La disamina di De Pierro.
Ad alcuni giorni dallo spoglio delle elezioni amministrative 2020 il presidente Antonello De Pierro, il giornalista ex direttore e voce storica di Radio Roma che lo
fondò alcuni anni or sono, si avventura in una disamina del voto. E lo fa con riferimento a Percile, incantevole borgo della Città Metropolitana di Roma Capitale. In questa la formazione politica da lui presieduta ha incassato un’espressione consensuale pari al 30%. Questo ha permesso di eleggere 3 consiglieri:
- (il candidato a sindaco Giovanni Ziantoni,
- Roberto Porcacchia, nipote d’arte in quanto suo zio è Oscar Tortosa, attuale vice presidente del movimento e noto politico di lungo corso,
- il dottor Marco Del Monaco, medico presso l’ospedale di Subiaco.
“C’è stato un magistrale lavoro di squadra che ha visto impegnati senza soluzione di continuità e con un ingente impiego di energie tanti dirigenti territoriali. In primis il responsabile provinciale di Roma Carlo Spinelli, che tanti applausi ha riscosso durante il suo intervento in occasione della chiusura della campagna elettorale.
Il movimento Italia dei Diritti ha partecipato con una lista in più comuni” dichiara De Pierro.
I principali attori del successo.
“Fondamentali per il risultato ottenuto sono stati altresì il responsabile per la Valle Ustica Mattia Cola e quello locale Daniele Vitelli, che hanno supportato magistralmente il candidato sindaco Giovanni Ziantoni” prosegue De Pierro.
Proprio Ziantoni è uno degli esponenti più attivi nelle file del movimento capeggiato da De Pierro, già consigliere comunale a Sambuci e sempre in prima linea come responsabile territoriale per Vicovaro.
Ma anche lo stesso numero uno dell’Italia dei Diritti, capogruppo nell’assemblea consiliare della vicina Roccagiovine e consigliere nell’Unione dei Comuni Valle Ustica (di cui fa parte anche Percile), nonché a capo di un gruppo di ben 8 membri in seno alla Comunità Montana dell’Aniene (attualmente commissariata per favorire la trasformazione in Unione dei Comuni Montani), ha dato il suo contributo a ciò che i pronostici della vigilia annunciavano come una vittoria epocale e senza precedenti, chiudendo trionfalmente proprio a Percile la campagna elettorale, tra un fiume di applausi scroscianti e risonanti ovazioni, di fronte a una platea numerosissima, nonostante le misure restrittive imposte dalle norme anticovid.
Percile: il senso di una vittoria.
Anche il grande successo riscontrato nella piazza dell’ultimo scorcio di campagna elettorale aveva disegnato i contorni illusori di una straordinaria e storica vittoria. Questo in virtù del fatto che sarebbe stata ottenuta da una lista senza nessun candidato del luogo. Questo rende clamoroso anche quel 30% ottenuto, come spiega lo stesso leader: “Vincere le elezioni a Percile, come da più parti si asseriva con cauto ottimismo, avrebbe rappresentato un esito elettorale da affidare agli annali storici delle competizioni politiche italiche. La nostra lista era composta da candidati non percilesi e si scontrava con un gruppo composto da persone locali e pertanto con solidi legami familiari.
Perché Italia dei Diritti è il cambiamento.
“Nel terreno della logica del buonsenso, in virtù di ciò che stiamo mostrando nei comuni in cui sediamo sugli scranni istituzionali, il risultato avrebbe dovuto essere scontato. Noi rappresentiamo il cambiamento, un nuovo modo di fare politica, avulso dal muoversi su percorsi clientelari. Con noi le parole d’ordine sono giustizia, legalità ed etica e, in chiave post ideologica, miriamo solo a soddisfare le istanze dei corpi collettivi e alla risoluzione del problema” continua De Pierro.
Il voto familiare.
“Purtroppo però, specie nei piccoli comuni, ci si imbatte nella logica atavica del voto familiare e pertanto questi paesi sono condannati a gestioni amministrative dal sapore feudale. In queste prima ci si chiede se c’è un legame familiare e poi se il candidato è in grado di amministrare un comune.
Su questo paradigma concettuale si è consumata la supremazia consensuale della lista locale e siamo stati relegati all’opposizione.
