Con lo scudetto dei Tigers, la Sardegna paralimpica dimentica momentaneamente le pene pandemiche.
Stati d’animo contrastanti incedono imperterriti nell’arco di un tremendo anno bisesto. Tra una reiterata serie di eventi ferali che devono restare bene a mente per non riviverli in futuro, rivestono una funzione alleviante i pochi avvenimenti portatori di fugaci allegrie.
Nel venticinquesimo anniversario dalla sua nascita la Tigers Paralympics Sport di Cagliari, per esempio, ha confermato la sua leadership nel Calcio a 5 ipovedenti laureandosi per il secondo anno consecutivo campione d’Italia FISPIC (Federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi) nella categoria B2/B3.
Gli ambienti del CIP Sardegna vengono a sapere del successo tramite Mario Trogu, consigliere della giunta che della società Tigers è vicepresidente e segretario. L’entusiasmo si è poi propagato velocemente a testimonianza di come non si vedesse l’ora di applaudire le imprese degli atleti paralimpici nostrani che per ovvi motivi hanno avuto pochissime valvole di sfogo.
Il presidente del comitato paralimpico isolano Cristina Sanna si è complimentata con il team “Sono orgogliosa di loro – afferma – perché non è mai facile replicare un successo che lo scorso anno risultò altrettanto piacevole perché inaspettato. Hanno dimostrato che l’aver vinto in casa propria non è stato un caso, ma frutto di un lavorio costante che premia sempre. Faccio i complimenti a tutti e speriamo nel non c’è due senza tre”.
Fasi incerte e palpitanti che premiano chi ci ha creduto fino in fondo.
Il concentramento conclusivo disputato a Roana (Vicenza) ha interessato tre formazioni. Dopo la rinuncia dell’Adriatica Uici Fano che al momento in cui fu sospesa la regular season per l’emergenza Covid-19 si trovava al comando della graduatoria, si è aggiunta anche quella dell’Omero Bergamo dove un caso di positività riscontrato all’interno del team, ha compromesso tutto. A giocarsi il titolo sono rimaste Tigers (seconda nella fase regolare), Futsal Treviso (terza), Limite e Capraia (quarta).
Nel primo giorno di gare il team sardo, dopo il sorteggio, se la vede contro Limite e Capraia. Dopo il 2-0 iniziale con i gol di Salvatore Boi e Mattia Pibiri, due new entry essenziali provenienti rispettivamente da Cagliari e Monserrato, i toscani non solo recuperano ma compiono il sorpasso. Il colpo di coda dei tigrotti non si è fatto attendere grazie alla segnatura del piemontese Mattia Deramo. Ai supplementari, sul 3-3, altro acuto dei campioni in carica che liquidano la pratica grazie al ligure Fabio Cazzanti.
Limite e Capraia, spese tutte le energie con il club cagliaritano, crolla 8-1 nel match successivo opposta al Futsal Treviso. L’indomani nella terza contesa in calendario c’è in palio lo scudetto. Tra i veneti compaiono due vecchie conoscenze, artefici del titolo 2019: Daniel Hamoud e Vincenzo Comito. Conoscendo le potenzialità dei due ex, l’allenatore Luca Figus adotta tutte le tecniche idonee per limitarne le potenzialità, riuscendoci. Ma ciò non al punto di evitare l’aleatorietà dei calci di rigore arrivati dopo che nei tempi regolamentari e i supplementari le ostilità si chiudono sul 2-2 con i gol di matrice isolana siglati da Salvatore Boi e Mattia Deramo. I Tigers risultano implacabili dal dischetto con le reti in successione di Salvatore Boi, Mohammed El Moutahir, Mattia Deramo, Giovanni D’Ottavio Pili. Gli avversari si vedono interrompere la serie ad oltranza, grazie al portierone Luca Figus che neutralizza la conclusione di Cerantola.
Le scene post trans agonistiche che seguono sono simili a quelle che si videro nella palestra cagliaritana di via Monte Acuto lo scorso anno dopo la vittoria sull’Adriatica Uici. Tutti ad inseguire e braccare Luca Figus in attimi che resteranno impressi nei protagonisti del nuovo successo tricolore: Francesco Trenta, Marco Caria, Gianluca Olla, Mattia Deramo, Giovanni D’Ottavio Pili, Fabio Cazzanti, Mohammed El Moutahir, Paolo Torrico, Salvatore Boi, Mattia Pibiri, Giambattista Pinna.
Luca Figus: dopo un’intensa carriera arrivano anche le soddisfazioni paralimpiche.
