“All we can do is dance”: dall’1 al 4 ottobre a Cagliari
Focus sulla danza contemporanea – tra creazioni di artisti di punta della scena italiana e giovani autori con il FIND 38 / XXXVIII Festival Internazionale Nuova Danza firmato Maya Inc – che sceglie come tema e titolo dell’edizione 2020 l’invito alle danze con lo slogan “All we can do is dance” (tutto quello che possiamo fare è ballare).
Il programma
Si parte oggi, giovedì 1 ottobre alle 20:30, da “Nothing to Declare” di Cie Twain, una coreografia di Yoris Petrillo interpretata da Caroline Loiseau, con musiche originali eseguite dal vivo da Alessandro D’Alessio. Ispirata a una frase emblematica – “niente da dichiarare” – che caratterizza la generazione degli Anni Duemila, abituata all’eterna «rincorsa di ciò che è smart, low cost, last minute» che caratterizza uno stile di vita, «quasi un inno all’improvvisazione, ad esser sempre pronti, ma mai preparati».
Immersi in un flusso inarrestabile di immagini e informazioni, in un mondo in cui tutto appare a portata di mano, grazie alle nuove tecnologie, i giovani del terzo millennio (e non solo loro) rischiano di smarrire la propria identità e perdere il senso delle relazioni, isolati in una realtà virtuale. “Nothing to Declare” sceglie come sfondo privilegiato i cosiddetti non-luoghi, spazi in costante mutazione ed evoluzione, come stazioni ferroviarie, aeroporti, strade, fabbriche abbandonate, musei e infine teatri.
Un vivace e dolceamaro affresco della società con “Les Miserables” di Carlo Massari per C&C Company (in coproduzione con Triangolo Scaleno/Teatri di vetro): Martina La Ragione, Alice Monti, Daniele Palumbo e lo stesso Carlo Massari interpretano un “dramma medio-borghese”, un racconto per quadri ispirato al declino della civiltà.
«Una carrellata di stereotipi, di già visti, già detti, agiti. Il teatrino delle miserie umane: corpo e voce a servizio di un penoso corale che fa eco a “Le rane” di Aristofane, o forse ad un’operetta di Offenbach o ancora alla celebre “Opera” Brechtiana» si legge nelle note di presentazione, dopo una citazione dal “Woyzeck” di Georg Büchner sulle favolose capacità della scimmia.
«Staticità e immobilismo in risposta al crollo (fisico, politico, sociale, ambientale…) imminente, evidente» spiega Massari. «Non ci possiamo fare nulla, troppo tardi, game over; assistiamo impotenti, ne prendiamo atto, facciamo spallucce, sospiriamo e nuovamente ci voltiamo».
Fotografia del presente – dove a contrasto con l’apparente e facile rassegna emergono le varie forme di protesta e ribellione, non sempre ispirate a nobili ideali e principi rivoluzionari – a fronte della «storica visione illuminista (illuminata), che mette Cultura e Arte al centro del cambiamento» in un’opera coinvolgente e di forte impatto visivo ed emozionale.
Spazio poi a “Zatò e Ychi”, nuova produzione dell’ASMED/Balletto di Sardegna con le coreografie di Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino, anche protagonisti sulla scena al ritmo delle percussioni di Marco Caredda e Cinzia Curridori e la regia di Senio Giovanni Barbaro Dattena: una danza “rituale”, un combattimento “immaginario” che contrappone i due elementi, maschile e femminile, dell’anima di Zatoychi:
«Zato’ per gli amici o per i più acerrimi nemici che non vogliono perder tempo a pronunciare per intero il suo nome, un invincibile spadaccino cieco della tradizione giapponese».
Una partitura danzata in cui i due “samurai” Zatò e Ychi – ovvero lo yin e lo yang – combattono senza esclusione di colpi, protetti dalle curiose armature irte di aculei e trapunte di campanelli, come sculture sonore (i costumi curati da Stefania Dessì sono stati realizzati dall’Istituto per i Servizi Sociali S. Pertini (Cagliari) e del Liceo Artistico G. Brotzu (Quartu Sant’Elena).
Nell’ultimo scontro i guerrieri indossano gli Hakama – alle cui pieghe vengono fatti corrispondere i precetti del Bushidō, il codice di condotta morale del samurai e la danza si fa via via più rarefatta in un gioco di sottrazione – mentre è lasciata agli spettatori la libertà d’immaginare il luogo e il significato di un epico duello e cosa rappresentino davvero i due eroi e i due personaggi “beckettiani” che battono il tempo della performance che rappresenta anche «un’incessante metamorfosi. Fino alla fine».
