Quattro produzioni di successo firmate Cada Die per sette serate, due delle quali ambientate fra il patrimonio “verde” dell’Orto Botanico di Cagliari, dalla più recente, “Pesticidio”, che dopo le primissime uscite ha già riscosso apprezzamenti convinti di pubblico e critica, ad “Arcipelaghi”, tratta dal romanzo di Maria Giacobbe.
E venerdì 25 si comincia alle 20.30 proprio con la prima assoluta a Cagliari di PESTICIDIO, che verrà poi riproposto sabato 26, stesso orario, nella Corte della Vetreria e martedì 29 e mercoledì 30 settembre all’Orto Botanico, con inizio fissato alle 19.
Uno spettacolo di Pierpaolo Piludu e Andrea Serra, che vede protagonista lo stesso Piludu, la voce fuoricampo di Lia Careddu, con la regia di Alessandro Mascia, la collaborazione di Franzisca Piludu e la consulenza scientifica di Giampietro Tronci e Luigi Usai (direzione tecnica e luci di Giovanni Schirru, realizzazioni sceniche di Marilena Pittiu e Mario Madeddu, documentazione video di Andrea Mascia, organizzazione di Tatiana Floris).
Bachisio è un uomo buono, semplice, fortemente legato alla sua terra. Insieme a sua moglie, Maria Grazia (a cui regala la voce Lia Careddu), e a suo figlio, come tanti altri contadini, sta lottando contro una grande impresa, “Bentulare”, che ha acquistato enormi appezzamenti di terreni in tutta la Sardegna per coltivarli in maniera intensiva.
Il figlio Michelangelo, laureato in agraria, da anni cerca di coniugare le antiche conoscenze agricole dei suoi nonni con la ricerca scientifica e la produttività, in un contesto di grande rispetto per la natura.
Bachisio, però, sta vivendo giorni di grande dolore… Qualche settimana prima, insieme al figlio aveva chiesto con insistenza, ma inutilmente, ai responsabili di “Bentulare” di non irrorare con pesticidi i campi attigui ai loro per non inquinare le produzioni biologiche. Il racconto dell’anziano contadino si fa, via via, sempre più intenso e diventa una dichiarazione d’amore alla giustizia, alla Terra e all’amore stesso.
Sabato 3 ottobre, alle 20.30, si torna nella Corte della Vetreria con RAPTUS, DAL MITO GRECO AL FEMMINICIDIO, spettacolo di e con Rossella Dassu, produzione di Cada Die Teatro con la regia di Alessandro Lay, che ha collaborato anche alla drammaturgia (voce fuori campo: Francesca Mazza; disegno luci, audio: Giovanni Schirru; elaborazione suono: Matteo Sanna).
In tempi in cui spesso, purtroppo, un fenomeno tragico come il femminicidio riempie le pagine di cronaca nera di giornali e tv, a essere rappresentato è un percorso a ritroso, che permette di identificare le origini storiche e culturali di quei gesti efferati, violenti, “erroneamente definiti ‘raptus’ (dal latino rapere, rapire), consapevoli del fatto che se si vuole avere una comprensione del presente e delle nevralgie che lo caratterizzano, bisogna ripartire dalle origini”, così nelle note di presentazione dello spettacolo.
Che proseguono: “Siamo tornati indietro fino al mito greco, quel patrimonio ricchissimo a cui ancora oggi attingono psicologia e psicoanalisi e da cui trae origine il nostro immaginario occidentale, per scoprire che spesso accanto a eroi dalle gesta gloriose si alternano figure femminili subalterne, spesso puramente a servizio dei protagonisti maschili, talvolta da questi tradite e abbandonate, talvolta spinte all’azione dall’orgoglio e definite di conseguenza come pericolose ed efferate criminali. Non sorprende del resto che tutto ciò che ci è stato tramandato dall’antica Grecia si sia conservato grazie alla preziosa mediazione di autori rigorosamente uomini”.
E così viene data voce ad alcune di quelle donne e ad alcuni di quegli uomini, “immaginandoli protagonisti di un processo in cui imputati e vittime alternano la loro versione dei fatti per concludere con l’intervento di un coro/giudice che più che giudicare tenta di comprendere, consci del fatto che risieda nella comprensione l’unica possibile giustizia, se di giustizia si può mai parlare”.
Orfeo si volta a guardare Euridice, Clitemnestra uccide suo marito Agamennone, Oreste uccide a coltellate sua madre Clitemnestra: agiscono in preda a un raptus? E’ la domanda che sgorga naturale assistendo allo spettacolo. Che è costruito su un tessuto testuale che intreccia Omero (“Odissea” e “Iliade”), Ovidio (“Metamorfosi” e “Heroides”), Apuleio (“Metamorfosi”) con Cesare Pavese (“Dialoghi con Leucò”), Marguerite Yourcenar (“Fuochi” e “Chi non ha il suo Minotauro?”), Gesualdo Bufalino (“L’uomo invaso”), Roberto Calasso (“Le nozze di Cadmo e Armonia”).
