Per un mese, il Museo delle Culture di Milano ospita “Andando via. Omaggio a Grazia Deledda”, la prima opera corale d’Arte Tessile mai realizzata in Sardegna. I disegni di Maria Lai, la letteratura di Grazia Deledda e le sapienti mani delle tessitrici sarde, confluite nella realizzazione di quello che è stato riconosciuto come “il primo progetto di filiera del tessile di Sardegna”, ottengono il plauso, dopo il successo nell’Isola, di un importante museo d’oltremare.
Ideato da Giuditta Sireus e sostenuto dall’Assessorato della Programmazione della Regione Autonoma della Sardegna, da ventitré Comuni sardi e da numerosi partner pubblici e privati, il progetto artistico “Andando via” coinvolge per la prima volta venticinque realtà tessili isolane in un’operazione collettiva senza precedenti. Grazie alla collaborazione della Fondazione Maria Lai e al lavoro della rete di Comuni, in particolare del Comune di Galtellì, ente capofila del progetto, coadiuvato dall’Associazione Turistica Pro Loco di Galtellì, l’opera tessile si è fatta prima conoscere e apprezzare in tutta l’Isola e ora approda a Milano.
Nella Sala Khaled Al-Asaad del MUDEC sarà possibile ammirare i ventidue arazzi posti su un nuovo allestimento composto da strutture a telaio, appositamente studiate dall’architetto Gaetano Lixi – già collaboratore di Maria Lai –. Un lavoro nato dal confronto costante con la direttrice scientifica del progetto, Viviana Porru, e con la direttrice artistica Giuditta Sireus.
Per tutta la durata dell’esposizione si potrà anche assistere alla proiezione del documentario realizzato nell’ambito del progetto dal regista Francesco Casu, che per lungo tempo ha lavorato a stretto contatto con l’artista. Le testimonianze di Maria Lai – contenute nel documentario – sono il fil rouge che collega la sua visione dell’arte e della tessitura alla genesi stessa del progetto.
IL PROGETTO
Nasce con l’intento di valorizzare e promuovere l’ultima opera d’arte pubblica di Maria Lai, da lei realizzata nel 2011 non lontano dalla chiesa della Solitudine a Nuoro, dove le spoglie della scrittrice premio Nobel sua conterranea sono custodite. L’opera si compone di undici piloni in cemento armato su cui si stagliano le figure dei personaggi femminili nati dalla sensibilità di Grazia Deledda, e di un portale cubico sormontato da una suggestiva geografia astrale.
Un’opera inamovibile che attraverso la trasposizione su tessuto può viaggiare in tutto il mondo, salvaguardando e trasmettendo la poetica di Maria Lai attraverso trame e disegni, con l’intento di renderla accessibile a un pubblico il più vasto possibile.
Partendo dai disegni originali realizzati per il monumento, su concessione dei diritti da parte della Fondazione Maria Lai e sulla base degli studi della designer Paulina Herrera Letelier, le tessitrici di Sardegna hanno riprodotto come opera tessile le facciate degli undici pilastri che compongono il monumento. Ogni arazzo è un pezzo unico tessuto a mano e realizzato con i materiali, gli stili e le tecniche del territorio di provenienza.
La versatilità dei moduli e la leggerezza delle strutture rendono “Andando via” un’opera itinerante, capace di viaggiare e incontrare nuovi scenari e contesti artistici. Gli arazzi diventano, infatti, anche allestimento scenografico dello spettacolo teatrale omonimo, dove l’arte figurativa si unisce ai testi drammatici dedicati alle protagoniste dei romanzi deleddiani, alla colonna sonora originale e alla danza.
Una pièce – scritta dalla critica letteraria Neria De Giovanni – in cui i personaggi femminili nati dalla penna del premio Nobel e omaggiati da Maria Lai prendono vita dagli arazzi e si raccontano agli astanti in una confessione intima e poetica.
