Romano (FAI): “Il FAI ha ritenuto necessario dar risonanza ad un monumento unico, rappresentativo e narratore del territorio come il Complesso Archeologico di Santa Maria del Pozzo. Sabato esperienza sorprendente!”.
Giugliano: “I miei ragazzi volontari FAI. Gli studenti del Liceo Scientifico Torricelli hanno dato vita ad un progetto innovativo. Sabato la presentazione alla stampa”.
Sabato – 24 Ottobre – ore 10 e 30 – briefing stampa contingentato – presentazione dei capolavori sotterranei restaurati – località Convento di Santa Maria del Pozzo – Somma Vesuviana per le giornate FAI.
“Per la prima volta mostreremo alla stampa gli affreschi restaurati delle chiese sotterranee situate nel Complesso monumentale di Santa Maria del Pozzo, riconosciuto Sito Archeologico di Interesse Nazionale dal MIBACT.
E sono affreschi importanti sui quali sono in corso studi che spaziano dall’anno 1000 d.C. , dai caratteri bizantini con il tema dell’ascensione, ancora altri risalenti al 1100 d.C. con l’aggiunta di Sant’Eustachio nella scena della caccia al cervo.
Altro affresco importante è quello datato 1330 d.C. che rappresenta il marchio di fabbrica della chiesa voluta da Roberto d’Angiò nel 1333 in quanto raffigura, con la sua corte di apostoli, “Nostra Donna” seduta in trono con in braccio il Figlio Pantokrator, alla quale è dedicato l’edificio di culto. Si tratta dunque di un’opera risalente all’epoca angioina.
E vedremo l’affresco risalente all’ anno 1660 d.C. e raffigurante l’Immacolata Concezione venerata da figure angeliche reggenti gli attributi emblematici della Vergine. Più epoche in un unico luogo.
L’opera di recupero, finalizzata alla salvaguardia degli affreschi che presentavano distacchi per gran parte della propria superficie decorata, ha riguardato, nello specifico, lo scialbo perimetrale, la pulitura, il consolidamento e il restauro di alcuni affreschi.
Importanti scoperte anche nell’antica cripta, dove venivano inumati i monaci, sono due figure emerse a sinistra della Madonna delle Grazie. Trattasi di santi o apostoli, ancora oggetto di studi ed approfondimenti iconografici.
Sabato 24 Ottobre, per le Giornate del FAI, li mostreremo alla stampa per la prima volta dopo il restauro”. Lo ha annunciato Emanuele Coppola, Direttore dei Beni Culturali del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo in Somma Vesuviana, nel napoletano.
Quali le tecniche utilizzate? Restaurato affresco della Madonna nella chiesa del Trecento! Scoperta la figura di San Pietro da Verona.
“La chiesa edificata da Roberto D’Angiò nel 1333 è sotto il Complesso francescano voluto da Giovanna III D’Aragona ai primi del XVI secolo.
Restaurato l’affresco della Madonna che si trova sotto la chiesa del Trecento. Grazie all’intervento di restauro sono emerse le identità di ben quattro figure come quella di San Pietro da Verona.
Dunque dalla sala semicircolare della chiesa edificata da Roberto D’Angiò nel 1333 scenderemo ancora ad una più piccola ed antica cappella comunemente detta “pozzo”, dove impera l’affresco della Madonna del Latte, perché intenta ad allattare Gesù.
Oltre all’immagine della Madonna seduta su una panca con Figlio al seno, nel pozzo, vi sono altre quattro figure intere – ha proseguito Coppola – l’una di seguito all’altra, di cui oggi, grazie all’intervento di restauro, si conosce la vera identità. L’uomo ritratto, recante nella mano destra un libro e nella sinistra una penna d’oca, è San Pietro da Verona, con a fianco un’immagine della Madonna con Figlio in grembo.
Il “pozzo”, al cui interno si trova la piccola cappella è ciò che resta di un’antica villa rustica romana, un luogo adibito alla conservazione del vino, dunque una “cella vinaria”.
