E’ da ieri che i lavoratori dell’Ilva manifestano con tutta la loro rabbia per denunciare l’insostenibilità che si è venuta a creare ormai da mesi all’interno degli stabilimenti e in particolare in quello di Taranto.
A loro va tutto il mio pieno sostegno. La pericolosità degli impianti per l’assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria, l’aumento dei lavoratori di manutenzione e di esercizio in cassa integrazione, l’assenza di prospettive per i lavoratori in AS, la sospensione degli interventi di ambientalizzazione, l’aumento delle fermate degli impianti e il mancato pagamento delle retribuzioni dei lavoratori degli appalti, anche questi in gran parte licenziati o in cassa integrazione: tutto questo rende ormai il clima infuocato.
Urge una convocazione immediata da parte del prefetto di Taranto e del Governo, la trattativa è ormai attesa dal 9 giugno.
Si è rotto definitivamente qualsiasi rapporto di dialogo e di fiducia con il gruppo industriale franco indiano che, non solo non ha fatto nulla per cercare di rimediare, ma ormai da mesi tiene un comportamento in forte contrasto con tutti: lavoratori, cittadini e un’intera comunità.
Cosa aspettano i ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo? Ora che la campagna elettorale si è conclusa, si può iniziare un serio confronto senza pregiudiziali sul futuro della più grande acciaieria europea?
La situazione è ormai insostenibile, continuiamo a chiedere un intervento immediato delle istituzioni per porre fine a una lunga agonia che dura ormai da 8 anni e per dare una prospettiva occupazionale, ambientale, economica e produttiva al nostro Paese.