Piano segreto sul Coronavirus: la lettera al Capo dello Stato
Piano segreto sul Coronavirus, di seguito il testo della lettera:
“Signor Presidente, le notizie che si susseguono in questi giorni, dopo la desecretazione dei verbali del CTS, ci spingono a rivolgerci direttamente a Lei anche in virtù dell’imparzialità e dell’alto ruolo che ricopre come garante dell’unità e della dignità del Paese di fronte a tutti gli italiani e a tutela della nostra immagine in Europa e nel mondo.
Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei, facendo appello alla grande e profonda sensibilità e umanità che ha dimostrato, non solo nei confronti delle popolazioni più colpite dal Covid-19, ma anche verso i Governi regionali. Non c’è stata occasione, in questi lunghi e durissimi mesi, in cui ognuno di noi non abbia trovato nella Sua persona un interlocutore sempre attento alle esigenze e scrupoloso nel suggerire una strada da seguire.
Ora è il momento della chiarezza: un atto dovuto a tutti i cittadini anche di fronte all’Europa.
Purtroppo ricordiamo bene le tante volte in cui il governo non ha voluto, nella sostanza, una reale collaborazione con tutte le forze politiche nella gestione della terribile crisi sanitaria prima e nelle conseguenze negative sull’economia dopo: una fase che non solo non si è conclusa, ma che rischia di penalizzare ancor più la struttura produttiva del nostro Paese.
Una condivisione che anche Lei più volte ha auspicato e chiesto al governo e in particolare al presidente del Consiglio. Purtroppo questi auspici, sostenuti anche da noi, non hanno mai avuto risposte positive in nome di una non meglio specificata ‘responsabilità’ di cui il governo nelle sue massime cariche si è sentito investito al di là di ogni ragionevole dubbio.
Ora, però, è il momento di far seguire fatti concreti a quella responsabilità tanto invocata e per questo chiediamo il Suo intervento affinché sia dato il giusto peso a una vicenda che appare trascurata da molti organi d’informazione, compreso il servizio pubblico, con grave danno per la democrazia.
Dagli atti che abbiamo avuto finalmente modo di leggere appare ormai chiaro che il Governo, dal momento della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, il 31 gennaio scorso, non abbia ufficializzato un piano pandemico nazionale, da cui sarebbero derivati quelli regionali di nostra competenza. Appare ancora più grave essere stati tenuti all’oscuro dello studio che il 12 febbraio, ben 8 giorni prima del paziente 1 di Codogno, rappresentava al CTS una stima (poi rivelatasi corretta) di ciò che sarebbe avvenuto nel nostro Paese, anche in caso di una diffusione media del virus.
Comprendiamo le remore a divulgare scenari ai singoli cittadini, ma ci appare ingiustificabile la decisione di escludere i governi regionali. Così come ancora più incomprensibile è che il nostro ministro degli Esteri, solo qualche giorno dopo, abbia portato un cargo carico di dispositivi di sicurezza in Cina”.
Christian Flammia