Il team bissa il titolo del 2019 perché sapientemente orchestrato dal portiere allenatore quartese Luca Figus, vedente da regolamento, autentico trascinatore che ha distribuito dosi massicce di ottimismo ai suoi compagni soprattutto nei momenti più delicati. I suoi trascorsi fanno intendere che della disciplina è un profondo conoscitore. Nel 1994 è tra i pali della Delfino che milita nella serie B nazionale e lì ci rimane per cinque stagioni. Nei successivi vent’anni fa la spola tra A1 e B e corona anche il sogno di vestire la maglia della nazionale italiana di Calcio a 5 partecipando agli Europei in Georgia del 2018. Poi è seguita la conversione al mondo paralimpico nel momento in cui ha percepito quanto di buono stesse facendo la società Tigers nei confronti degli ipovedenti e ciechi: “Dà anima e cuore a questi fantastici ragazzi – ha puntualizzato Luca Figus – e io mi posso ritenere fortunato perché con loro ho già vinto due scudetti e la Super Coppa Italiana (nel 2019) frutto di una preparazione incessante. Ho avuto la bella opportunità di interagire con un gruppo forte e determinato di cui mi colpisce il forte rispetto per la maglia che indossa. Non posso che complimentarmi con i miei compagni perché assimilano bene gli schemi, possiedono degli ottimi fondamentali e durante gli allenamenti sono infaticabili”. Ma il feeling resiste anche fuori dal campo: “Durante le trasferte ci divertiamo tantissimo perché andiamo d’accordo; ormai siamo diventati grandi amici”.
Mario Trogu: “Non mi piacciono i rigori ma è stato tutto molto emozionante”.
Nei venticinque anni di vita dei Tigers Paralympics Sport c’è stata una prima parte dedicata al baseball e al softball olimpici.
Nel 2010 la società diventa onlus con la svolta paralimpica. L’euforia è a mille nella società presieduta da Gianguido Marzi e che ha in Luigi Salis (ex delegato provinciale del CIP Sardegna) un ottimo responsabile del settore calcio. Ma della famiglia Tigers fa parte anche la delegata regionale FISPIC Sandra Gallus, anche lei al settimo cielo per il nuovo scettro che fa onore all’intero movimento.
Il vicepresidente Mario Trogu ha vissuto le palpitanti fasi finali della due giorni veneta attraverso una diretta Facebook: “Si è visto di tutto e le emozioni forti non si sono fatte attendere – dice – già dal primo match quando siamo partiti bene, ci siamo lasciati andare e poi abbiamo avuto il decisivo scatto d’orgoglio. In entrambe le sfide i protagonisti se ne sono date di santa ragione, segno di come fosse sentita la posta in palio. Sinceramente vincere ai calci di rigore non mi piace molto, ma vedere la gioia dei nostri giocatori non ha prezzo”.
Sicuramente gli innesti come Boi e Pibiri sono stati determinanti: “Il primo, ipovedente – continua Trogu – ha fatto vedere grandi cose, il secondo, vedente, è di una bravura incredibile; nonostante sia magrissimo dà l’anima. E poi un grande elogio pure a Luca Figus, che definisco istrione e matador, nessuno riesce a compattare il gruppo come lui. Il segreto del successo, a mio avviso, è dovuto all’allenamento costante sia del gruppo sardo che si ritrovava nella palestra cagliaritana n. 1 di via Pessagno, sia dei nostri tesserati residenti a Torino e a Genova; si incontravano, però, tutti assieme per la preparazione collettiva prima delle gare casalinghe”.
Ma Tigers Paralympics Sport vuol dire anche Baseball e Torball, altre due discipline poste sotto l’egida FIB (Federazione Italiana Baseball) e FISPIC. “Nel primo caso – prosegue Trogu – siamo arrivati in semifinale play off scudetto, mentre nel Torball abbiamo sfiorato la promozione in serie A, classificandoci a pochissimi punti dal terzo posto nella serie cadetta”.
In era Covid-19 i sacrifici societari si sono moltiplicati ma alla fine l’attività agonistica è stata portata a termine nel migliore dei modi. “I problemi più significativi si sono riscontrati nell’organizzazione delle trasferte – conclude Trogu – perché abbiamo dovuto trovare delle soluzioni d’emergenza per far coincidere le nostre esigenze con gli orari dei voli. Nel baseball invece è un continuo viaggiare tra Iglesias e Sassari perché a Cagliari non abbiamo un campo idoneo. Durante il lockdown i nostri atleti scalpitavano, non vedevano l’ora di riprendere, volevano essere aggiornati continuamente sugli esiti delle nostre riunioni periodiche via Skype con i vertici della FISPIC”. Ma anche ora la situazione d’emergenza non permette di fare previsioni: “Per ciò che concerne Calcio e Torball la federazione ha sospeso tutto, se ne riparla l’anno prossimo”.