In questo modo si presenta la mostra “Le vene rosse di Ulassai” inaugurata al Museo dell’emigrazione di Asuni durante il “terre di confine” film festival e visitabile per tutto ottobre da martedì a sabato pomeriggio (dalle 15 alle 19) e la domenica anche la mattina (dalle 10 alle 13).
Una serie di foto, realizzate da Enrico Lai, in cui Chiara Mulas utilizza alcuni elementi chiave dell’opera di Maria Lai riuniti in contesto fantasmagorico. Lana, sedie, pistole e lei con l’abito tradizionale di Gavoi (il suo paese).
Immagini che sembrano tramutarsi in pittura, come icone di un tempo indefinito. La mostra fotografica è accompagnata dal trittico video “Ruviu, Biancu, Nigheddu” della stessa artista.
Una metafora della terra madre, una riflessione della condizione femminile e una poesia al padre al centro delle performance mostrate in tre video mandati in loop su altrettanti schermi.
Con l’inauguarazione di un’altra mostra, “A festival can hide another – Un festival ne può nascondere un altro” di Alessandro Mirai, comincerà venerdì l’ultima parte della rassegna: tre giornate a Solarussa che da diversi anni affianca Asuni come sede della manifestazione.
Si tratta di scatti realizzati nel 2017 da Mirai in qualità di fotografo accreditato al Midnight Sun Film Festival di Sodankyla, in Lapponia. Importante manifestazione cinematografica, che ha tra i fondatori il grande regista finlandese Aki Kaurismaki, gemellata con il festival sardo organizzato dall’associazione Su Disterru.
Dal 2 al 4 ottobre, tra Casa Sanna e Casa Naitana, si svilupperà il ricco programma di incontri e proiezioni. Tra i film scelti dalla direzione artistica “Assandira”, il nuovo lungometraggio di Salvatore Mereu, “Surbiles” di Giovanni Columbu e la versione restaurata di “Processo a Caterina Ross” di Gabriella Rosaleva. Con ospiti tutti e tre i registi.