“Apprendiamo con innegabile disagio che migliaia di donne e uomini in uniforme non possono neppure sperare in una dovuta e sacrosanta difesa professionale da parte di chi li dirige. E questo mentre si lasciano campo libero e microfoni aperti a chi offende senza ritegno istituzionale pezzi dello Stato che ne rappresentano la spina dorsale”.
“Leggiamo dai media che il ministro Lamorgese e il prefetto Gabrielli domani godranno della compagnia del governatore De Luca. Proprio lui appena ieri, ha definito loro e i loro uomini ‘vergogna nazionale’.
Questo probabilmente nel tentativo di sedare aggressioni di stampo tutto politico che probabilmente tornano scomode un po’ a tutti quelli che siedono su certe poltrone.
La cosa, sia chiaro, appare ai più come una genuflessione verso chi ha usato parole che calpestano i nostri sacrifici.
Comunque numerosissimi servitori dello Stato hanno pagato un prezzo altissimo durante questa emergenza sanitaria. Dal presidente De Luca non riescono neppure ad ottenere la misera esecuzione di tamponi e test sierologici. Non possono dunque ambire ad alcuna seria tutela della loro dignità umana e professionale.
Tutto questo è davvero molto triste.
Non è un caso se noi e moltissimi altri rappresentanti degli appartenenti al Comparto saremo in piazza, a Roma, il 14 ottobre.
Comunque, visto l’ascendente che De Luca ha sul ministro, potrebbe convincerla lui a fare assumere più giovani nelle Forze dell’ordine”.
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