Sabato 24 Ottobre – briefing stampa – ore 10 e 30 – per ammirare gli affreschi restaurati, scendere nelle chiese sotterranee, a fare da cicerone saranno: Emanuele Coppola, Direttore dei Beni Culturali del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, Anna Giugliano, Preside del Liceo Scientifico “Evangelista Torricelli” di Somma Vesuviana, Mario Romano, Coordinatore Territoriale del FAI, Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, Rosalinda Perna, Assessore ai Beni Culturali del Comune di Somma Vesuviana e soprattutto i giovani studenti del Liceo Scientifico “Evangelista Torricelli” di Somma Vesuviana, per l’occasione volontari FAI.
Nella chiesa di D’Angiò anche opere del Seicento, ed il cui restauro ha portato a risultati importanti. Tali opere saranno mostrate alla stampa Sabato 24 Ottobre, alle ore 10 e 30 con un briefing stampa contingentato nel rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento.
“Dopo gli ultimi interventi seicenteschi, più nessuno, almeno non in maniera significativa, si era occupato della preziosa chiesa di Santa Maria del Pozzo e l’incuria si era protratta fino ai giorni nostri.
Noi abbiamo restituito alla collettività uno dei monumenti più rappresentativi del territorio vesuviano, con tutto il patrimonio storico, artistico, architettonico ed archeologico che lo caratterizza e lo contraddistingue.
Nella chiesa sotterranea, nel 1603, «l’altare maggiore aveva l’immagine di S. Maria della Corona protetta da un vetro con avanti un cuscino di seta di colore giallo-verde.
La mensa, di abete – ha affermato Coppola – era rivestita di pelli dorate ed aveva tre tovaglie e due candelabri. Davanti all’altare v’erano una campana, detta comunemente di “ramocipro”, ed un grande candelabro per reggere le torce durante la Messa. Altri due altari, più piccoli e decentemente ornati, erano l’uno di fronte all’altro sulle pareti perimetrali della navata.
All’ingresso, forse sulle scale, v’era un cancello di legno sormontato da un Crocifisso al quale i fedeli accendevano devotamente torce e candele”.
Il Complesso di Santa Maria del Pozzo a Somma Vesuviana con convento francescano, chiostro superiore con altri affreschi restaurati, chiesa inferiore, la piccola cappella sotterranea ed ancora le cripte, più comunemente note come catacombe, che ospiterebbero i resti di monaci è Sito Archeologico di Interesse Nazionale nell’elenco del MIBACT.
“Santa Maria del Pozzo è uno scrigno stratificato di architettura, archeologia, arte e letteratura che non ha eguali in Italia e all’estero.
Il suo immenso patrimonio culturale è da sempre oggetto di studio ed approfondimenti, alla ricerca di nuove ipotesi strutturali – ha dichiarato Emanuele Coppola, Direttore dei Beni Culturali del Complesso Archeologico di Santa Maria del Pozzo – grazie all’emergere di nuovi ed interessanti affreschi, come quelli bizantineggianti dietro il catino absidale della sotterranea chiesa trecentesca, ma soprattutto, a causa del misterioso pozzo di epoca romana.
Insomma, un viaggio nella storia e nella memoria di un luogo che appassiona, stupisce ed affascina ogni visitatore”.
Il FAI c’è, e già Domenica 18 Ottobre ha dato la possibilità, al pubblico con il Liceo Scientifico “Torricelli” di Somma Vesuviana e in accordo con L’Associazione “Salviamo Santa Maria del Pozzo”, con i Padri francescani, di ammirare un Complesso che su tre livelli racchiude ben mille anni della nostra storia.
Evento aperto al pubblico sia Sabato 24 Ottobre che Domenica 25 Ottobre con obbligo di prenotazione sul sito del FAI.
Ed i ragazzi del Torricelli per l’occasione saranno “volontari FAI”.
