11 milioni in più ai Comuni sardi grazie al bilancio partecipativo
“I cittadini potrebbero proporre la creazione di spazi pubblici, il recupero di aree all’aperto da dedicare alle attività sportive e persino l’allestimento di locali di supporto alle famiglie nella didattica a distanza. Sono tantissime le nuove esigenze della popolazione dovute all’emergenza sanitaria e, in questo momento più che mai, credo sia fondamentale dare ai Comuni l’opportunità di lavorare assieme ai cittadini, consentendo a questi ultimi di intervenire nelle decisioni di spesa in maniera attiva e proattiva. Per questo ho deciso di presentare una proposta di legge sull’introduzione del bilancio partecipativo, che da un lato incrementa del 2% il fondo unico destinato ai Comuni e dall’altro dà ai cittadini la possibilità di presentare progetti e di vederli realizzati”.
Così il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Michele Ciusa, ha presentato una proposta di legge che propone l’introduzione del bilancio partecipativo, un processo grazie al quale la popolazione contribuisce a stabilire in che modo e a chi assegnare parte delle risorse pubbliche.
“Grazie a questo strumento di democrazia diretta – spiega Ciusa – si intende consentire ai cittadini di svolgere un ruolo importante nei processi decisionali, fornendo idee e progetti meritevoli di investimento, dettati dall’esperienza personale di ciascuno e da esigenze concrete. Per quanto riguarda le disposizioni finanziarie, con questa proposta di legge si chiede alla Regione di incrementare del 2% il fondo unico per i Comuni – di cui alla legge regionale 29-5-2007 n.2. – per cui verranno stanziati oltre 11 milioni di euro all’anno (per il 2020-2021-2022) da distribuire tra i 377 Comuni dell’isola”.
“Il bilancio partecipativo è già realtà in alcuni Comuni della Sardegna come Assemini e Mogoro. Quindi, estendere l’utilizzo di questo strumento non è un progetto utopistico. Riportare il cittadino al centro della vita politica è da sempre uno degli obiettivi del Movimento 5 Stelle e questa proposta di legge è il primo atto che presentiamo in Regione in quest’ottica. Riportare il cittadino al centro significa consentirgli di partecipare fattivamente e di sentirsi parte di un progetto comune”.