Il presidente della Associazione Agenti Raccomandatari Marittimi della Sardegna Acciaro lancia l’appello. I porti Sardi costituiscono una delle fonti strategiche per migliorare la crescita economica del ”Sistema Sardegna”. È dalla funzionalità, efficienza e competitività del nostri porti che si può ottenere un aumento del Prodotto Interno Lordo dell’intera isola. Imprescindibile il valore dei traffici marittimi, sia in chiave turistica che mercantile. E poi c’è il prodotto derivante dall’intero cluster dell’economia del Mare.
Cambiamenti repentini.
Ciò a cui assistiamo però è che, a fronte di processi di produzione globali che cambiano repentinamente e che incidono inequivocabilmente sull’andamento dei mercati. Non ne conseguono azioni di pianificazioni strategiche e priorità di interventi strutturali. Lo scopo principale dovrebbe essere migliorare l’incisività dei porti Sardi e la loro sinergia con le aree produttive retrostanti.
I porti in generale devono essere visti come catalizzatori dello sviluppo economico locale. A tal fine bisognerebbe favorire quelle attività portuali in grado di generare più elevate quote di valore aggiunto. Per far ciò occorrono tempi rapidi nell’approvazione di una moderna pianificazione strategica delle aree portuali. Il mezzo non può che essere un più razionale utilizzo delle infrastrutture esistenti.
Il D. Lgs. 169/2016.
Con l’emanazione del D.Lgs 169/2016, il Legislatore ha voluto evolvere la legge 84/94, soprattutto nella materia che norma gli organismi di gestione dei porti. In virtù di tale riforma, in Sardegna è nata una unica Autorità di Sistema Portuale con sede nel Capoluogo di Regione. Questa ha accorpato le due precedenti Autorità Portuali, quella del Nord e quella del Sud Sardegna. Il fine era di creare le condizioni per uno sviluppo più armonico e sinergico dei porti Sardi.
Non ci sono stati gli effetti sperati.
A distanza di quattro anni dall’entrata in vigore di tale Decreto Legislativo, in Sardegna la razionalizzazione della “governance” dei Sistemi Portuali, non ha sortito gli effetti sperati. E questo almeno per quanto riguarda lo sviluppo di quei porti distanti dall’apparato decisionale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna.
Gli Agenti Marittimi della Sardegna auspicano che su questo tema si apra una profonda riflessione, anche per evitare che le singole realtà portuali viaggino a velocità diverse, a seconda dell’area geografica di appartenenza.
Non occorre la sfera di cristallo per prevedere che, se non si apportano sostanziali correttivi, assisteremo ad una sorta di “cagliaricentrismo” anche in materia portuale.
La normale amministrazione.
Anche sulle questioni legate alla cosi-detta “normale amministrazione” si avvertono differenze di attenzione tra il sistema portuale che orbita intorno alla Capitale della Sardegna, con quelli del “Capo di sopra”.
Gli esempi non mancano:
- la poca attenzione alla pulizia degli spazi portuali (sia quelli a terra che quelli a mare),
- la lentezza della spendita delle risorse destinate alle infrastrutture primarie e secondarie,
- le eterne incompiute (ad esempio su Porto il mercato ittico ed il travel lift).
L’intero sistema portuale sardo andrebbe ripensato.
Non sarebbe male, pertanto, ripensare la forma di gestione dell’intero Sistema Portuale Sardo, dando maggiore autonomia funzionale e gestionale delle dinamiche locali. Si dovrebbe giungere vere e proprie Autorità o Sub-Autorità più vicine al territorio di appartenenza. Pensare, pertanto, ad un Organismo funzionale, per il Nord Sardegna, con risorse ed autonomia dedicati, sarebbe, probabilmente la forma più snella per dare risposte ai territori in tempi accettabili.
Il 25 e 26 Ottobre in Sardegna si rinnovano i Consigli Comunali di 160 Comuni. Tra questi vi è Porto Torres, sede di uno dei porti più importanti dell’Isola, che, tra l’altro, è classificato come porto di rilevanza Internazionale.
Ecco perché l’appello.
Federagenti Sardegna nutre molte aspettative sugli sviluppi del sistema Portuale sardo e quello di Porto Torres in questo momento contingente.
Ecco perché si sente, sommessamente, di sensibilizzare i 4 Candidati alla carica di Sindaco sui temi di carattere istituzionale su citati e sulle questioni che stanno particolarmente a cuore a tutto il cluster marittimo della marineria Turritana.
Secondo noi il porto di Porto Torres ha notevoli margini di crescita godendo di una posizione baricentrica all’interno di un Territorio che:
- è sede del Parco Nazionale dell’Asinara, meta ambitissima dal turismo nautico,
- è ricco di un patrimonio archeologico di rilevanza internazionale,
- ha collegamenti viari con Sassari e con l’aeroporto di Alghero,
- ha una tradizione centenaria sulla cantieristica artigianale.
Insomma ha tutti i requisiti per ridiventare protagonista del rilancio della costituenda Area Metropolitana di Sassari, puntando, tra le altre cose, sul settore della cantieristica navale, su spazi espositivi e fieristici specialistici in campo nautico, sull’accoglienza e servizi ai Maxi Yacht, fino alla creazione di un vero e proprio Distretto Nautico del Nord-Ovest della Sardegna.
La specificità di Porto Torres.
Sul campo, appunto, del settore della nautica da diporto, Porto Torres è una di quelle realtà portuali che ha tutti i requisiti per attrarre il traffico di natanti di grandi dimensioni: ha una posizione geografica favorevole, fondali adeguati e banchine capienti. Quello che occorre è una seria campagna di promozione del porto Turritano, oltre che dedicare qualche centinaio di metri di banchina all’ormeggio di mega-yacht.
Dedicare una banchina a navi da turismo di grande stazza, non vuol dire dare una destinazione esclusiva per quella tipologia dì imbarcazioni, ma semplicemente mettere sul mercato la disponibilità di un servizio estremamente ricercato e remunerativo. Servizio che deve essere supportato da tutta una serie di altri servizi di cui necessitano equipaggi ed ospiti dei maxi yacht: bunkeraggio, manutenzioni, forniture di viveri di altissimo pregio e qualità, noleggio di auto, fino all’esaurimento delle richieste più singolari.
Immensi spazi da pianificare.
Il porto di Porto Torres, infine, ha anche altre grandi potenzialità che gli derivano dall’avere immensi spazi sotto utilizzati all’interno ed all’esterno del porto industriale. Sotto questo punto di vista si è rivelata carente l’azione sinergica tra Autorità di Sistema Portuale e Consorzio Industriale Provinciale di Sassari, che non hanno saputo svolgere quel ruolo di pianificazione e valorizzazione di quegli spazi, ed non hanno brillato nel promuovere adeguatamente quel territorio.
La perimetrazione della Zona Franca, che dovrà comprendere tutta l’area produttiva retro portuale, ed il decollo delle Zone Economiche Speciali, non sono più procrastinabili. L’adozione di questi due strumenti legislativi sono la sola opportunità di rilancio dello scalo portuale Turritano, in chiave di traffico merci, e di una reale riconversione industriale dell’orami ex polo chimico del Nord Sardegna.