Migranti: zuffe e tensioni al CAS Monastir
“Ieri c’è stata l’ennesima giornata di tensione presso il Centro di Accoglienza Straordinaria di Monastir dove, come abbiamo già troppe volte denunciato, gli stessi spazi sono condivisi senza alcun tipo di reale limitazione da migranti risultati positivi al Covid-19 e gli altri ospiti i quali, comprensibilmente, temono di essere contagiati e da ciò quotidianamente nascono proteste e momenti di tensione, che, nella giornata di ieri, sono sfociati in zuffe violente presso l’edificio destinato ai positivi, che è stato assalito da decine di migranti che non risultano contagiati. Nel pomeriggio e in serata la situazione è diventata incandescente e i rischi sono stati molto alti”.
A denunciarlo è Vincenzo Chianese, Segretario generale di ES Polizia, che aggiunge:
“Solo l’altissima professionalità dei poliziotti del Reparto mobile ha impedito che la situazione degenerasse a seguito del lancio di oggetti ricevuto da un foltissimo gruppo di non positivi, quasi tutti tunisini, algerini e marocchini, esasperati dal costante rischio di contagio e dalla prospettiva del rimpatrio che, vistosi sbarrato il passo dagli uomini in divisa per evitare ulteriori violenze tra migranti, hanno assunto atteggiamenti aggressivi verso i servitori dello Stato, forti anche della percezione di impunità, visto che hanno ormai capito che l’ordine è di non intervenire praticamente mai, minimizzando sempre ogni episodio, anche quelli più inquietanti”.
Gli fa eco Marco Grandi, Segretario provinciale ES Polizia, che si accalora:
“Chi ha deciso che siano i poliziotti a chiedere a questi migranti, esposti al contagio e consapevoli di essere in procinto di essere rimpatriati i soldi per pagarsi il biglietto di ritorno nei Paesi di provenienza? Possibile che dobbiamo essere noi a fare da parafulmine per adempimenti che nulla sembrano aver a che fare con i nostri compiti istituzionali, alimentando così tensione nei confronti di chi vigila sulla sicurezza di tutti, compresi gli ospiti del CAS? Purtroppo non possiamo proteggerli dai contagiati e mi preme ricordare che, dopo l’assalto all’infermeria di qualche giorno fa, da un laboratorio attiguo sono stati sottratti due coltelli e un grosso taglierino, che potrebbero essere usati contro di noi”.
“Chiediamo, quindi, al prefetto di Cagliari e al Ministro dell’interno Lamorgese di applicare la legge – conclude Chianese – trasferendo al più presto possibile in Centri di prima accoglienza o, a seconda dei casi, in Centri di permanenza per il rimpatrio tutti i migranti che man mano arrivano presso il CAS – solo ieri sera è arrivato un altro intero autobus con a bordo anche individui in preda ad agitazione psicomotoria dovuta all’abuso di alcol o sostanze psicotrope – e, comunque, di trasferire immediatamente tutti gli ospiti che siano risultati positivi al contagio da Covid-19. Sono fin troppo noti i rischi per la salute di poliziotti e carabinieri, oltre che degli altri ospiti, ma anche per l’ordine pubblico: sarebbe irresponsabile continuare a tollerarli. Noi non staremo in silenzio”.