Il dissesto idrogeologico in Italia al centro di una conferenza nazionale
“Abbiamo il 91% dei comuni a rischio frane o alluvioni, ben 7.500.000 persone a rischio, decine di migliaia di beni culturali. Bisogna conoscere il territorio che significa aggiornare le mappe di rischio”. Lo ha affermato Alessandro Trigila, geologo dell’Ispra, alla Conferenza Nazionale organizzata dalla Società Italiana di Geologia Ambientale per la presentazione del libro/dossier sul Dissesto Idrogeologico in Italia.
“Quest’anno abbiamo una situazione climatica critica. L’80% del territorio italiano ha subito un forte deficit delle precipitazioni. Dall’inizio dell’anno, in alcune aree dell’Italia è piovuto meno di 250 mm e anche qualora ottobre e novembre dovessero – essere dal punto di vista delle precipitazioni – dei mesi eccezionali non si riuscirebbe ugualmente a colmare tale deficit. Di contro, invece, altre zone dell’Italia come quelle prealpine – ha affermato Massimiliano Fazzini, Coordinatore del Gruppo Cambiamenti Climatici della Sigea e docente dell’Università di Camerino – hanno fatto registrare un surplus idrico e, dunque, siamo dinanzi a un’estremizzazione del clima. Altra zona a surplus pluviometrico è la zona sicula, quella sarda meridionale, dove gli effetti del riscaldamento del mare si sono fatti notare con la formazione di cicloni mediterranei. Ora entriamo nel bimestre più piovoso e speriamo che il fragile territorio italiano tenga”.
In alcune regioni anche scuole a 10 metri dai fiumi.
“Vista la situazione attuale dell’Italia, con molte case costruite nelle zone inondabili, non bisogna più permettere di costruire ancora in quelle zone, mentre oggi la legge incredibilmente lo consente. In alcune regioni italiane – ha affermato Luciano Masciocco, geologo dell’Università di Torino – abbiamo addirittura scuole costruite a 10 metri dalle zone inondabili. Poi bisogna agire a monte, costruire piccole opere, piccoli bacini di difesa nei vari comuni e non grandi strutture.
Il sottosegretario Morassut: “In arrivo fondi anche dal Recovery Fund”.
“Le azioni per la mitigazione dei cambiamenti climatici, del dissesto idrogeologico sono una delle chiavi del new deal. Le risorse ci sono e ne sono in arrivo delle altre anche dal Recovery Fund. C’è un problema di macchina – ha proseguito Roberto Morassut, Sottosegretario all’Ambiente – che con le Regioni dobbiamo perfezionare per rendere sempre più efficienti le amministrazioni locali nel tradurre queste risorse in progetti, in bandi in tempi compatibili con il livello di rischio e di pericolosità idrogeologica”.
Alla Conferenza anche Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde.
“La lotta al Dissesto Idrogeologico nel nostro Paese è una grandissima opportunità di lavoro e di risanamento del territorio – ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione Univerde – e da Ministro avviai ben 1.000 cantieri dando la possibilità a tanta gente di lavorare. Credo che invece di inseguire opere, come il ponte sullo stretto, si debba investire sulla grande opera di messa in sicurezza del territorio italiano”.
In Italia più di 600.000 frane e il 18% dei Beni Culturali a rischio.
“Nel nostro Paese sono stati censiti ben 620.808 fenomeni franosi che interessano un’area di circa 23.700 km, pari al 7,9% del territorio nazionale. E nel Paese che ha il maggior numero di siti patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO, se facciamo riferimento ai Beni Culturali registrati dal MiBACT – ha concluso Antonello Fiore, Presidente Nazionale della SIGEA -, nella banca dati VIR, abbiamo il 18,6% di essi a rischio frane e molti di piu a rischio alluvioni: il 6,8% del totale dei Beni Culturali censiti sono in aree a pericolosità idraulica elevata, il 15,3% in aree a pericolosità idraulica media e il 19,4% nello scenario di pericolosità bassa.
Sono numeri che parlano da soli e che dimostrano la scarsa considerazione che abbiamo avuto negli anni per il nostro territorio. La messa in sicurezza del territorio è fondamentale anche per tutto l’indotto turistico italiano. Questa estate importanti aree turistiche sono state colpite anche da incendi, che spesso sono dolosi, e da frane con versanti insicuri. Dobbiamo trasmettere sicurezza ma prima di farlo dobbiamo averla”.
Intervenuto anche Gabriele Scarascia Mugnozza, ProRettore dell’Università La Sapienza di Roma e Presidente della Commissione Grandi Rischi.