Un appassionante racconto per quadri ispirato ai capolavori della storia del popolare ballo argentino, reinterpretati dai due danzatori, mimi e attori in un affascinante carosello di emozioni. Un percorso nei labirinti della mente e del cuore, un invito a riflettere sulla fragilità e volubilità con un affresco di varia umanità – tra vizi e virtù – al ritmo sincopato di “un pensiero triste che si balla”. Lo spirito del tango rivive sulla scena tra le molteplici sfaccettature e le sottili sfumature di una danza che rappresenta anche un modo di vivere e pensare – abbandonandosi al fuoco della passione.
Sotto i riflettori Marcelo Guardiola – attore, ballerino, musicista e regista di teatro, nato a Buenos Aires, che dal 1999 porta avanti il suo “TangoTeatro”, una forma di spettacolo che integra la musica, la danza e la poesia del tango e Giorgia Marchiori – ballerina, coreografa e attrice, laureata in filosofia, che dal 2003 inizia la sua collaborazione artistica con Marcelo Guardiola formando il duo Los Guardiola, che con una cifra originale racconta storie senza parole attraverso l’unione della danza e del teatro gestuale.
Focus sulle infinite storie, romantiche e avvincenti, ma anche ironiche e perfino grottesche narrate sulle note vertiginose e struggenti di autori come Astor Piazzolla e Carlos Gardel, in uno spettacolo affascinante e ricco di pathos e umorismo, ispirato alla “comédie humaine” e alle tante anime del tango argentino.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Un incantevole “Omino della Pioggia” – giovedì 1 ottobre alle 18 – per un sogno ad occhi aperti tra mille bolle di sapone: Michele Cafaggi (Premio Nazionale Franco Enriquez 2016) interpreta le poetiche avventure di un personaggio misterioso, un moderno clown alle prese con gocce d’acqua e fiocchi di neve. “La Fantasia è un posto dove ci piove dentro” spiega il sottotitolo dello spettacolo “senza parole” adatto a grandi e piccini, che rivela «la magia delle piccole cose». Tra atmosfere oniriche e deliziose invenzioni l’“Omino della Pioggia” si confronta con la complessità del mondo e il senso dell’esistenza con grazia e leggerezza e il piacere fanciullesco della meraviglia.
Classici accenti e scoppiettanti gags – venerdì 2 ottobre alle 18 – con la “Sonata per tubi” della Compagnia Nando e Maila (al secolo Ferdinando D’Andria e Maila Sparapani) che eseguono celebri melodie utilizzando dei semplici tubi di plastica e via via i diversi attrezzi circensi, trasformandoli in strumenti musicali. Una pièce coinvolgente che insegna a guardare oltre le apparenze per scoprire la “voce” degli oggetti: “Sonata per tubi” è uno spettacolo-concerto in cui si mescolano acrobazie, giocoleria e musica. «Ogni cosa che tocchiamo o facciamo emette suono: sia gli attrezzi di circo, che il palco, che noi stessi» sottolineano gli artisti e infatti la scena si riempie di hula hoop sonanti, clave che diventano sax e diaboli sonori, per il divertimento di grandi e piccini.
“Circo in Villa” 2020 si chiude in bellezza – sabato 3 ottobre alle 18 – con “Kalinka”, fortunato spettacolo della Compagnia Nando e Maila che mette in scena, tra suggestioni “felliniane” e rimandi alla grande tradizione sovietica, “Il Circo Russo come non l’avete mai visto”. Un intrigante viaggio “dietro le quinte” in compagnia di Mascherpa, sedicente e alquanto “sgangherato” impresario e della primadonna Maila Zirovna, reduce (a suo dire) dai prestigiosi palcoscenici e dalle tournées internazionali del circo sovietico. Nell’incontro-scontro tra i due personaggi – figure emblematiche del circo tradizionale – nascono screzi, incomprensioni, perfino dispetti, in una drammaturgia rigorosa e ludica, fatta di ironici e buffi duetti tra musica e danze, che si tinge di tenerezza e poesia.
“Circo in Villa” 2020 – la I Rassegna Internazionale di Circo Contemporaneo in programma a Villa Pollini a Cagliari – è organizzata dal CeDAC/ Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiBACT e della Regione Sardegna e con il patrocinio del Comune di Cagliari, con la preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna e con il contributo della Fondazione di Sardegna e l’apporto di Sardinia Ferries che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio per e dalla Sardegna.
