Scompare all’età di 81 l’ideatore della Scala Acustica Ventisonale che dedicò una poesia a Madre Teresa di Calcutta: professore Alberto Veneruso, già docente del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, originario di Cercola (NA) ma vissuto anche se per un breve periodo a Somma Vesuviana, prima di trasferirsi a Roma.
Di Sarno: “Lutto nel mondo della musica e della letteratura”.Masulli: “Era figlio d’arte. Il papà Raffaele fu prima cornetta del San Carlo e componente di quella corrente di musicisti che negli anni ’30 fornì un contributo fondamentale alla divulgazione della conoscenza del melodramma e della canzone classica napoletana”.
“Il mondo della musica e della letteratura è in lutto. All’età di 81 anni è volato in cielo Alberto Veneruso, compositore, musicista, musico – teorico, saggista e poeta; già docente nell’Alta formazione presso i Conservatori di musica “Ottorino Respighi” di Latina e “Santa Cecilia di Roma, figlio d’arte, di quel Raffaele Veneruso appartenente alla corrente di quei musicisti napoletani che negli anni ’30 e ’40 contribuirono alla conoscenza del melodramma italiano.
Non dimenticheremo mai gli anni vissuti dal professore Alberto Veneruso proprio nel nostro paese, Somma Vesuviana, prima di trasferirsi a Roma nei primi anni ’90, dove ha davvero proseguito una grande carriera. Eccezionali contributi gli si devono, più in particolare, nel campo della scienza della musica. Per l’attività di saggista nel 1990 ebbe il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da autore indimenticabile la Tarantella per pianoforte del 1993″. Lo ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nell’annunciare alla città la scomparsa del professore Alberto Veneruso.
Nato a Napoli il 13 Giugno del 1939, avuti come maestri il padre Raffaele Veneruso, solista di Raffaele Caravaglios e l’anziana pianista Giardulli, divenuta famosa per aver suonato alla corte dello Zar di Russia, Nicola II, Alberto Veneruso è entrato nella storia della musica per essere stato l’ideatore nel 1976 della nuova scala acustica “Ventisonale”, la quarta scala acustica, secondo alcuni la quinta, in 2500 anni di storia, nel mondo della musica occidentale, ma anche nel 1978 del “Test attitudinale per l’aspirante musicista” ed ancora del “Metodo quiz” per lo studio della musica, pubblicato dalla “Pucci editore” nel 1975, il professore Alberto Veneruso era anche affermato poeta e scrittore.
Così come è ricordato e pubblicato anche nell’Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana scritta dal giornalista Pietro Gargano: “da poeta, Alberto Veneruso ha riportato alla luce il criterio dantesco dell’endecasillabo in terzine a rima alternata – incatenata e l’acrostico: infatti, i versi di alcune liriche, letti dall’alto verso il basso, danno lo stesso titolo della poesia” ed ancora da musicista è sempre riportato nella stessa Enciclopedia:
“La lunga e intensa carriera di insegnamento l’aveva avviata a poco più di 18 anni, negli asili, nei riformatori, nelle scuole popolari, nelle medie inferiori e superiori, fino al 1974 quando ottenne con il massimo dei voti l’idoneità per l’insegnamento di teoria e solfeggio al Conservatorio Rossini di Pesaro e l’anno dopo ebbe la cattedra di storia della musica al Conservatorio Gesualdo da Venosa ma rinunciò per restare a Pesaro. Nel 1990 a Bologna fu Presidente della Commissione del Concorso per insegnare musica elettronica nei conservatori.
Tantissime le pubblicazioni, basterebbe citare: Metodo quiz per lo studio della musica e Fondamenta di acustica ritmica e grafologia musicale della Pucci editori o ancora la Scala acustica ventisonale , La musica nel Vecchio Testamento edito da Edizione Autori Associati Napoli 1978“.
Figlio d’arte, il papà Raffaele prima tromba del San Carlo di Napoli.
“Il prof. Alberto Veneruso era figlio d’arte ed il suo papà Raffaele fu un noto musicista professionista, suonatore di flicorno sopranino nei primi anni del Novecento. Era l’epoca del furore artistico delle bande musicali meridionali, dirette da grandi e appassionati maestri. Raffaele Veneruso ebbe il posto d’onore tra i solisti della “Grande Banda di Somma Vesuviana”, diretta dal M° Pasquale Raia nella stagione artistica del 1932.
Di questo abbiamo come testimonianza addirittura le locandine dell’epoca. Il flicornino sopranino in mib era l’anima degli strumenti a fiato – ha dichiarato Alessandro Masulli, storico del patrimonio culturale del territorio e fondatore della Consulta Musicale – e si prestava benissimo al canto occupando nella partitura bandistica il preciso registro della voce di soprano. Per Raffaele Veneruso il legame con lo strumento fu forte e perfetto, specialmente nelle pregevoli esecuzioni delle note romanze tratte dal repertorio melodrammatico.
Da lì poi venne l’amore per la musica ad Alberto che soprattutto a fine ‘900 riuscì ad ottenere importanti riconoscimenti e a realizzare una carriera piena di affermazioni professionali ed umane. L’auspicio è che le Amministrazioni, gli Enti pubblici, possano dare vita nel tempo ad una rete di Musei Musicali dedicati ampiamente a questi musicisti che hanno valorizzato il melodramma italiano, la canzone classica napoletana e che comunque provengono da una tradizione musicale che era ben radicata soprattutto a quei tempi.
Il maestro Pasquale Raia a Somma Vesuviana, Enrico Cecere ancora a Somma Vesuviana, Raffaele ed ora Alberto Veneruso originari di Cercola, e altri musicisti hanno davvero costruito un grande patrimonio musicale, culturale e sociale che andrebbe tutelato, trasmesso e fatto conoscere alle nuove generazioni che solo così potranno amare la vera musica e soprattutto il Paese che darà loro i natali.
Lo si potrebbe fare con la nascita di piccoli e numerosi Musei Musicali lungo il territorio che magari potranno un giorno realizzare un sogno importante per i nostri territori: un grande Museo in rete e che faccia rete con il resto dell’offerta culturale come siti archeologici ed altri beni culturali”.
Non solo docente presso i Coservatori Santa Cecilia di Roma e Rossini di Pesaro, ma anche saggista e scrittore, poeta. Da ricordare al riguardo alcune liriche ed acrostici: “Come randagi” , “L’Italia 2000”, “L’Italia in Purgatorio”, quest’ultima è una bellissima lirica ispirata al VI Canto del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri ed ancora “Tangentopoli” (acrostico in terzine, a rima alternata – incatenata); “Mani pulite” (altro breve acrostico ); “Madre Maria Teresa di Calcutta” (acrostico di cui le iniziali dei versi letti in verticale, dall’alto verso il basso, danno il titolo della poesia, dedicata a Madre Teresa di Calcutta); ancora tante altre liriche in diversi schemi ritmici.
Altre ed importanti opere il professore Veneruso le ha realizzate con la collaborazione del fratello Antonio Veneruso, noto discografico.