Cannella e prediabete: perché parlarne?
Per una volta mettiamo da parte la ricerca nostrana per focalizzarci su uno studio, condotto dal Dr Giulio Romeo del Boston’s Joslin Diabetes Center, che ha valutato i potenziali benefici della cannella nel prediabete e, perciò, degno anche del nostro interesse.
La Sardegna, infatti, è la regione con il maggior numero di nuovi casi di diabete all’anno e il suo triste primato è uguagliato, a livello globale, solo dalla Finlandia.
Benché i dati suddetti si riferiscano al diabete di tipo 1, o diabete infantile, in questi ultimi anni si è registrato anche un aumento del diabete di tipo 2, o diabete dell’adulto, per via di uno stile di vita sempre più sedentario e di una dieta non bilanciata.
Lo sviluppo del diabete di tipo 2, tuttavia, è progressivo e attraversa una fase nella quale si può ancora intervenire. Si tratta, per l’appunto, del prediabete. Conosciamolo da vicino!
Prediabete: una condizione da non sottovalutare
Si parla di prediabete quando la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, è di 100-125 mg/dL a digiuno oppure 140-199 mg/dL dopo 120 minuti dal carico di glucosio. Superati questi valori si parla di diabete conclamato.
Una persona può avere il prediabete per diversi anni senza manifestare alcun sintomo e quindi non sapere che la propria salute è in pericolo. Se non viene riconosciuto e trattato tempestivamente, infatti, può lasciare il posto al diabete e alle sue complicanze.
Affinché ciò non avvenga, dunque, è indispensabile praticare attività fisica in modo costante e curare la dieta in termini di quantità, qualità e combinazione degli alimenti. Ed è proprio qui che entra in gioco la cannella!
In Sardegna questa spezia è usata per aromatizzare i dolci, ad esempio i mostaccioli di Oristano, ma la ricerca del Dr Romeo suggerisce che, la sua presenza nella dieta di tutti i giorni, potrebbe giovare alle persone a rischio di diabete. Scopriamone di più!
Cannella e prediabete: lo studio pilota
Gli effetti della cannella sul controllo della glicemia erano già stati valutati in passato, prima di questa ricerca, ma i dati ricavati dai diabetici erano contrastanti, probabilmente perché – come ipotizzano Romeo e colleghi – erano falsati dai farmaci assunti dai pazienti.
Gli autori, quindi, si sono chiesti quali effetti potesse avere la cannella sul prediabete, la cui gestione non richiede farmaci, e hanno coinvolto 54 persone di 20-70 anni con:
- glicemia a digiuno di 100-125 mg/dL;
- glicemia a 120 minuti dal carico di glucosio di 140-199 mg/dL;
- emoglobina glicata pari al 5,7-6,4%.
27 hanno assunto 500 mg di cannella cinese, la più comune nei supermercati, 3 volte al dì per 12 settimane. Gli altri 27, invece, hanno assunto il placebo con lo stesso schema.
Molto importante: i volontari sono stati assegnati random ai due gruppi; inoltre né loro, né il personale sanitario, conoscevano le sostanze testate per non influenzare i risultati.
Ma cosa è emerso dalla ricerca?
Dopo 12 settimane la cannella si è rivelata più efficace del placebo nel controllare la glicemia. Ha ridotto, infatti, sia quella a digiuno, con differenze di 5 mg/dL, sia quella dopo 120 minuti dal carico di glucosio, a indicare che i tessuti rispondevano meglio all’insulina.
Il meccanismo con cui esplicherebbe tali effetti non è chiaro ma è probabile che la cannella, in base a quanto emerso dagli studi sperimentali, riduca il glucosio nel sangue:
- favorendone l’ingresso nei muscoli attraverso la proteina GLUT4;
- aumentando la secrezione d’insulina attraverso l’ormone GLP-1.
Conclusioni e prospettive per il futuro
I risultati dello studio, per quanto non conclusivi, sono promettenti e pongono le basi per studi di maggiore durata e con campioni più numerosi per valutare se effettivamente, la cannella, possa aiutare a prevenire il diabete nel contesto di uno stile di vita sano.
A prescindere dalla sua reale efficacia, infatti, chi ha valori di glicemia al limite dovrebbe:
- dimagrire se è in sovrappeso (riduzione pari al 5-7% del peso totale);
- praticare regolare attività fisica (30 minuti di corsa o bici 5 volte alla settimana);
- aderire alla Dieta Mediterranea, associata a un rischio minore di sviluppare il diabete, complici l’elevato apporto di fibre e il basso apporto di zuccheri (i dettagli qui).
Ma come inserire la cannella nella dieta?
Una buona idea potrebbe essere quella di abbinarla alla frutta, per realizzare degli spuntini spezza fame semplici, leggeri ma allo stesso tempo sfiziosi.
Vi basterà prendere una mela e, dopo averla tagliata a cubetti, aggiungere 3 noci, succo di limone, una spolverata di cannella e amalgamare il tutto! Potete consumare lo spuntino a metà mattina o di pomeriggio, per non arrivare troppo affamati al pranzo o alla cena.
Ma attenzione alle quantità! La FDA raccomanda di non superare i 6 grammi di cannella (un cucchiaio) al giorno: il fegato potrebbe risentirne!
Jessica Zanza
Fonte: Journal of Endocrine Society. Cliccate qui per l’abstract e il PDF gratuito dell’articolo completo.