“L’inchiesta, ancora una volta, dimostra l’efficacia della cosiddetta ‘spazzacorrotti’, che ha introdotto l’uso del trojan nelle indagini contro la corruzione. La riforma è stata fortemente voluta da Bonafede. Ha rappresentato un vero e proprio salto di qualità nella lotta contro il malaffare. E questo nonostante molti abbiano provato a fermarla”.
Lo afferma Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio e deputato M5S.
Pierantoni aggiunge: “Sarà la magistratura ad accertare se i commercialisti finiti in carcere lavorassero effettivamente per conto proprio. O ancora se lavorassero per procurare fondi neri alla Lega. Ad ogni modo, sembra appurato che soldi pubblici -800mila euro- siano stati dirottati sui conti personali dei due commercialisti nominati dalla leadership leghista, custodi delle casse dei gruppi di Camere e Senato. Dopo la scomparsa dei 49 milioni, la vicenda rafforza i dubbi sull’opacità della classe dirigente che Salvini ha voluto attorno a
sé”.
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Pierantoni è intervenuto a maggio sui nuovi e maggiori strumenti conoscitivi per la magistratura, affermando: “Con questa previsione si vuole tutelare ancor di più quell’autonomia e indipendenza, non lasciando i singoli magistrati soli in decisioni di così grande responsabilità, alla gogna di tifoserie disinformate e inaccettabili processi mediatici, ma dotandoli di tutti gli strumenti per prendere tali decisioni nella maniera più oculata e ponderata possibile.”