La stampa potrà filmare e vedere gli affreschi restaurati del Trecento ma anche del Seicento, sui quali ora sono in corso studi per risalire agli autori. Entreremo nelle cripte al cui interno riposano ossa che saranno oggetto di altri studi specifici. Come morirono? E chi erano?
“Il complesso monumentale, formato dalla chiesa e dal convento, sorge sulla costruzione più antica della chiesa inferiore, ristrutturata da Re Roberto d’Angiò nel 1333 per ricordare l’incontro tra Giovanna, (erede al trono di Napoli) con Andrea (figlio di Carlo Roberto Re d’Ungheria) nella località denominata “i prati di Nola” ed identificata con il territorio ad oriente del palazzo reale di Starza della Regina.
Nel 1488 un’alluvione causò gravi danni alla chiesa che rimase sepolta sotto fango e pietre. Bisognerà aspettare – ha dichiarato Mario Romano, Coordinatore Territoriale del Fondo Ambiente Italiano – i primi anni del XVI secolo quando Giovanna III d’Aragona, volle la costruzione di una nuova chiesa con annesso convento, che si decise di edificare al di sopra di quella precedente e non in sua sostituzione.
La regina Giovanna, fece costruire da maestranze catalane l’imponente convento e la magnifica chiesa superiore, dedicandola alla Vergine Annunziata e adornandola di molte opere d’arte.
L’antica chiesa non fu distrutta ma interrata e venne a trovarsi proprio sotto l’abside di quella superiore.
Alle pendici del Vesuvio sorge dunque il complesso monumentale di Santa Maria del Pozzo. Luogo palpitante e di riferimento per la città di Somma Vesuviana, nel napoletano, integrato vivamente nel territorio. Un monumento protagonista che ha visto con i suoi stessi occhi il trascorrere di varie epoche storiche del nostro Mezzogiorno.
Dal periodo romano attraversando l’età angioina ed aragonese fino a Murat e a i giorni nostri. Il complesso accoglie presidi romani come la cisterna per poi passare alla policromia bizantina dell’abside anteposta alla tridimensionalità delle arti raffigurative successive, angioina prima e aragonese poi.
Parte del recupero è stato possibile grazie ai fondi della Comunità Europea. Ad abitare e a curare il complesso vi sono i monaci francescani di origine polacca che custodiscono preziosi libri miniati, il chiostro e la chiesa con i preziosi quadri di maestranza catalana.
Il FAI che ricerca e promuove luoghi di interesse culturale, archiettonico e archeologico, ha ritenuto necessario dar risonanza ad un monumento unico. Una occasione per mostrare ad un pubblico di respiro nazionale questo scrigno colmo di bellezza. Non mancate!”.
Un evento possibile grazie al grande lavoro del Liceo Scientifico “Torricelli” di Somma Vesuviana. Le giovani “guide” saranno proprio i suoi studenti, ragazzi del territorio che amano e vivono i loro luoghi.
Sabato 24 Ottobre saranno loro ad accompagnare la stampa in un viaggio millenario!
“Il Liceo scientifico-classico “E. Torricelli” ha aderito all’iniziata FAI “Giornate d’ Autunno” 2020, per promuovere agli studenti la conoscenza del patrimonio storico-artistico del territorio – ha dichiarato Anna Giugliano, Preside del Liceo.
Il progetto FAI si inserisce nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) che il nostro Istituto mette in campo al fine di favorire l’integrazione delle conoscenze con esperienze pratiche altamente formative, creando occasioni di studio dentro e fuori l’aula.
La finalità del progetto è sensibilizzare i giovani studenti alla “presa in carico” di un bene d’arte. Nello specifico il complesso monumentale di Santa Maria del Pozzo, un gioiello di Somma Vesuviana che testimonia ben duemila anni di storia del sito in cui sorge.
Illustrandolo ad un pubblico adulto, gli allievi si sentiranno così direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della propria comunità.
Ringrazio il FAI Nola per aver dato ai nostri studenti questa grande opportunità di crescita culturale e formativa”.