La strage nazista iniziò con i rastrellamenti di Baveno, piccolo comune dell’attuale provincia di Verbano -Cusio -Ossola, del 13 settembre e proseguì fino al 3 ottobre del 1943, facendo registrare 57 vittime. Il maggior numero di morti si ebbe a Meina, dove 16 ospiti ebrei dell’hotel Meina furono uccisi e gettati con zavorre nel lago.
“Adesso con questa storia dei cadaveri che galleggiavano a Meina, la signora Sinigaglia ci tornò, in bicicletta, per vedere se c’era qualcuno dei Modiano.
Davanti alla villa Mondadori, fu bloccata dai tedeschi. Si fermò sulla spiaggia, che c’era sotto la spiaggia, vide allineate cinque o sei salme, gonfie d’acqua, legate all’altezza del torace e alle gambe con del filo di ferro.
Al largo c’era due barche, con sopra quattro SS, ragazzi giovanissimi, sui sedici anni, l’età di mio figlio pensò la signora Sinigaglia.
Una delle due barche venne a riva. I soldati legarono a poppa una salma e la barca ripartì lentamente, mossa da uno dei giovani, che remava. Quando giunsero a cento metri dalla spiaggia, due altri giovani furono visti armeggiare sulla barca.
Poi, con le baionette, si misero a bucare il cadavere, finché andò a fondo. Tornati a riva, ripeterono l’operazione con gli altri corpi.
Per due ore, inebetita, la signora Enrica Sinigaglia restò lì a vedere quel silenzioso viavai della barca, con la sagoma bianca che galleggiava dietro.
Non seppe mai chi fossero quei morti.” (Marco Nozza, Hotel Meina. La prima strage di ebrei in Italia, p 118)
Giorgio Bocca sull’episodio scriverà: “La storia di Meina è la summa di una persecuzione tanto chiara nei suoi effetti quanto oscura nelle sue origini.”
La crudeltà dell’uomo sull’uomo non ha confini nelle descrizioni che i superstiti hanno tramandato con le proprie testimonianze.
Soprattutto perché i protagonisti di simili orrori erano giovanissimi, già resi insensibili dalla cultura dell’odio e svuotati di ogni empatia, anche difronte a corpi di coetanei o bambini. L’ideologia della violenza produce mostruosità, aberrazioni, crudeltà alle quali disgraziatamente l’animo umano è molto incline di suo, se non si interviene con l’educazione.
Quello che viene definito “buonismo” in realtà è l’unico baluardo rispetto a una feroce sarabanda in cui precipiterebbe il popolo umano se non intervenissero “nozze e tribunali ed are”.
Molte volte nemmeno bastano, quando le società vengono avvelenate dalla xenofobia, dal classismo, dal razzismo e dal sessismo. Dalla convinzione che il più forte possa fare quello che vuole del più debole.
Il CNDDU propone un percorso figurativo basato sulla creatività e l’immaginazione relativo agli eventi descritti e non solo, attraverso il quale gli studenti possano far emergere sentimenti positivi e solidali.
Una grande mostra virtule denomiata “Biennale della Legalità e della Solidarietà Umana” dedicata alla celebrazione dei diritti civili.
I contributi delle varie scuole, previa selezione da parte dei docenti di riferimento, dovranno essere raggruppati e inviati in un unico file all’indirizzo mail [email protected] con relative autorizzazioni per la pubblicazione