Dall’altra parte avevamo una compagine che aveva mostrato segni di debolezza già dal momento della presentazione della candidatura. Infatti schierava 8 candidati sui 10 massimi previsti. Mi sono sembrate lapalissiane le difficoltà incontrate nel completare la squadra.
Pertanto, visto che a Percile, nonostante l’esiguo numero di residenti, c’è un’offerta politica di qualità, probabilmente chi ama la buona politica non si è trovato d’accordo con l’espressione del passato”.
L’analisi della vittoria.
“Dal nostro canto, nelle condizioni che ho descritto posso parlare di una nostra vittoria. Noi a Percile, con il 30% ottenuto, abbiamo vinto. Che risultato positivo è quello di una lista locale che supera di poco il 60% e permette a una lista di persone estranee al territorio di far registrare il 30% dei consensi? Liberi di festeggiare l’ingresso in maggioranza, gridare al trionfo, come la formalità burocratica detta, ma la realtà guarda questo risultato con la lente di ingrandimento della riflessione oggettiva e lo vede offuscato da tante ombre che ne sminuiscono l’esatta entità. Tributo i miei migliori auspici al neo sindaco Claudio Giustini e offro la nostra collaborazione ogni volta che saranno rispettati a nostro avviso gli interessi della popolazione”.
Il lavoro dell’opposizione.
“Ho sempre considerato il lavoro di opposizione dell’Italia dei Diritti ad adiuvandum.
Ma se non dovessimo riscontrare nell’attività amministrativa quei principi fondanti del nostro movimento e vedessimo anche un solo abitante di Percile penalizzato, la nostra opposizione sarà dura e intransigente. Dentro e fuori dalle stanze istituzionali.
Ormai in tanti sanno che noi rappresentiamo i cani da guardia che vigilano sul rispetto del principio del buon andamento della pubblica amministrazione, come recita puntualmente la codifica dell’art. 97 della Carta costituzionale.
E lo sappiamo fare anche senza sedere nell’assise consiliare”.
Come siamo stati all’opposizione anche da fuori.
“Quando abbiamo evitato l’istituzione del pedaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma e sull’autostrada Roma-Fiumicino, l’abbiamo fatto fuori dalle istituzioni. Quando abbiamo fatto realizzare, contro la corruzione, la rotazione inter-municipale dei vigili urbani a Roma, non sedevamo nell’assise consiliare capitolina.
Posso elencare tanti risultati raggiunti dal nostro movimento. E sono certo che prima o poi libereremo anche i piccoli comuni dalla morsa del voto di famiglia che tanto detrimento cagiona al parenchima amministrativo”.
Come funziona l’espressione del consenso.
“Mi piacerebbe chiedere agli elettori quando devono ricorrere a qualsiasi prestazione professionale a chi si rivolgono. Forse a un parente che ha deciso di avventurarsi in un’improbabile improvvisazione oppure fanno ricorso a un professionista qualificato?
La medesima elaborazione concettuale andrebbe attivata in sede di espressione del consenso nel segreto della cabina elettorale”.
Denunciamo già irregolarità.
“Purtroppo, a quanto pare, i nostri consiglieri hanno già dovuto, loro malgrado, rilevare un mancato rispetto delle norme che regolano il canonico insediamento del nuovo consiglio comunale.
Entro 3 giorni dalla proclamazione degli eletti, il primo adempimento del neo sindaco è la pubblicazione dei risultati elettorali, nonché il perfezionamento della notificazione ai consiglieri eletti.
Ebbene, sul sito internet del Comune tale pubblicazione è avvenuta solo il 1 ottobre, ben 9 giorni dopo la proclamazione. E anche con un errore nell’ordine degli eletti in afferenza alla cifra elettorale ottenuta!
Per quanto attiene alla notificazione dell’esito elettorale agli eletti non mi risulta che a oggi, 1 ottobre, sia ancora avvenuta. Naturalmente, chiederò ai nostri rappresentanti in consiglio comunale di formulare un’interrogazione circa i motivi ostativi che hanno determinato questo ritardo.
Auspico che il sindaco Giustini vigili affinché il rispetto delle regole venga garantito e in futuro non si ripetano più simili inottemperanze burocratiche”.
Precedenti comunicati al link Sardegnareporter.it