Suggellerà la serata “Timeline” del Balletto Teatro di Torino – la coreografia di Ella Rothschild, danzata da Lisa Mariani, Viola Scaglione, Nadja Guesewell, Flavio Ferruzzi, Emanuele Piras, Paolo Piancastelli racconta somiglianze e differenze nei comportamenti umani in rapporto alle convenzioni sociali e alle diverse culture.
L’autrice mette l’accento sugli aspetti e i momenti più difficili e complicati dell’esistenza, sulle situazioni e i sentimenti fondamentali, in un collage di immagini ispirate a «follia, gioia, competitività, dolore, curiosità, emulazione, disperazione, tristezza, ansia, paura, morte».
Una grammatica di corpi in movimento in cui si intrecciano danza e teatro, ironia e pathos, per esplorare le relazioni tra gli individui e la comunità, in cui Ella Rothschild analizza l’evoluzione della personalità e i condizionamenti dell’ambiente, in contesti differenti «riuscendo a creare un unico grande, meraviglioso, cupo e umoristico mondo».
Un’opera originale e avvincente che indaga i paradossi e le contraddizioni nella complessa “geografia” del pianeta – oltre gli stereotipi e i pregiudizi – per un vivido affresco di varia umanità.
Poi, venerdì 2 ottobre dalle 20:30, il Teatro Massimo ospita “The Rite” di Luciano Padovani (Naturalis Labor), “Idillio” di Lorenzo Morandini (Movimento Danza) e “Graces” di Silvia Gribaudi (Zebra Cultural Zoo).
Ssabato 3 ottobre dalle 20:30 un intrigante trittico con la Serata Explò – Anticorpi XL con “Gianni Pasquale” di Pablo Girolami, “Ksama” di e con Daniele Salvitto e “Another With You” di Matteo Vignali – accanto a “Space” di Marco Di Nardo e “Voglio la luna” di e con Francesca La Cava per Gruppo e-Motion; e infine domenica 4 ottobre dalle 19 “Over/Under” di Matteo Bittante e “En attendant James B.” della compagnia francese Art Mouv’.
Showindows 2020
Al via da ieri – mercoledì 30 settembre dalle 17:30 alle 20, fino al 24 ottobre – il progetto “Showindows” 2020 dell’ASMED – con installazioni e performances in vetrina nei negozi del centro di Cagliari (coreografie di e con Lucas Delfino e Valeria Russo, in scena con Chiara Mameli e Luca Massidda) per far vivere la danza in luoghi inusuali. E mercoledì 30 settembre, dalle 19:30 all’Orto dei Cappuccini di Cagliari. la seconda Serata Breaking 8 / Festival Internazionale VideoDanza tra musica, proiezioni e performances danzate: l’arpa di Eleonora Congiu, poi “Die Wanderer” di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi e infine l’anteprima di “Zatò e Ychi” dell’ASMED.
Il FIND 38 / XXXVIII Festival Internazionale Nuova Danza firmato Maya Inc proseguirà dall’8 ottobre ai Giardini Sotto le Mura di Cagliari con “Who is Joseph?” di Davide Valrosso, “Un instant dans la maison d’autrui” di Claudio Bernardo (il 9) per un omaggio a Maurice Béjart, “Home Sweet Home” e “Simple Love” di Roberta Ferrara (il 10), “Solo Dante #Inferno” di Monica Casadei e “Kurup” di Nicolas Grimaldi Capitello (l’11).
“Immaginare la danza” il 16 ottobre con la conferenza di Caterina Di Rienzo, poi “Zatò e Ychi” e il FINDER con i Giovani Autori; il 17 “The Halley Solo” di Fabrizio Favale e il 18 “Lughente e Sùtile Lughe” di LucidoSottile.
Infine dal 28 al 30 ottobre alle 21 al Teatro Civico di Sinnai il debutto di “Four”dell’ASMED/ Balletto di Sardegna.
Informazioni
FIND 38 – XXXVIII Festival Internazionale Nuova Danza
Maya Inc (Traversa via della Pace, 2, 09044 – Quartucciu=
[email protected] | +39 342 7838614 | 070/4671139
www.findfestival.org | Twitter | Facebook instagram