Voto dei 18enni al Senato: “era prevista la seconda lettura alla Camera per il voto dei diciotto-venticinquenni al Senato.
In prima lettura questo identico testo era stato votato da tutti i gruppi, nessuno escluso, con solo cinque voti individuali contrari, perche’ tutti avevano ritenuto sensato riconoscere il diritto di voto oggi negato a quattro milioni e mezzo di elettori.Si era ai tempi del Conte 1 e noi, dall’opposizione, abbiamo contribuito ad una riforma condivisa. Tale riforma era stata prevista nell’ambito dell’accordo della nuova maggioranza come una delle tappe necessarie delle riforme di questa legislatura.
Al Senato varie resistenze impedirono di aggiungere anche l’equiparazione dell’elettorato passivo, ma saggiamente i senatori ritennero di confermare il testo Camera con l’apertura dell’elettorato attivo, di gran lunga piu’ importante. Invece i gruppi di opposizione al Conte 2, per politica politicante, si sono sottratti al consenso dato allora.
Al consenso si e’ sottratto anche il Gruppo di Italia Viva che aveva sottoscritto l’accordo di maggioranza, teorizzando ora che le riforme debbano essere di sistema, per quanto dall’accordo di maggioranza un primo sistema fosse gia’ chiaro.
La conseguenza immediata sicura e’ che il voto di quattro milioni e mezzo di elettori, tra 18 e 25 anni, e’ al momento congelato. Per le altre vedremo, ma gia’ solo quella, che era in dirittura d’arrivo alla Camera, appare del tutto ingiustificabile”. Lo dice il capogruppo Pd in Commissione Affari Costituzionali Stefano Ceccanti.