Sensibilità chimica multipla, quando la casa diventa pericolo per la salute
La MCS, sensibilità chimica multipla (l’acronimo deriva dall’inglese Multiple Chemical Sensitivity), è una malattia di carattere mondiale, saltata alla cronaca soprattutto negli ultimi anni, in cui il soggetto sviluppa forti forme di allergie e reazioni perché esposto a componenti chimici di varia natura.
È definita multipla in quanto coinvolge più organi e le cause scatenanti sono diverse: dai profumi ai detersivi, agli agenti chimici, pesticidi e tessuti sintetici. I sintomi sono: reazioni allergiche (dermatiti), difficoltà respiratorie, asma, tachicardia, nausea, mal di stomaco, emicrania, alterazioni psichiche, stanchezza, vertigini e intolleranze alimentari. Nonostante gli studi non si è ancora arrivati a capire, con certezza, la causa scatenante.
Alcuni studiosi attribuiscono i fastidi alla presenza, nell’era attuale, di un’enorme concentrazione di sostanze chimiche che potrebbe essere penalizzante, soprattutto per chi ne sia a contatto per molto tempo. Altri specialisti, invece, stimando anche l’alta percentuale di malati di MCS con problematiche psicologiche, la considerano frutto di autosuggestione con un’origine di natura esclusivamente psicosomatica, per soggetti ipersensibili o in condizioni di stress, con sintomatologia molto eterogenea.
Il Consiglio Superiore di Sanità, organo consultivo del ministero della Salute, ha espresso un parere il 30 settembre 2008 e non ha riscontrato la specificità della malattia né la sua natura di “rara”. L’Italia, infatti, in linea con l’UE, considera rara una malattia che coinvolge lo 0,0005% della popolazione, pari a 5 casi ogni 10.000 individui, mentre la percentuale di soggetti che dichiarano di essere malati di MCS rientra in un intervallo tra il 2 e il 10%.
I soggetti che ne soffrono, oltre a subire il disagio psichico e fisico, lamentano anche la portata inibente del male che pregiudica la loro vita quotidiana, domestica e di relazione. È necessaria, infatti, l’adozione di abitudini diverse, anche nelle situazioni più banali e inimmaginabili per gli altri, in cui si punta sui prodotti (profumi e detersivi) più naturali (ipoallergenici ed ecologici) e meno invasivi. Si cerca, per quanto possibile, di “bonificare” la casa.
Il dibattito si sposta sui produttori di detersivi, profumi e altre sostanze chimiche, tacciati di non fornire dati esaurienti circa i rischi per la salute. I primi a soffrire di sostanze pericolose sono i malati di MCS ma la tossicità si rivolge anche agli altri soggetti.
L’importante reazione allergica del malato di MCS termina allontanandosi dall’esposizione dei fattori scatenanti, non con l’uso di farmaci. È opportuno anche evitare che le sintomatologie possano verificarsi con costanza, altrimenti si rischia la cronicizzazione.
Il 16 febbraio 2019 si è costituito, a Roma, il Gruppo di Studio Italiano MCS, formato da studiosi ed esperti del settore, per sostenere tutte le iniziative volte a una maggiore conoscenza della patologia e costituire il polo di riferimento per tutti i soggetti e le istituzioni coinvolte.
A.M.I.C.A.
A.M.I.C.A. (Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale), al link https://www.infoamica.it/chisiamo/ si presenta:
“Nasce il 21 maggio 2003 per promuovere la conoscenza e la consapevolezza riguardo ai problemi di salute causati dall’esposizione a campi elettromagnetici e a sostanze chimiche presenti nell’ambiente e nei prodotti d’uso comune. Poiché gli attuali limiti di sicurezza ambientale in Italia e in Europa non tengono sufficientemente conto del Principio di Precauzione e sono fortemente condizionate da principi economici, l’informazione è il solo strumento che i cittadini hanno per proteggersi, per fare scelte avvedute come consumatori e per chiedere ai medici e ai politici una maggiore attenzione verso le cause tossiche ambientali di molte delle malattie più diffuse oggi”.
L’associazione ricorda come la Germania sia stata la nazione apripista nel riconoscimento della MCS (seguita dall’Austria, dalla Danimarca dalla Spagna e dalla Finlandia), escludendo, peraltro, qualsiasi collegamento con i disturbi psichici e includendola tra le invalidità motorie. L’OMS non l’ha ancora inserita nella Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).
Si attende anche il pronunciamento parlamentare, per il disegno di legge presentato al Senato il 4 aprile 2019, atto 1202, dal titolo “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da sensibilità chimica multipla”, per iniziativa di Anna Maria Bernini (capogruppo di Forza Italia).
In concomitanza con la grave situazione generata dalla pandemia, le associazioni e i comitati di tutela dei malati di MCS hanno raccolto provvidenziali rassicurazioni presso le strutture ospedaliere; a loro volta pronte a tenere conto, nell’emergenza di un eventuale accesso, della tempestiva comunicazione di essere pazienti con MCS. La situazione non è stata sempre così fluida poiché si sono verificati alcuni casi di attrito, documentati da dichiarazioni presenti nel web, in cui si è lamentata una medicina “COVID dipendente” che ha tralasciato e rimandato interventi e assistenza per altre patologie.
La questione allergie
Le allergie non devono essere sottovalutate. Federasma, federazione di associazioni del settore, riporta: “Una recente indagine europea ha evidenziato che un cittadino su quattro è affetto da allergie, cioè 80 milioni di persone in Europa. In Italia, si stima che ci siano circa 10 milioni di persone con allergia (anche se non si considera l’asma), pari a più del 20% della popolazione. Le allergie costituiscono la terza causa di malattia cronica dopo osteoporosi/artrite e l’ipertensione (Fonte: ISTAT)”.
Si tratta, sebbene l’attenzione sanitaria sia concentrata sulla pandemia, di giungere a una conclusione precisa, a sentenziare se i sintomi siano assimilabili a una patologia specifica, da affrontare con decisione, nel rispetto dei pazienti e, soprattutto di eliminare, in una svolta ecologica comunque importante per tutti, i prodotti chimici più dannosi per la salute.
Non occupa spazi informativi di rilievo e costanti ma il milione di italiani, tuttavia, che risente di queste pesanti reazioni tipiche di un’allergia, non è d’accordo e tende a non sminuire la problematica. Uno spazio mediatico più importante potrebbe sensibilizzare sull’argomento e permettere, forse, di giungere a una conclusione in tempi più brevi.
In circostanze simili, è necessaria una delucidazione definitiva, altrimenti anche l’eventuale componente psichica e di autosuggestione potrebbe avere un peso maggiore, soprattutto in questo particolare periodo in cui la tenuta mentale è messa a dura prova.
Durante il messaggio ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, avvenuta il 20 febbraio 2014, Papa Francesco ammoniva: “Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo”.
Al netto delle decisioni che saranno adottate, senza entrare nel merito è opportuno, in ogni caso, considerare quanto l’igiene necessaria nei luoghi pubblici e all’aperto, sia fondamentale anche in casa propria, nelle situazioni più impensabili e nel contatto con oggetti banali che potrebbero rappresentare, invece, potenziali pericoli.
Il dibattito sulla malattia infuria ma c’è anche un altro aspetto importante da capire: se la casa, il rifugio ritenuto più sicuro non sia, invece, una bomba ecologica silente e micidiale.
Marco Managò (Interris.it)