E venne il giorno tanto atteso. Il momento fatidico di una manifestazione nazionale che, nello scenario del Circo Massimo a Roma, seppur nel pieno rispetto delle regole e delle recentissime restrizioni dell’ultimo DPCM, porterà infermieri da tutta Italia in terra capitolina.
Il Presidente Nazionale del Nursing Up, convocato lunedì scorso dal Ministro della Salute Roberto Speranza, ci racconta di un “timido” tentativo di conciliazione che però al momento non sembra aprire la strada a un concreto impegno. Troppe volte sia Speranza che Sileri, negli ultimi tempi, hanno disatteso le speranze degli infermieri italiani, oggi agguerriti più che mai, forti più che mai delle loro istanze, convinti che se davvero non ci sarà l’attesa svolta, l’appuntamento di oggi si annuncia solo come l’inizio di una lunga battaglia a oltranza.
«Il Covid sta avanzando e si sta facendo minaccioso giorno dopo giorno – esordisce De Palma – la speranza è che non si arrivi ai livelli di virulenza di marzo e aprile. Ma gli infermieri italiani sono pronti ad affrontare il nemico, a costo della loro stessa vita. Lo conoscono certamente più di prima, si sono aggiornati durante gli ultimi mesi, hanno studiato i suoi punti deboli. Ma tutto questo potrebbe non bastare. E non basterà di certo se il Governo e le Regioni non ci offriranno da subito gli strumenti per affrontare la battaglia, non certo a mani nude. E non parliamo solo di mascherine e di presidi di difesa, ma di organizzazione strutturale, riconoscimento delle indennità in caso di contagio, ma soprattutto a noi infermieri preme finalmente ottenere quell’alveo contrattuale autonomo che chiediamo legittimamente da anni, oltre a un agognato aumento in busta paga che sembra davvero una chimera.
Sull’autonomia contrattuale – ammette De Palma – registriamo da parte del Ministro Speranza, dopo il nostro ultimo incontro, quella che definirei una timida apertura.
Ma le parole, caro Ministro, non ci bastano più! Adesso vogliamo e meritiamo i fatti!
Gli infermieri italiani – continua De Palma – sono tra i professionisti più apprezzati e preparati d’Europa: ma nel contempo percepiamo uno tra gli stipendi in assoluto più bassi del Vecchio Continente. La fuga dei nostri giovani colleghi verso Paesi come Germania e Inghilterra, nazioni che offrono ai nostri infermieri uno stipendio base di almeno 2.500 euro, rispetto alla media dei nostri “miseri” 1.400, ci deve far rendere conto una volta per tutte della situazione a dir poco paradossale che stiamo vivendo.
E nonostante le difficoltà, nonostante l’emorragia di personale, nonostante i tagli alle strutture di regioni come la Campania, che dio voglia non vivano emergenze come quella della Lombardia (come potrebbe uscirne?), noi infermieri ci siamo e ci saremo sempre, ogni giorno, per difendere la salute dei cittadini. Oggi al Circo Massimo, a manifestare per i nostri diritti, ci siamo noi e solo noi, gli infermieri italiani! E urleremo al Paese la nostra rabbia, le nostre istanze. Ma non dimentichiamo che gli infermieri hanno bisogno del sostegno di tutti per affrontare nuove e difficili battaglie» conclude De Palma.