Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis con sviluppo locale sostenibile.
Undici comuni dell’Oristanese insieme per la tutela e la gestione delle zone
umide e delle aree marine del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis.
Stamattina, alcuni dei sindaci e rappresentanti degli 11 Comuni protagonisti del progetto Maristanis, tra cui Oristano, Cabras, Arbus, San Vero Milis, Arbus, Santa Giusta, Terralba e Guspini si sono incontrati nella sede dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, alla presenza dell’Assessore Gianni Lampis, per presentare il Piano d’Azione del Contratto di Costa.
Il Piano delle 28 azioni proposte dai comuni, articolate secondo 6 macro obiettivi strategici, verrà definitivamente approvato con la firma del “Contratto di Costa” previsto per fine novembre da parte di tutti gli attori coinvolti.
L’Assessore regionale ha confermato il pieno sostegno al processo del Contratto di Costa Maristanis, attivato nel 2018, definito “grande e ambizioso” dove “le politiche ambientali sono al centro di percorsi di valorizzazione nell’ottica anche dello sviluppo economico” e ha ribadito la volontà di accompagnare le amministrazioni locali e le imprese locali in questo percorso.
“Ci proponiamo di accompagnare tutti i soggetti che con le loro buone pratiche hanno già tracciato un percorso, senza sostituirci a nessuno – spiega Lampis – il “Contratto di Costa”, nell’ambito del progetto Maristanis, rappresenta uno strumento indispensabile per la tutela e la valorizzazione delle qualità ambientali
e paesaggistiche del territorio del Golfo di Oristano e punta ad una migliore tutela e gestione del sistema di zone umide e delle zone di interesse comunitario (SIC), che in Sardegna hanno un ruolo fondamentale”.
Indispensabili per la buona riuscita del progetto, secondo l’assessore, anche il coinvolgimento di soggetti privati imprenditoriali anche nell’ottica della “realizzazione di un marchio che contraddistingua le produzioni tipiche del territorio, da quelle Ittiche a quelle agroalimentari”.
Sei i macro obiettivi proposti nel programma d’azione del Contratto di Costa predisposto dalle amministrazioni comunali, da quello gestionale del sistema delle zone umide verso un modello di governance territoriale partecipata e un modello di sviluppo “green”, sostenibile.
Tra le azioni proposte, il miglioramento dello stato ecologico delle zone umide di importanza internazionale (siti Ramsar), la tutela e la conservazione della eccezionale biodiversità di questo territorio, la nascita della prima zona marino-costiera in Sardegna completamente “Plastic free” con la riduzione dell’utilizzo della plastica monouso, azioni concrete per l’adattamento agli eventi di pioggia estremi e al cambiamento climatico, e la riqualificazione del paesaggio naturale e urbano e la valorizzazione del patrimonio culturale.
“Il Contratto di Costa è uno strumento volontario di partecipazione negoziata e partecipata diffuso oggi in tutta Italia, al momento è adottato da 11 Regioni Italiane con più di 93 contratti in lavorazione, tra cui questo dell’Oristanese, e undici già sottoscritti – spiega il progetto Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA – Oggi questo Contratto di Costa è inquadrato sia a livello regionale che europeo, soprattutto in supporto alle linee d’azione sull’adattamento ai cambiamenti climatici.
Le proposte del piano d’azione provengono dai territori e sono dei territori, il contratto di Costa dell’Oristanese è particolarmente interessante perché coinvolge 6 delle 8 zone umide di importanza internazionale (siti Ramsar) della Sardegna e l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis Mal di Ventre,”.
Per Satta il Contratto è l’inizio di una nuova visione per la gestione delle risorse naturali, “che non sarebbe stata possibile senza la volontà politica e l’impegno espresso dalle amministrazioni comunali coinvolte che hanno deciso di fare sistema”.
Il Contratto, che sarà sottoscritto ufficialmente a novembre prossimo, è il principale risultato dell’omonimo Progetto MARISTANIS, finanziato dalla Fondazione MAVA e coordinato dalla fondazione MEDSEA, nata a Cagliari nel 2015, che ha come principale obiettivo la tutela e la gestione di 6 zone umide di importanza internazionale protette dalla Convenzione di Ramsar: gli stagni di Sale’e Porcus, Cabras, Mistras, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Ittiri, San Giovanni e Marceddì.
Undici i comuni coinvolti: Arborea, Arbus, Cabras, Guspini, Nurachi, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Vero Milis, Santa Giusta e Terralba. Alla Conferenza stampa di questa mattina d’incontro con l’Assessore regionale erano presenti alcuni degli amministratori che hanno contributo alla costruzione del Contratto di Costa, sin dalle prime fasi, e hanno lavorato per la preparazione del Piano d’Azione, tra cui: il sindaco di Arbus Antonello Ecca, l’Assessore di Guspini Francesca Tuveri, il sindaco di Santa Giusta, Antonello Figus, l’assessore di Terralba Simone Puddu, il responsabile del servizio Sviluppo e Pianificazione strategica del comune di Oristano Gianluigi Matta, il sindaco di Cabras Andrea Abis e quello di San Vero Milis, Luigi Tedeschi, oltre alla responsabile dell’agenzia del distretto idrografico della Sardegna, Nicoletta Contis.