Il piatto piange e la musica è finita.
Gli ultimi provvedimenti presi da governo e alcune Regioni per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi.
Non soltanto i ristoranti, svuotati dall’effetto psicologico negativo determinato dall’impennata di nuovi casi, ma anche i bar, i locali di intrattenimento e le imprese di catering e banqueting, impossibilitati a lavorare a causa delle restrizioni sugli orari di apertura e sui partecipanti a eventi e matrimoni.
A Cagliari oggi si contano 1402 locali, di cui 871 ristoranti e 499 bar, il resto sono catering e mense. Mercoledì 28 ottobre, su proposta della Fipe nazionale, anche il Sud Sardegna scenderà in piazza.
L’appuntamento è alle 11.30 in piazza del Carmine dove almeno una quarantina di persone incroceranno le braccia. Tutti saranno distanziati, con la mascherina, in silenzio. In mano terranno un foglio A4, le scritte richiameranno i loro valori (economici e sociali della categoria).
I gestori dei locali occuperanno contemporaneamente le piazze di 10 città italiane capoluoghi di regione – Firenze, Milano, Roma, Verona, Trento, Torino, Bologna, Napoli, Cagliari, Palermo – oltre Bergamo.
I locali in tutta Italia occupano oltre un milione e duecentomila addetti, con la manifestazione di mercoledì 28 ottobre si vuole chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del Covid19, nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno.
“Ormai credo che sia un segnale che la nostra categoria doverosamente deve dare, ciò che viene ormai messo ogni giorno sul tavolo è il fatto che non veniamo tenuti in considerazione”, dice Emanuele Frongia, presidente Fipe Confcommercio Sud Sardegna, “ sono stati fatti slogan elettorali, qualcosa è stato messo in campo, ma è troppo semplice dire che adesso dobbiamo chiudere e poi se ne riparlerà domani.
Noi il 28 scendiamo in piazza per dire che noi ci siamo, ciò che sta succedendo sta mettendo in crisi la nostra categoria, non sappiamo se domani ci saremo di nuovo. Un appello a tutta la categoria degli operatori, quindi anche locali notturni, catering, matrimoni, per evitare che il nostro grido di allarme rimanga inascoltato”.
Il presidente di Confcommercio Sud Sardegna Alberto Bertolotti ricorda che “la riduzione dell’orario contenuta nel dpcm del 18 ottobre è un colpo di grazia per il settore già messo in ginocchio dai gravissimi danni del lockdwon e da una totale assenza di ripresa condizionata da mancanza del turismo e dall’ampio uso dello smart working”.
Adesso, secondo Bertolotti è necessario “un sostegno vero e rapido alle imprese del settore in termini di riduzione della fiscalità ad iniziare dalla cancellazione della odiosissima Irap, e poi proseguire poi con la riduzione del costo del lavoro e crediti d’imposta per affitti e locazioni”.