Coldiretti. Stop all’inganno di 3 prosciutti su 4 da maiali stranieri ma spacciati per italiani.
Mentre arriva lo storico via libera all’etichetta con l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello permane l’embargo per l’export delle carni suine sarde nonostante da 24 mesi non si verificano focolai e da 17 mesi casi positivi.
Coldiretti Sardegna, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.230 del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate”, torna all’attacco per “liberare dal confino regionale la commercializzazione della carne di suino dovuto alla peste suina “ormai superata nella nostra Isola”.
L’etichetta di origine premia le battaglie della Coldiretti a tutela del made in Italy e smaschera l’inganno della carne olandese o tedesca spacciata per italiana. Di quella stessa Germania dove sono stati rilevati altri 5 di cinghiali infetti di peste suina, dopo il primo caso del 9 settembre scorso.
“L’espandersi della peste suina in Germania e in generale nell’Europa occidentale dimostra ancora di più la sicurezza raggiunta in Sardegna – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Il presidente Solinas e il ministro Speranza devono fare pressing sull’Unione Europea per avere il prima possibile il via libera alle esportazioni. L’economia sarda, e soprattutto quella allevatoriale, ha pagato a caro prezzo per la peste suina, sia per le restrizioni ferree adottate nei confronti della Sardegna e ultimamente per arrivare finalmente alla sconfitta del virus. Per anni siamo stati additati come gli untori e reclusi nella nostra regione (anche se non abbiamo mai esportato il virus da nessuna parte)”.
“Nonostante tutto abbiamo avuto dei grandi e coraggiosi imprenditori, molti dei quali giovani – afferma il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – che hanno creduto in questo settore, si sono formati e hanno dato vita ad allevamenti modello, in massima biosicurezza. Con il via libera all’etichetta di origine si tutelano proprio questi allevatori e tutta la filiera che ha creduto nella nostra terra. Il via libera all’esportazione accompagnato dalla etichetta trasparente è il giusto riconoscimento e ripaga chi fino ad oggi ha sofferto e pagato per tutto il settore e filiera”.
Il decreto sui salumi prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europei, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.