“Andando via” costituisce dunque una rete inedita, capace di documentare e nobilitare la tessitura contemporanea di Sardegna in un’espressione totale d’arte, letteratura e tradizione.
Come sosteneva Maria Lai, “Da un’opera d’arte può nascere un’altra opera” ed è dall’insegnamento dell’artista che prende vita questa articolata azione collettiva capace di esaltare una tradizione millenaria. Un progetto che unisce, intreccia fili e storie, rende protagonisti l’Arte della Tessitura e coloro che ne detengono i segreti.
LE ISTITUZIONI
Il progetto “Andando via. Omaggio a Grazia Deledda” ha avuto come primo obiettivo la creazione di una comunità che abbracciasse l’intera Isola: da nord a sud, ventitré Comuni hanno scelto di patrocinare l’opera e di consorziarsi per raggiungere un obiettivo condiviso: dar vita a un progetto di filiera. A tale impegno ha risposto positivamente la Regione Autonoma della Sardegna che, attraverso l’Assessorato della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio, ha disposto un finanziamento di 250 mila euro per far sì che il progetto prosegua il percorso in tutte le sue declinazioni: artistica, culturale, turistica e divulgativa, con tutte le ricadute positive, anche economiche, che potrà avere.
Il Comune di Galtellì, ente capofila del consorzio, supportato dalla collaborazione dell’Associazione Turistica Pro Loco Galtellì, ha coinvolto nel progetto di filiera i Comuni di Aggius, Armungia, Atzara, Bolotana, Bonorva, Dorgali, Isili, Mamoiada, Mogoro, Muravera, Nuoro, Nule, Oliena, Samugheo, Sarule, Siliqua, Tonara, Ulassai, Urzulei, Villacidro, Villamassargia e Zeddiani.
Un ruolo importante nella fase di avvio ha avuto la Fondazione di Sardegna, che ha sostenuto anche con un contributo economico il progetto.
LE TESSITRICI
“Andando via. Omaggio a Grazia Deledda” vede protagoniste le donne, a partire dall’artista e dalla scrittrice che hanno ispirato il progetto. Appassionate e competenti, le tessitrici hanno sposato con entusiasmo l’idea di condividere un percorso che le vede lavorare insieme per un unico, grande obiettivo: la realizzazione della prima opera d’arte tessuta dalle tessitrici di Sardegna.
Protagonisti di questo grande lavoro collettivo sono:
Speranza Ladu e Lucia Mureddu (Sarule), Cooperativa Su Marmuri (Ulassai), Cooperativa Su Trobasciu (Mogoro), Andreuccia Solinas (Bonorva), Luigina Barracca (Oliena), Francesca Floris (Mamoiada), Mariangela Cubadda (Zeddiani), Dolores Ghiani (Isili), Anna Deriu (Bolotana), Caterina Mele (Dorgali), Barbara Cardia (Armungia), Gabriella Lutzu (Aggius), Stefania Meli (Siliqua), Bastiana Pagliai e Rosaria Poddie (Tonara), Elena Mulas (Urzulei), Arianna Pintus (Tratalias), Tessart Cogoni (Villamassargia), Mariantonia Urru (Samugheo), Laboratorio Tessile Corona (Muravera), Rita Soro e Maria Rita Vacca (Galtellì), Elisa Flore (Atzara), Giovanna Chessa e Lia Pala (Nule), Marcella Flore (Samugheo), Laboratorio Tessile Prof. Cannas (Aggius), Artigiantessile (Villamassargia).
ANDANDO VIA. OMAGGIO A GRAZIA DELEDDA
IL MUDEC
Il Museo delle Culture di Milano è un centro dedicato alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo, dove a partire dalle collezioni etnografiche e in collaborazione con le nostre comunità, si intende costruire un luogo di dialogo attorno ai temi della contemporaneità attraverso le arti visive, performative e sonore, il design e il costume.
