Con il video mapping dell’artista Simone Murtas, i costumi di Marco Nateri e le musiche originali di Stella Veloce e Carlo Spiga lo spettacolo verrà allestito a tappe fino alla sua versione ultima, che sarà poi rappresentata in Bielorussia a Minsk, Brest e Bobruisk.
Cuore del progetto, riscritto a partire dal NurArcheofestival, nato in occasione dell’inaugurazione di una nuova parte di scavi al nuraghe di Villanovaforru, è infatti l’idea di ‘abitare’ artisticamente i luoghi più antichi e magici della Sardegna per confezionare uno spettacolo capace di veicolare all’estero – in particolare in Bielorussia, con cui già esistono importanti relazioni, grazie al “Progetto Chernobyl” – l’immagine dell’Isola legata alle ricchezze di un lontano passato profondamente spirituale e creativo.
Tra Tombe dei giganti, Domus de janas, Nuraghi e Pozzi sacri le moderne indovine (deinas) rievocano la cosmogonia comune alle antiche civiltà mediterranee, al tempo in cui la Dea Madre era la divinità preminente. Lungi da fare da sfondo agli scatti di Roberto Salgo e ai testi selezionati da Clara Murtas, i resti archeologici ne sono invece protagonisti, così come le donne che con quelli si fondono, rendendogli il loro potere magico.
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