Il primo argomento di cui parla, forse anche non a caso, è il nuovo allenatore Eusebio Di Francesco. Al momento i risultati non convincono la tifoseria, ma il presidente è positivo in vista del futuro.
“Il Cagliari lavora per trovare una nuova identità con un nuovo allenatore. C’è entusiasmo, come sempre quando si riparte con un progetto nuovo. Si è ringiovanito la rosa. Ci auguriamo di vedere nel giro di poche giornate i frutti del lavoro.”
Il presidente subito sottolinea, o forse mette le mani avanti, che il progetto è a lungo termine. L’obiettivo? Fare meglio della scorsa stagione.
“Questo per noi deve essere un progetto di gioco a lungo termine. L’obiettivo è fare meglio dell’anno scorso, ci piacerebbe alzarci un gradino rispetto al passato.”
Si raccontano poi i retroscena che hanno portato Di Francesco a Cagliari, con Giulini che sottolinea la fame agonistica del mister.
“La sua voglia di rivalsa dopo l’esperienza alla Samp mi ha molto colpito. Chi viene a Cagliari deve avere una grandissima fame, una grandissima voglia. Lui è un allenatore importante, ha fatto un percorso strepitoso a Sassuolo, ha disputato una semifinale di Champions a Roma. Tutto questo mix, più il fatto che mi sia piaciuto come persona, mi ha indotto a prenderlo. E sono contento di esserci riuscito”.
Il secondo argomento chiave è il nuovo stadio. Per via di una serie di imprevisti la data di apertura del nuovo stadio è slittata, ma ora il presidente mette un punto alla questione.
“Mi auguro fra tre anni, l’obiettivo più realistico ora è questo: per poterlo utilizzare nella stagione 2023-2024.”
Il Covid logicamente ha colpito fortemente il mondo del Calcio, specialmente le squadre di media-bassa classifica.
“A oggi la foto dice che i partner commerciali purtroppo sono diminuiti, i ricavi della biglietteria si sono azzerati e il mercato si è svolto in tono minore. Tantissime società sono in grandissima difficoltà.”
Infine si parla della sinergia con l’Olbia. Nel corso degli ultimi anni tanti talenti della primavera rossoblù hanno fatto un anno nella squadra del presidente Marino per farsi le ossa. Quest’anno ci sono anche, ad esempio, Ladinetti e Marigosu.
“Una bella cosa, progettata col presidente Marino che è anche un amico di gioventù. L’idea era valorizzare il più possibile il territorio, scoprire e lavorare coi migliori giovani, senza obbligarli a trasferirsi a Cagliari a 13, 14 anni, cercando di avere un secondo settore giovanile di eccellenza in Sardegna, dopo il nostro.”