Sono obiettivi fondanti del museo:
> la ricerca, collezione e tutela delle espressioni di cultura materiale e immateriale delle popolazioni non europee
> la promozione della partecipazione pubblica alla valorizzazione del patrimonio passato presente e futuro del museo,
> la promozione di un dialogo attivo con le comunità di riferimento: sia quelle identificate nel Forum della Città Mondo, sia quelle di quei gruppi specifici che riconoscono il patrimonio del museo come elemento fondante della propria identità culturale, di elezione, professionale, e di ispirazione per la propria creatività.
Il progetto del Museo delle Culture ha origine negli anni 1990 quando il Comune di Milano acquista la zona ex industriale dell’Ansaldo per destinarla ad attività culturali. Le fabbriche dismesse, veri e propri monumenti di archeologia industriale, sono state trasformate in laboratori, studi e nuovi spazi creativi. In questo scenario il Comune di Milano progetta un polo multidisciplinare dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo, sede espositiva delle civiche Raccolte etnografiche.
Il Museo delle Culture, concepito in un contesto socio-economico molto diverso dall’attuale, ha dovuto essere ripensato alla luce di una complessità forse non immaginabile alla fine degli anni Novanta.
La vocazione interculturale che lo ha ispirato trova oggi la sua espressione in un progetto capace di rispondere alla chiamata, negli anni sempre più partecipata, del pubblico culturale in un panorama in continua trasformazione per le istituzioni museali, la loro sostenibilità e la loro identità tra ricerca scientifica, testimonianza storica, interpretazione della contemporaneità e visione sul futuro. Il visitatore del Museo delle Culture potrà visitare grandi mostre internazionali declinate attraverso i diversi linguaggi artistici, conoscere il patrimonio etno-antropologico delle collezioni del Comune di Milano composte da oltre 7000 opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti, partecipare a una programmazione di eventi e iniziative a cura delle comunità internazionali presenti sul territorio.
Il Museo delle Culture si propone di essere un polo in costante dialogo con le comunità internazionali presenti a Milano, capace di intercettare la pluralità delle culture della città e di restituirne la complessità tra ricerca scientifica, testimonianza storica e interpretazione dell’attualità. Nel 2011 l’Amministrazione Comunale, con la partecipazione di numerose associazioni ed esponenti rappresentativi delle comunità internazionali, ha avviato un percorso di confronto e scambio tra culture diverse, parti integranti e dinamiche della Milano contemporanea e plurale: Città Mondo.
Città Mondo si propone come uno spazio deputato al dialogo interculturale e alla promozione di progetti, attività e iniziative rivolte all’intera cittadinanza. Città Mondo trova sede nello “Spazio delle Culture Khaled al-Asaad” dove, grazie alla partecipazione attiva delle associazioni – coordinate dall’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale del Comune di Milano – promuove attività interculturali, espositive, conferenze, letture, laboratori e corsi.
MUDEC presenta una governance innovativa con una formula di gestione in partnership tra pubblico e privato che vede insieme il Comune di Milano e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE. La partnership, raggiunta mediante la selezione con procedura di evidenza pubblica, rappresenta un’importante e pioneristica soluzione capace di rispettare l’identità del polo culturale e allo stesso tempo rispondere alla necessità di efficienza e sostenibilità. La direzione scientifica, la conservazione, la valorizzazione del patrimonio, il coordinamento delle attività del Forum delle Culture sono affidati al Comune di Milano; 24 ORE Cultura la realizzazione delle grandi mostre temporanee e la gestione dei servizi aggiuntivi.
Si è determinata così una significativa esperienza – la prima in Italia- di collaborazione tra soggetto profit e soggetto no profit che, oltre a fondarsi sulla condivisione di know how, genera dinamiche virtuose di gestione culturale e fa nascere a Milano un nuovo polo culturale che offre, accanto al museo e agli appuntamenti espositivi temporanei, una molteplicità di servizi che vanno dalla caffetteria al design store, dal ristorante al parcheggio pubblico.
(Fonte: www.mudec.it)