Mentre i cittadini chiedono più trasparenza nelle etichette arriva il via libera del Parlamento europeo che fa cadere il divieto di definire carne qualcosa che non arriva dal mondo animale, dando in poche parole il via ibera alla “carne finta” che nasce da un mix di sostanze vegetali, spezie, coloranti ed esaltatori di sapore.
“Un passo verso la opacità e non la trasparenza – è il commento del presidente del Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp (Contas) Battista Cualbu – che non tutela ne produttore e ne consumatore.
Chi si presenta con nomi altrui dichiara di non credere lui per primo in se stesso e nasconde la sua vera identità, ma allo stesso tempo palesa l’intenzione di voler confondere l’interlocutore. I consumatori devono essere liberi di scegliere ma per farlo occorre dargli gli strumenti”.
L’unico limite per questi “novel food” sarà quello di specificare in etichetta che non contengono carne: cosi avremo il “burger vegano” piuttosto che la “bistecca vegana”. “Una comunicazione distorta che non rispetta il consumatore ma neppure il lavoro dei produttori e il loro saper fare – afferma il direttore del Contas Alessandro Mazzette – e allo stesso tempo di crea confusione e si annullano le differenze tra i prodotti e non si da valore ai valori nutrizionali.
L’agnello Igp è una eccellenza che segue un disciplinare di produzione, che ha dei valori unici che non può essere confuso con altri prodotti”. Il Contas, attraverso il presidente Cualbu si appella al governo Italiano “affinché stoppi il via libero europeo e tuteli la distintività delle nostre produzioni e la possibilità per il consumatore di poter scegliere in modo consapevole e libero”.