ARCIPELAGHI è lo spettacolo, tratto dal romanzo di Maria Giacobbe, che andrà in scena alle 20.30 sabato 10 ottobre: l’adattamento teatrale è di Alessandro Lay, che cura anche la regia, e Pierpaolo Piludu, protagonisti lo stesso Piludu e Alessandro Mascia, che ha collaborato alla drammaturgia (disegno luci e illuminotecnica di Giovanni Schirru, suono di Matteo Sanna, scene di Mario Madeddu e Marilena Pittiu).
Giosuè, un ragazzino di quattordici anni, viene ucciso perché ha visto troppo. Nessuno sa chi è stato. Tre mesi dopo, nella notte di S. Antonio, “la notte dei fuochi”, un uomo viene freddato con un colpo di pistola.
La mattina successiva Oreste, anche lui quattordicenne, si presenta lacero e bagnato fradicio a casa dei Rudas, amici di famiglia che vivono in un paese a parecchi chilometri dal suo. Cosa è successo? Quella che pian piano si inizia a immaginare è la verità? Applicare la legge, punire, equivale sempre a riparare all’errore? E qual è il vero significato di “giustizia”?
“Il teatro, come tutta l’arte, ha il compito e il dovere – è scritto nelle note di regia – non tanto di dare risposte ma di porre domande, possibilmente scomode e di non facile soluzione, che invitino lo spettatore a prendere posizione su quello che dal palcoscenico gli viene proposto”.
E ancora: “Arcipelaghi”, come già indica il titolo, racconta non una ma più vicende, non espone una verità ma, come fossero vere e proprie isole che man mano affiorano, porta a galla le diverse visioni di ognuno dei personaggi, fino a formare appunto un ‘arcipelago’ di verità, in cui decidere cosa è giusto e cosa no resta un compito del lettore o, nel nostro caso, dello spettatore”.
Spazio ai bambini e alle loro famiglie per la chiusura di “Sotto questo cielo”, sabato 17 ottobre, sempre alle 20.30, quando a essere rappresentato sarà IL RESPIRO DEL VENTO, recente produzione di Cada Die Teatro, di e con Mauro Mou e Silvestro Ziccardi, regia e collaborazione alla drammaturgia di Alessandro Lay (musiche originali di Mauro Mou, Matteo Sanna, Silvestro Ziccardi; luci e suono di Matteo Sanna; contributo alla realizzazione delle canzoni di Andrea Serra; contributo alla realizzazione delle scene di Emiliano Biffi, Mario Madeddu, Francesca Pani, Marilena Pittiu; contributo alla realizzazione dei costumi Ilaria Porcu; organizzazione di Tatiana Floris).
La storia di un ragazzo, Alizar, che, cercando la pioggia, perse se stesso e della sua amata che lo ritrovò, seguendo il suo ultimo respiro.
“C’era una volta il popolo degli uomini blu. Vivevano vicino a un grande lago così limpido che sulla sua superficie potevi vedere galleggiare le nuvole, le foglie, le stelle e i sassi bianchi del fondo. Certe sere il cielo si rifletteva sull’acqua e colorava il villaggio e i suoi abitanti d’azzurro e di blu. Ma un anno smise di piovere e il lago si prosciugò”.
“Guarda il cielo Alizar, il nostro lago ora è lassù, tu dovrai riportarlo quaggiù”, disse l’anziano del consiglio affidando al giovane un compito: cercare la pioggia e riportare il lago sulla terra.
La rassegna “Sotto questo cielo” è organizzata da Cada Die Teatro con il sostegno del Mibact, della Regione Sardegna (Assessorato alla Cultura) e con il patrocinio del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura) e della Municipalità di Pirri.
Biglietteria e prenotazioni
Tel 328 2553721 – 070 565507 – 5688072; e-mail: [email protected]
Ingresso: € 10 – € 8* – € 5**
*Ridotto per under 26, over 65, iscritti alla newsletter di Cada Die Teatro, residenti a Pirri
**Ridotto per operatori, studenti universitari / Ersu
Per lo spettacolo “Il respiro del vento”: biglietto unico € 6
Per lo spettacolo “Pesticidio”: ingresso Orto Botanico € 10
La biglietteria della Vetreria (via Italia, 63) aprirà nei giorni degli spettacoli alle 19.30; quella dell’Orto Botanico (Viale Sant’Ignazio da Laconi, 11) alle 18.
Le prenotazioni – assolutamente raccomandate, in ottemperanza alle norme vigenti anti-Covid, per garantire le distanze di sicurezza, fatti salvi i soggetti conviventi – scadono alle 12 del giorno dello spettacolo.
Gli spettatori dovranno indossare la mascherina in ingresso e in uscita e durante eventuali spostamenti dal posto occupato.