e costumi di tutti i suoi spettacoli, racconterà la sua produzione musicale a partire dai brani scritti ormai 25 anni fa.
L’esordio discografico risale al 1999 con “L’eterno soffio di chi fu mortale“, album scritto tra gli anni del liceo e la successiva partenza a Roma, dove l’artista rimarrà per 20 anni, proseguendo la sua carriera musicale e teatrale. Il regista e critico musicale Giandomenico Curi definì da subito Alessio Ninu “ermetico nello stile, colto nel linguaggio, autore di un lavoro duro e difficile che non rimanda a niente e a nessuno”. Il poeta Mario Luzi vide in lui “un genio mistico e romantico” appena pubblicato l’album “Quel che resta“, piccola raccolta di brani inediti che Ninu ha scritto tra il 1996 e il 2000.
Alessio Ninu. “Porterò in scena gli anni della mia formazione artistica e culturale. La scaletta del concerto racconta un percorso creativo che abbraccia il decennio 1995-2005. Davvero una vita fa! Per me è come rivivere certi inverni fatti di album fotografici da sfogliare, quando ogni foto, stampata, emanava sacralità, raccontava quel momento irripetibile che i rullini, con un numero limitato di scatti, sapevano regalare. Alle mie spalle la scenografia che ho ideato e realizzato ormai quasi vent’anni fa, caratterizzata da grandi cilindri telescopici di che catturano la luce e la sviluppano in altezza, a simboleggiare uno scambio di energia tra la terra e il cielo. Per me è come staccarmi da me stesso e osservarmi mentre rivivo tutto quello che ho fatto. Si tratta di un passaggio necessario per capire dove voglio andare adesso.
Nei prossimi mesi ho effettivamente tanti progetti da portare avanti, tuttavia voglio ritagliarmi del tempo per scrivere di un nuovo viaggio”.
Sul palco con Alessio Ninu (voce, chitarra, tastiere, flauto, armonica), Alessio De Vita (violino), Enrico Piredda (chitarra classica), Daniele Porta (chitarra elettrica), Massimo Battarino (basso), Alessandro Atzori (batteria/percussioni), Luca Cogoni (tastiere/pianoforte), Eleonora Alice Ninu (performer/ballerina).