INFO & PREZZI
Ingresso 2 euro – (indispensabile la prenotazione)
per informazioni e prenotazioni: cell. 3454894565 – e-mail: [email protected]
www.cedacsardegna.it
- In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno presso il TsE di Is Mirrionis a Cagliari
CONTATTI: Ufficio Stampa CeDAC/ Sardegna:
Anna Brotzu – cell. 3286923069 – e-mail: [email protected] -whatsapp (only) 3298235720
Circo in Villa – 2020
LE NOUVEAU CIRQUE O CIRCO CONTEMPORANEO
Il “nouveau cirque” si è affermato in Italia e in Europa verso la fine del Novecento quale moderna evoluzione – o “rivoluzione” – della tradizione circense più adatta a una sensibilità contemporanea con l’inserimento di una drammaturgia con temi e elementi narrativi da cui prendono spunto e intorno a cui si sviluppano le singole scene a comporre una storia – ricca di excursus e acrobatiche o clownesche “divagazioni”, in cui gesti e oggetti acquistano nuovi significati, tra comicità e pathos.
Sulle tracce delle ottocentesche produzioni circensi “a tema” e degli straordinari spettacoli del circo sovietico nel ventesimo secolo il “nouveau cirque” conquista nuovi e antichi pubblici con la contaminazione e la sintesi tra diversi linguaggi della scena – teatro, danza e musica – e le arti circensi: tra le prime compagnie storiche il Circo Bidone e il Cirque Archaos, poi il Cirque Plume di Bernard Kudlak, il Circus Baobab di Pierre Bidon e ancora il Circus Oz e il Cirque du Soleil – al di qua e al di là dell’oceano – mentre fin dagli anni sessanta a Parigi, dalla commistione fra teatro e circo, ha visto la luce il celeberrimo Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine.
La nascita del “nouveau cirque” ha dato nuovo impulso a scuole e accademie in cui gli allievi studiano e si perfezionano nelle diverse discipline – dalle tradizionali arti circensi alla recitazione, la danza, la musica – che permettono loro di valorizzare al massimo il proprio talento e le proprie capacità espressive.
Una “rivoluzione” culturale iniziata negli Anni Settanta, in cui il tradizionale circo con gli animali lascia spazio a un nuovo genere di spettacolo non meno avvincente, incentrato sulle molteplici abilità e sul talento istrionico degli interpreti oltre che sul fascino di un racconto per quadri che segue talvolta una vera e propria trama oppure evoca situazioni “a tema”. Il “nouveau cirque” trae ispirazione anche da fondamentali esperienze del teatro d’avanguardia del Novecento e dalle produzioni di compagnie come i Momix, Pilobolus e La La La Human Steps o – sul versante teatrale – dalla ricerca e la sperimentazione di nuovi linguaggi e dalle “contaminazioni” di compagnie e gruppi come i Krypton, Magazzini Criminali, La Gaia Scienza, Falso Movimento e perfino la poetica originale e trasgressiva di un artista come Lindsay Kemp. Un nuovo immaginario e un’osmosi tra le arti – scaturiti da una feconda temperie culturale – trovano piena rispondenza nel “nouveau cirque” dove convergono danza classica, contemporanea e moderna e discipline ginniche/acrobatiche a comporre una nuova “grammatica” scenica tra forme plastiche e corpi in movimento, effetti e giochi di luci e ombre, musica e invenzioni per creare atmosfere fiabesche o da sogno, perfino fantascientifiche e disegnare nuovi e inediti paesaggi e molteplici e potenti suggestioni, in grado di sedurre gli spettatori più smaliziati e incantare un pubblico di ogni età.
IL LUOGO
Villa Pollini sorge ai piedi del colle di San Michele e deve il suo nome al conte Gaetano Pollini, ricco commerciante di grano trapiantato in Sardegna ma di origine ligure, che la fece costruire nel 1812.
L’edificio fa parte di un piccolo nucleo urbano comprendente una cappella, dedicata all’Immacolata, oggi distrutta, i locali per l’attività agricola e per il personale. La facciata, in stile neoclassico, ha uno sviluppo orizzontale con una tripartizione sottolineata da due corpi laterali avanzati timpanati e da un corpo centrale curvilineo, in cui si apre un bel portale affiancato da colonne e sovrastato da un balcone. Di fronte si sviluppava un ampio giardino all’italiana, di cui restano alcune palme e la vasca di una fontana circolare, mentre sul retro un vasto cortile ospitava gli ambienti destinati alle attività agricole. I diversi proprietari che, dopo i Pollini, hanno abitato la villa, tra cui Francesco Zedda Piras, che in onore della consorte, la chiamò Villa Doloretta, hanno certamente modificato la disposizione interna originaria, di cui non sono rimaste testimonianze.
Acquisita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dopo i lavori di restauro, dal 2007 è sede operativa della Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano.