È davvero questa la migliore soluzione possibile? È così che l’Azienda regionale dei trasporti della Sardegna e la Regione, in mesi e mesi di tempo, hanno pensato di risolvere i problemi legati al ritorno a scuola in periodo di emergenza sanitaria? Veramente la Regione non è stata in grado di fare meglio? Quanti saranno gli studenti sardi che non troveranno posto sui pullman e che saranno costretti a rinunciare alle lezioni? Ancora una volta la Regione ha perso un’occasione per dimostrare di essersi impegnata nel fronteggiare questa situazione emergenziale con coscienza e responsabilità.
“Garantire il diritto allo studio significa anche garantire a tutti gli alunni il servizio di trasporto pubblico per poter raggiungere la scuola. E penso soprattutto alle tante realtà sarde che distano decine di chilometri dagli istituti superiori. Eppure, stando alla nota dell’ARST diffusa lo scorso 18 settembre, sembrerebbe che non ci sia stata alcuna programmazione, piuttosto che l’Azienda stia aspettando il verificarsi delle criticità per agire di conseguenza. Inconcepibile”.
Questo l’attacco del consigliere regionale del m5s Michele Ciusa, alla luce della nota in cui l’ARST informa che il numero delle corse resterà invariato, che la capienza sarà ridotta all’80 % e che potrebbero verificarsi delle criticità, non prevedibili a priori.
“Nella nostra regione il tasso di dispersione scolastica sfiora il 23%, mentre a livello nazionale raggiunge il 14%. Ma chi la governa evidentemente non ha interesse ad incentivare la frequenza, se dal mese di marzo non si è riusciti ad assicurare il servizio di trasporto in sicurezza agli studenti.
“Noi non accettiamo che si attenda il verificarsi dei problemi per programmare corse sicure. La Regione si attivi per bloccare i disagi sul nascere. Se il parco mezzi dell’ARST non è adeguato a fornire il servizio lo si dica chiaramente, in caso contrario, si faccia il possibile per non lasciare nessuno a terra. Da subito, immediatamente, da oggi”.