A questo punto insistere ancora sulla Dorsale significa bloccare anche i progetti dei terminali gasieri e gli interventi sulle reti di distribuzione del metano, che possono realmente far arrivare il metano ai sardi con le moderne ed efficienti autobotti criogeniche che sostituiranno le centinaia di camion attualmente utilizzati , ridurre le bollette e far crescere le rinnovabili
La Legambiente ribadisce la posizione espressa con chiarezza negli ultimi anni:
METANO FONTE DI TRANSIZIONE CON I DEPOSITI COSTIERI – NO ALLA DORSALE
Ora risulta strategico ed urgente nell’isola il potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili
- A) METANO FONTE DI TRANSIZIONE CON I DEPOSITI COSTIERI – NO ALLA DORSALE
A.1– La prospettiva per la Sardegna è di riconoscere il metano come una fonte utile, ma limitata alla gestione della transizione dopo il phase-out dal carbone,
È doveroso tener presente che il PEARS, per quanto riguarda lo sviluppo base, ha previsto una domanda potenziale di 600 Mln di mc di metano per soddisfare tutto l’insieme degli utilizzi industria, servizi e civile, mentre per riconvertire la centrale di Fiume Santo servirebbero 1.000 Mln di mc di metano e 500 Mlndi mc di metano per la centrale di Portoscuso.
È chiaro che il preciso indirizzo del PNIEC di attuare il Phase-out entro il 2025 indica obbligatoriamente la priorità nella riconversione delle centrali a carbone e dell’utilizzo del metano per tale scopo.
I depositi costieri possono fornire il GNL per gli usi industriali, civili ed in particolare per il bunkeraggio navale, favorendo anche lo sviluppo della filiera favorendo anche lo sviluppo della filiera penetrazione dei consumi elettrici e la decarbonizzazione del sistema energetico regionale.
Un sistema flessibile, in grado di adattarsi facilmente ad eventuali cambiamenti di contesto che dovessero emergere nel futuro.
A.2– Per attuare il Phase-Out entro il 2025 la prospettiva più praticabile appare quella di realizzare depositi costieri di GNL con minirigassificatori nei porti industriali, o anche a bordo di navi metaniere, per poter riconvertire le centrali termoelettriche a carbone. Nonostante tale urgenza la situazione attuale si presenta molto arretrata, infatti lo stato dell’arte è il seguente:
A.2.1- Porto industriale di Santa Giusta-Oristano:
- Higas ha in costruzione un deposito costiero da 9.000 mc, che prevede l’alimentazione con navi gasiere di piccola taglia da 7.500 mc per una capacità annua di 350.000 mc;
- La società Edison ha avuto l’autorizzazione per un deposito da 12.000 mc;
- IVI petrolifera ha avuto l’autorizzazione per un deposito da 9.000 mc. A.2.2- Porto Canale industriale di Cagliari