“Migrazioni d’Arte è il naturale sviluppo del lavoro di connessione tra patrimonio archeologico, teatro, storia locale e tradizione che da tredici anni portiamo avanti con il nostro NurArcheofestival” dichiara Rita Atzeri, ideatrice del progetto. “Deinas nasce prima del festival, in occasione dell’inaugurazione di una nuova parte di scavi al nuraghe di Villanovaforru. Nel corso degli anni lo spettacolo è rimasto vivo, allestito in diverse versioni a seconda delle caratteristiche dei vari siti.
Questa è stata l’occasione tanto attesa di dar vita ad uno spettacolo completamente nuovo, che ci consentisse di far conoscere fuori la nostra terra, la nostra cultura ed il nostro lavoro. La sfida è di riuscire ad incrementare il flusso dei visitatori esteri verso la Sardegna attraverso l’archeologia e lo spettacolo.”
Sostenuto da fondi Por regionali all’interno dell’Identithy Lab 2018 e dalla Fondazione di Sardegna, Migrazioni d’Arte conosce il suo primo evento pubblico il prossimo sabato 26 settembre, alle ore 20, presso il nuraghe Arrubiu di Orroli con la presentazione del libro fotografico Deinas – quadri della Sardegna pagana, del fotografo Roberto Salgo con drammaturgia dei testi di Clara Murtas.
A seguire, una performance-studio di circa venti minuti con video mapping sul nuraghe e le prime coreografie dello spettacolo, rappresentazione rituale in nove quadri per attrici, danzatrici e cantanti. Alla giornata di Sabato 26 parteciperanno Rita Atzeri, direttrice artistica de Il crogiuolo, ideatrice e regista del progetto, il fotografo Roberto Salgo, la coreografa Lucrezia Maiomone, le danzatrici Erica Fadda ed Elie Chateignier e il video artista Simone Murtas.
Lo spettacolo, con la regia di Rita Atzeri, la drammaturgia di Clara Murtas, le coreografie di Lucrezia Maimone per le danzatrici Erica Fadda ed Elie Chateignier, il video mapping di Simone Murtas, i costumi di Marco Nateri e le musiche originali di Stella Veloce e Carlo Spiga, infatti verrà allestito a tappe fino alla sua versione ultima, che sarà poi rappresentata in Bielorussia a Minsk, Brest e Bobrujsk.
DEINAS – IL LIBRO
La profonda spiritualità delle originarie popolazioni sarde è rimasta iscritto nei luoghi del passato quali necropoli rupestri, Domus de janas, Menhir, Nuraghes, Pozzi sacri e Tombe dei giganti. È qui che le moderne indovine (deinas), ritratte da Roberto Salgo, rievocano la cosmogonia comune alle antiche civiltà mediterranee, al tempo in cui la Dea Madre era la divinità preminente. Lungi dal fare da sfondo agli scatti di Roberto Salgo, e ai testi selezionati da Clara Murtas, i resti archeologici ne sono invece protagonisti, così come le donne che con quelli si fondono, rendendogli il loro potere magico.
Da quelle antichissime opere, emergono i segni della profonda devozione nei confronti della terra e della madre, attorno a cui ruotavano i miracoli della germinazione delle piante e del parto. Nonostante la preponderanza cristiana e il sincretismo che ne è derivato, ancora oggi rituali, canti e brebus della tradizione popolare sopravvivono in pratiche magiche di estrazione pagana. E la sapienza femminile, ridotta tra le maglie delle mille incombenze domestiche, continua ad esprime la sua “bassa magia cerimoniale” nella quotidianità che ha tenuto sinora il mondo sui propri cardini.
IL PROGETTO
Figlio di un lungo viaggio tra i luoghi dell’archeologia nuragica e prenuragica, Deinas (ri)nasce per un pubblico internazionale, come performance dal vivo e come libro fotografico (con traduzione in inglese dei brevi testi), intimamente legato al culto della Dea Madre, che i sardi condividono con altre culture e popolazioni euroasiatiche, tra cui la Bielorussia.